lunedì 5 settembre 2016

Intanto, nel mondo - Rassegna Stampa 76 (romanticismo nei cessi pubblici; NodPod; potatore di selfie stick)

Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog opportuno come un cartellone pubblicitario di biancheria intima sul ciglio di un burrone.


Guarda che zinneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh!

Nella Rassegna Stampa di oggi: romanticismo nei cessi pubblici; NodPod: il sogno dei pendolari; c’è un nuovo eroe in città: il potatore di selfie stick.



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L’amore al tempo dei cessi pubblici (potete leggere la notizia qui)

 

Scordatevi storie d’amore melense (ai limiti della crisi iperglicemica) alla Moccia: la storia che sto per raccontarvi non ha eguali e vi farà venire gli occhi a cuoricino.
Torniamo indietro a circa 10 anni fa.
Mark Ellis, camionista, decide di andare al pub con gli amici. Lungo la strada, sente (forte e irresistibile), il richiamo della vescica.
Avendo il buon Mark un animo aristocratico, decide di non farla in una bottiglia mentre sta guidando, né sui cespugli lungo il ciglio della strada.
Decide, piuttosto, di fermarsi in un bagno pubblico.
Un raffinato uomo di altri tempi.
La cosa più brutta dei bagni pubblici, oltre alle condizioni igieniche paragonabili a quelle della Grande Peste, è che spesso non si ha niente da leggere.
Fortunatamente, in soccorso giungono i simpatici messaggi vergati dagli utenti sulle pareti dei bagni.
Torniamo a Mark…. Proprio mentre è intento a leggere uno di questi messaggi, suppongo appena prima della scrollatina finale, il suo sguardo si posa sul più tipico dei graffiti da cesso:


Qualcosa del genere, insomma...
Com'era quella canzone? Ho scritto t’amo nei cessi pubblici?

Diciamoci la verità: chi non ha mai avuto la tentazione di chiamare i numeri scritti sulle pareti dei cessi?


Salvo poi non farlo per paura di finire tra le grinfie di uno psicopatico serial killer ladro di organi


O, peggio ancora, scoprire che si tratta del numero della propria moglie / fidanzata (o anche fidanzato / marito)

Il buon Mark, pur non avendo ancora iniziato a bere, decide di mandare un messaggio al misterioso numero… ricevendo in breve una risposta:



Per farla breve, Mark e la donna misteriosa (che si chiama Donna), dopo lo scambio di messaggi, hanno iniziato a frequentarsi, poi si sono sposati ed oggi hanno due figli di 8 e 9 anni.
La cosa bella è che Mark, comprensibilmente imbarazzato, ha aspettato qualche giorno prima di confessare a Donna come avesse fatto a trovare il suo numero di telefono… il “merito” va all’ex di Donna che, da bravo figlio di buona donna (scusate il gioco di parole), una volta mollato non aveva trovato di meglio che scrivere il numero della sua ex nei cessi pubblici.
Strano che Donna fidanzata lo abbia mollato, un tipino così a modo…


L’amore vince sempre, anche nei cessi pubblici

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Il sogno dei pendolari diventa realtà (potete leggere la notizia qui)


Qual è il sogno di ogni pendolare?


Trovare un posto a sedere? Mezzi puntuali? Viaggiare a ufo?

Certamente… ma, soprattutto, riuscire a concedersi dei pisolini durante il tragitto in modo da recuperare un po’ di sonno arretrato.
Dormire sui mezzi pubblici è però difficile… ed anche pericoloso. Limitatamente alla mia esperienza, ricordo che (dopo anni di allenamento) ero in grado, di ritorno da Bari durante il dottorato, di addormentarmi a Bari Parco Sud e svegliarmi a Polignano a Mare.
In pratica, riuscivo a dormire 20 minuti netti su 33 minuti di viaggio.
Un record.
Ovviamente, correvo sempre il rischio di addormentarmi pesantemente e di risvegliarmi a Lecce… ma cos’è la vita senza un po’ di brivido?
Il record va, però, a mio padre che da giovane durante il militare fu recuperato da un controllore in un treno… che stazionava in un deposito.
Quando si dice avere il sonno pesante.
Per quanto mi riguarda, ringrazio ancora i controllori che, svegliandomi, mi chiedevano se avessi l’abbonamento e, alla mia risposta affermativa (una specie di rantolo oltre tomba “Mmmssì…”), se ne andavano senza neanche controllarlo.
Porca miseria, se vi ispiravo così tanta fiducia, potevate anche fare a meno di svegliarmi, no?
Ritornando ai pisolini da viaggio, tutti siamo consapevoli dei rischi:


