Santo cielo! Esiste veramente! Io volevo solo fare il simpatico...
Nuova puntata
della serie che vi esplora nel profondo della vostra intimità (tipo rettoscopia a secco): Che tipi siete…?
Qual è quel
rito arcaico che, nei maschietti, segna il passaggio dall’infanzia
all’adolescenza?
La scoperta
delle televendite zozze?
Il primo
pornazzo comprato e guardato di nascosto con gli amici?
Ricordo bene che, nel mio, c’erano dei trans
superdotati… sarà stato per questo che la videocassetta era la più economica
dell’intero stock
Comunque, no:
sto parlando della famigerata…
Partita di calcetto
È proprio con
questo oscuro rituale che i maschietti entrano nell’adolescenza… per poi
rimanerci per sempre, anche quando il fisico ti scongiura di farla finita e di
stenderti su un divano con un bel plaid addosso…
Questo è il fisico che ti avvisa che non è
più il caso di fare bravate…
E, dunque, voi…
Che tipi siete a calcetto?
I feticisti di Holly & Benji
Tra i tanti
altri cartoni animati che hanno traviato la nostra infanzia, Holly & Benji è stato (ed è ancora,
visto che in Mediaset si ostinano a riproporlo di continuo), tra i più
pericolosi… specialmente quando arriva il momento della partita di calcetto.
La voglia di
emulare i nostri miti dell’infanzia (tutti insieme e nei primi trentacinque
secondi dopo il calcio di inizio) è troppo, troppo ghiotta:
La classe di Oliver Hutton
La sicurezza di Benji Price
La grinta di Mark Lenders
Le acrobazie dei gemelli Derrick
Salvo poi infartare a centrocampo dopo il
riscaldamento come l’ultimo dei Julian Ross
I fuori forma (che negano la realtà)
Giocare con
amici consci dei propri limiti fisici, atletici e tattici è molto divertente perché, tempo cinque minuti,
e ci si scompiscia dalle risate per tutto il resto della partita.
Tanto per farvi
un esempio, con la comitiva del calcetto (le poche volte che mi sono fatto
coinvolgere essendo incapace di tenere un pallone tra i piedi), abbiamo
istituito il premio “Marlboro” assegnato a chi, per primo, mostrava evidenti difficoltà respiratorie…
Purtroppo, non
per tutti è così… ed ecco che, accecati dal sacro fuoco della competizione (dei
competitivi parleremo tra poco), i fuori forma galoppano selvaggi verso una
sicura estinzione.
Scatti a freddo con lacerazione,
nell’ordine, dei pantaloncini, del quadricipite femorale e della propria
dignità
(Per i portieri) uscite spettacolari con
conseguenti abrasioni modello stimmate di Padre Pio
Scorribande furibonde sulla fascia e corse disperate
al pronto soccorso per arresto cardiocircolatorio
I maniaci del controllo
I maniaci del
controllo non mancano praticamente mai in questa rubrica (qui e qui per esempio).
Bisogna ammettere che, spesso e volentieri, le comitive del calcetto sono formate
per lo più da burloni fancazzisti che vedono questo appuntamento settimanale
per quello che è: una forma di svago.
Sbagliato… la
partita di calcetto è una religione che ha uno e un solo messia: il maniaco del
controllo della comitiva, appunto.
Questo
individuo è spesso utile, dal momento che lo spirito fancazzista della comitiva
ha, come ovvie e deleterie conseguenze, defezioni dell’ultimo minuto e ritardi
calcolabili in ere geologiche.
I problemi
sorgono quando il maniaco di controllo viene pervaso da un fine
spirito mistico-dittatoriale.
Ed ecco,
quindi:
campo
prenotato con due settimane di anticipo (manco fosse il Santiago Bernabeu)
casacche
personalizzate e cucite a mano per ogni giocatore
chiamate
da madre impanicata (alla prima vacanza della figlia da sola con gli amici) dopo
12 secondi di ritardo
Personalmente,
ho incontrato maniaci del controllo da Guinness dei Primati. Un mio amico si prendeva la briga di elaborare al computer improbabili statistiche per ogni giocatore (manco fossimo a
FIFA o PES) con il fine di avere squadre equilibrate in campo (evitando, di fatto, le imbarazzanti
partite modello Barcellona vs Real… Madrid? No, Real Reparto Ortopedia) e
temibili pagelloni inviati tramite mail per invogliare i compagni a fare di più....
Certo, se poi ci si ritrova con commenti del tipo:“Evanescente come un
ectoplasma”, “Solido come un semolino” e “Così lento da sembrare una moviola”, è ovvio che anche le più durature amicizie
vengano messe a dura prova...
I Competitivi
Insomma, lo spirito di amicizia è
fondamentale nelle partite di calcetto, no?
Certo, ditelo ai competitivi.
Pur di vincere, i competitivi
venderebbero la madre… non la loro, ma la vostra. Ed ecco, quindi, situazioni
agghiaccianti come:
Maglia
di Messi (nel senso che il competitivo l’ha rubata a Messi intrufolandosi nella
sua lavanderia), mentre tutti gli altri giocano con tutoni flanellati
rattoppati alla meno peggio
Ruberie
ai limiti dell’indecenza sfruttando la mancanza di un qualsivoglia strumento
per segnare il punteggio (con conseguenti dialoghi surreali del tipo: “Quanto stiamo? +
2 per noi, vero?”; “No, siete a - 12”)
Per
non parlare della temibile frase, degna dei più beceri tornei di calcio balilla,
“Chi la fa, la vince”, pronunciata a 5 minuti dal termine con la squadra del
competitivo sotto di 20 goal e con un uomo in meno…
E, infine, i temibili “amici”
chiamati all’ultimo minuto dal competitovo e che poi si rivelano essere giocatori
semiprofessionisti arruolati con il preciso intento di ottenere la sanguinosa vittoria ad ogni costo
E
indovinate chi è il povero st***zo che, anni fa (giocando in porta), si è ritrovato contro un
fustacchione delle giovanili del Parma che sparava colpi di mortaio da ogni
parte del campo?
Esatto.
:-(
È tutto per oggi, alla prossima!
Nessun commento:
Posta un commento