venerdì 2 settembre 2016

Wrestling nella vita reale - vicini molesti



Eccoci ad una nuova puntata della serie Wrestling nella vita reale. Per chi non lo sapesse, questa serie di post consiste nell’esporre una situazione, che mette in pericolo il mio (già precario) equilibrio psichico, a cui tento di trovare una soluzione attingendo alla mia passione per il wrestling.


Per i rompiballe che, freschi di Olimpiadi di Rio 2016, stanno già pensando: “Ma è tutta una buffonata! Il wrestling olimpico sì che è una nobile e virile disciplina!”, provate a ridirmelo guardandomi nelle palle degli occhi dopo aver visto questa foto…

Pare un pornazzo gay anni '70...!


Per farvi un’idea di che cosa state per leggere, potete dare un’occhiata qui all’ultimo post della serie. Come avrete notato, l’ultimo post di Wrestling nella vita reale risale ormai a quasi cinque mesi fa. Questo, ovviamente, non significa che in questo lungo lasso di tempo i pittoreschi abitanti del pianeta Terra non abbiano attentato ai miei nervi… tutt’altro.
Anzi, potrei dire di aver accumulato una certa dose di rabbia repressa… ma tranquilli: sono uno che si sa controllare.
Se solo questo ronzio che ho nella testa mi desse tregua…

Ah, no:  sono solo le voci che mi ordinano di dare fuoco ai vostri peli del naso…

Torniamo a noi.
Casa dolce casa.
La casa è un rifugio sicuro dove ognuno può rilassarsi, al sicuro dalle insidie del mondo esterno.
Certo, in un mondo popolato da unicorni che cagano arcobaleni e regalano abbracci.
La realtà, purtroppo, è ben diversa.
Tanto tempo fa, qui a casa mia, era tutta campagna… no, scherzo: era comunque piena periferia, tanto che la strada non era nemmeno asfaltata e, quando pioveva, si aprivano voragini niente male.

Trovare parcheggio, però, non era certo un problema...

Manto stradale (inesistente) a parte, si godeva di una tranquillità niente male. Col tempo, però, la periferia è diventata sempre meno periferia e, anni fa, sono arrivati i primi vicini. Ricordo amorevolmente la vecchietta che aveva in casa un enorme pastore belga che soffriva tremendamente di solitudine e ululava come un lupo mannaro depresso appena veniva lasciato solo.
Bei tempi.
Anche perché, col passare degli anni, i vicini sono diventati merce rara, essendosi la zona trasformata magicamente da residenziale a… a… qual è il termine giusto? Ah, sì: “faccio un po’ il c***o che mi pare”.
Come scordare l’infimo bar che, come unica attrattiva aveva (oltre alla tristezza), il karaoke più dimmerda dell’intera regione… non tanto per la musica oscena, quanto per gli avventori diversamente intonati… porcaccia la miseria, ho sentito lamenti di dolore di partorienti durante parti ultra gemellari e di persone a cui venivano estratti i denti del giudizio (a colpi di spranga), decisamente più intonati.
Con mio sommo dispiacere, l’istinto imprenditoriale del proprietario si è rivelato pari all’intonazione della clientela media ed il bar ha chiuso tipo dopo una stagione… insomma, è durato anche una stagione di troppo per i miei gusti.
Tutto è bene quel che finisce bene no?
No.
In breve tempo la strada in cui vivo si è popolata di:

Un marmittaio
Una ferramenta
Una sottospecie di negozio di infissi (?)
Un punto vendita “Acqua & Sapone”

Risultato?
Sentirei meno baccano se avessi come vicino Marylin Manson posseduto dal maligno e, dalle 18.00 alle 19.00, faccio prima a smontare pezzo pezzo l’auto e portarmela in soggiorno che a trovare parcheggio (e giuro che lo farei, se non fossi una segaccia immonda nel fai da te).
A questo desolante quadro, si aggiunge la (triste) variabile umana…
Che dire del marmittaio che, tutti i santi giorni, mette un secchio vicino al marciapiede dirimpetto alla sua officina per impedire a chiunque di parcheggiare l’auto? Ah, arriverà prima o poi il giorno in cui deciderò di lasciarti un bel ricordino in quel dannato secchio… dammi il tempo di esagerare col cibo messicano e ti faccio vedere io…
Che dire dei due figli di quella gran professionista del sesso mercenario che, a prima mattina, hanno sgomberato una sottospecie di rimessa gettando nel loro camion ogni genere di ferraglia...?

