mercoledì 7 settembre 2016

Che tipi siete... a calcetto?

Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog sexy come la cellulite… alle ginocchia.

Santo cielo! Esiste veramente! Io volevo solo fare il simpatico...

Nuova puntata della serie che vi esplora nel profondo della vostra intimità (tipo rettoscopia a secco): Che tipi siete…?



Qual è quel rito arcaico che, nei maschietti, segna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza?
La scoperta delle televendite zozze?
Il primo pornazzo comprato e guardato di nascosto con gli amici?

Ricordo bene che, nel mio, c’erano dei trans superdotati… sarà stato per questo che la videocassetta era la più economica dell’intero stock

Comunque, no: sto parlando della famigerata…

Partita di calcetto

È proprio con questo oscuro rituale che i maschietti entrano nell’adolescenza… per poi rimanerci per sempre, anche quando il fisico ti scongiura di farla finita e di stenderti su un divano con un bel plaid addosso…

Questo è il fisico che ti avvisa che non è più il caso di fare bravate…

E, dunque, voi…

Che tipi siete a calcetto?

I feticisti di Holly & Benji

Tra i tanti altri cartoni animati che hanno traviato la nostra infanzia, Holly & Benji è stato (ed è ancora, visto che in Mediaset si ostinano a riproporlo di continuo), tra i più pericolosi… specialmente quando arriva il momento della partita di calcetto.
La voglia di emulare i nostri miti dell’infanzia (tutti insieme e nei primi trentacinque secondi dopo il calcio di inizio) è troppo, troppo ghiotta:

La classe di Oliver Hutton
La sicurezza di Benji Price
La grinta di Mark Lenders
La forma fisica di Teo Sellers
Le acrobazie dei gemelli Derrick

Salvo poi infartare a centrocampo dopo il riscaldamento come l’ultimo dei Julian Ross 

I fuori forma (che negano la realtà)


Giocare con amici consci dei propri limiti fisici, atletici e tattici è molto divertente perché, tempo cinque minuti, e ci si scompiscia dalle risate per tutto il resto della partita.
Tanto per farvi un esempio, con la comitiva del calcetto (le poche volte che mi sono fatto coinvolgere essendo incapace di tenere un pallone tra i piedi), abbiamo istituito il premio “Marlboro” assegnato a chi, per primo, mostrava evidenti difficoltà respiratorie
Purtroppo, non per tutti è così… ed ecco che, accecati dal sacro fuoco della competizione (dei competitivi parleremo tra poco), i fuori forma galoppano selvaggi verso una sicura estinzione.

Scatti a freddo con lacerazione, nell’ordine, dei pantaloncini, del quadricipite femorale e della propria dignità

(Per i portieri) uscite spettacolari con conseguenti abrasioni modello stimmate di Padre Pio

Scorribande furibonde sulla fascia e corse disperate al pronto soccorso per arresto cardiocircolatorio

I maniaci del controllo

I maniaci del controllo non mancano praticamente mai in questa rubrica (qui e qui per esempio). Bisogna ammettere che, spesso e volentieri, le comitive del calcetto sono formate per lo più da burloni fancazzisti che vedono questo appuntamento settimanale per quello che è: una forma di svago.
Sbagliato… la partita di calcetto è una religione che ha uno e un solo messia: il maniaco del controllo della comitiva, appunto.
Questo individuo è spesso utile, dal momento che lo spirito fancazzista della comitiva ha, come ovvie e deleterie conseguenze, defezioni dell’ultimo minuto e ritardi calcolabili in ere geologiche.
I problemi sorgono quando il maniaco di controllo viene pervaso da un fine spirito mistico-dittatoriale.
Ed ecco, quindi:

campo prenotato con due settimane di anticipo (manco fosse il Santiago Bernabeu)
casacche personalizzate e cucite a mano per ogni giocatore
chiamate da madre impanicata (alla prima vacanza della figlia da sola con gli amici) dopo 12 secondi di ritardo

Personalmente, ho incontrato maniaci del controllo da Guinness dei Primati. Un mio amico si prendeva la briga di elaborare al computer improbabili statistiche per ogni giocatore (manco fossimo a FIFA o PES) con il fine di avere squadre equilibrate in campo (evitando, di fatto, le imbarazzanti partite modello Barcellona vs Real… Madrid? No, Real Reparto Ortopedia) e temibili pagelloni inviati tramite mail per invogliare i compagni a fare di più....

Certo, se poi ci si ritrova con commenti del tipo:“Evanescente come un ectoplasma”, “Solido come un semolino” e “Così lento da sembrare una moviola”,  è ovvio che anche le più durature amicizie vengano messe a dura prova... 

I Competitivi

Insomma, lo spirito di amicizia è fondamentale nelle partite di calcetto, no?
Certo, ditelo ai competitivi.
Pur di vincere, i competitivi venderebbero la madre… non la loro, ma la vostra. Ed ecco, quindi, situazioni agghiaccianti come:

Maglia di Messi (nel senso che il competitivo l’ha rubata a Messi intrufolandosi nella sua lavanderia), mentre tutti gli altri giocano con tutoni flanellati rattoppati alla meno peggio
Ruberie ai limiti dell’indecenza sfruttando la mancanza di un qualsivoglia strumento per segnare il punteggio (con conseguenti dialoghi surreali del tipo: “Quanto stiamo? + 2 per noi, vero?”; “No, siete a - 12”)
Per non parlare della temibile frase, degna dei più beceri tornei di calcio balilla, “Chi la fa, la vince”, pronunciata a 5 minuti dal termine con la squadra del competitivo sotto di 20 goal e con un uomo in meno…
 E, infine, i temibili “amici” chiamati all’ultimo minuto dal competitovo e che poi si rivelano essere giocatori semiprofessionisti arruolati con il preciso intento di ottenere la sanguinosa vittoria ad ogni costo 

E indovinate chi è il povero st***zo che, anni fa (giocando in porta), si è ritrovato contro un fustacchione delle giovanili del Parma che sparava colpi di mortaio da ogni parte del campo?

Esatto. 
:-(
 
È tutto per oggi, alla prossima!

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