Compresi fusti simili a quelli che, nei film, la mafia russa usa per trasportare le scorie radioattive

Che dire di quell’ameba del gestore di stabilimento balneare che, per un paio di anni di fila, ha affittato un decrepito garage per piazzarci sdraio e ombrelloni e che, ogni dannata estate, mi scartavetrava lo scroto cifotofonando ad ogni ora per fami spostare l’auto? Ah, ovviamente il braccino corto  (tipo Tirannosauro) non ne voleva sapere di mettere un passo carrabile davanti al garage (o, almeno, un biglietto con scritto qualcosa del tipo “Scusate, ma romperò le palle il 15 del mese”.
E che dire del ferramenta e compagnia rumorosa che, in estate quando fa caldo, trasferiscono le loro silenziosissime attività in mezzo alla strada?

Dando vita a concerti tipo questo?

Che dire degli automobilisti lobotomizzati che, pur di non lasciare l’auto ad oltre 20 cm dall'ingresso del punto vendita “Acqua & Sapone” di cui sopra, non esitano ad imboccare la strada di casa contro mano (beccandosi una dose letale di vaf***ulo ogni volta) ed a parcheggiare a spina di pesce…
… sulle strisce pedonali…
… e in prossimità di un incrocio?

 
Roba da bruciare una mezza dozzina di patenti in una botta sola
 
E che dire del netturbino che, qualche settimana fa (un sabato mattina), non ha trovato di meglio da fare che riparare (a martellate...!) la portiera della sua disastratissima ape esattamente sotto la finestra della mia camera da letto? Per vendicarmi, ho deciso di farlo sentire in colpa redarguendolo duramente: “Non si vergogna a dare questo baccano? In questa casa c’è una persona anziana che ha bisogno di riposo e tranquillità!”.

Sì, la “persona anziana” ero io, chi se ne frega!

A tutti questi gentiluomini comunico che sto spammando i loro indirizzi di casa ai Testimoni di Geova ed ai venditori di aspirapolvere e di enciclopedie porta a porta, pregando loro di visitarvi il sabato e la domenica all’alba.
Il top dell’incazzatura, però, l’ho raggiunto mercoledì mattina. Ad un certo punto, il solito rumore di ferraglia, che da anni ormai accompagna la mia esistenza, mi ha svegliato di soprassalto.
Tempo di alzarmi dal letto e pronunciare un terrificante bestemmione di proporzioni epiche ed ho afferrato il primo orologio/sveglia che mi è capitato sotto mano: 6.48...

Ma porca...!

Premetto che, 1uando vado al lavoro, mi sveglio alle 7.00... dodici minuti non fanno la differenza, ma porcaccia la pu***na, devi avere la fogna nera in testa per fare ‘sto casino a quest’ora…!
Ancora assonnato, e rischiando di frantumarmi i mignoli dei piedi contro i malefici spigoli in agguato, mi sono fiondato alla finestra del soggiorno per uscire dal balcone… purtroppo, appena mi sono affacciato, il camion aveva ormai svoltato l’angolo (né sono riuscito a capire cosa diavolo avesse caricato per fare quel baccano del diavolo).
Peccato.
Avrei voluto urlargli dal balcone qualcosa del tipo:
 
“L’accurata selezione dei tuoi pluridannati defunti da parte materna!”

Che nel mio idioma nativo suona, in maniera molto più pittoresca, più o meno così:

I mègghje stramalemórte de màmete! (per un’infarinatura sui dialetti pugliesi, fate un salto qui)

Sarebbe stata una scena epica, penso di aver avuto anche una discreta bava alla bocca come se avessi ingurgitato una mezza dozzina di aspirine effervescenti.
Mai ‘na gioia.
A tutte queste tenie intestinali che ammorbano la mia vita, dedico un messaggio di pace…

“Andate a dormire”

Ma detto alla maniera di Phil Brooks (CM Punk)

WWE Raw 1000: CM Punk stende The Rock con la sua finisher “GTS”: “Go To Sleep”

È tutto per oggi, alla prossima!

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