Dalle temibili craniate date contro finestrini / tavolini… alle terribili figure di m***a causate da sbavamenti degni di un Bulldog davanti ad una Fiorentina gigante (per non parlare di epiche russate, o di inconfessabili segreti rivelati da chi parla nel sonno…)

Ecco che, finalmente, giunge in soccorso dei pendolari un oggetto quasi mistico…
Il NodPod.
Nonostante il nome un po' così, si tratta di un oggettino interessante. In pratica, è un’amaca da mento che permette di schiacciare pisolini in tutta comodità essendo dotata di corda elastica per essere fissata ad ogni sedile, di imbottitura memory form e di tessuto impermeabile per tutti coloro affetti da salivazione oceanica durante il pisolino.
Un’invenzione rivoluzionaria: non a caso la raccolta fondi su Kickstarter ha raggiunto l’obiettivo ben prima della chiusura fissata per il 10 settembre.
Peccato solo che il NodPod mi ricordi tanto uno dei temibili strumenti di tortura dell’Enigmista in Saw… e poi non so se avrei i coraggio di andare in giro conciato così.


Riposare bene è importante, ma anche conservare un briciolo di dignità

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Il potatore di selfie stick (potete vedere il video qui)


Non sono un amante dei selfie (date una tettura qui, per esempio), ma da qui a emulare il protagonista della notizia, ce ne corre.
Buddy Bolton è un comico che ha deciso di caricare su YouTube i video dei suoi scherzi. Un discreto casino ha suscitato il suo video in cui, armato di cesoie, pota i selfie stick delle persone (per lo più turisti, intenti a scattarsi un selfie).
Un tornado di simpatia, nonché un successo di pubblico e critica.
Per intenderci, Buddy ha 596 iscritti al suo canale ed il video ha totalizzato circa 273.500 visualizzazioni (e quasi 11.000 “non mi piace”… poteva far peggio solo postando un video in cui brutalizzava un cucciolo di panda orfano).
Per Buddy, la sua è una vera e propria missione dal momento che è convinto che “I selfie stick facciano decrescere drasticamente l’interazione umana”.
Suppongo che, per interazione umana, intenda chiedere a qualcuno: “Scusi, può scattarmi una foto?”.
A questo punto, diamo fuoco ai navigatori satellitari che minano anche loro l’interazione umana dal momento che le persone non chiedono più informazioni per strada…


Buddy in azione...


Il complice di Buddy (che effettua le riprese) in pericolo...

C’è chi ha gridato al fake… personalmente spero che lo sia:


Sapere che uno con la faccia da maniaco come Buddy può andarsene in giro indisturbato con delle enormi cesoie in mano non mi fa dormire tranquillo…

Comunque, va detto che Buddy è un tipo coraggioso: non solo rischia di essere pesantemente malmenato dal turista di turno che, magari, non ha trovato simpatico il suo scherzo (oltre che il danno da centinaia di euro vista la distruzione del proprio telefono), ma soprattutto per andarsene in giro brandendo delle cesoie in un Paese in cui la polizia abbatte i sospetti criminali per molto meno.
Qualche tempo fa, a Miami, uno psicologo di colore era in un parcheggio a calmare un paziente autistico in piena crisi. Allarmati dal baccano, i vicini hanno chiamato la polizia e, quando gli agenti sono arrivati, lo psicologo si è preventivamente buttato a terra (non si sa mai), con le mani in alto dicendo agli agenti che lui era uno psicologo e che il ragazzo accanto a lui era un suo paziente con problemi e che quello che aveva in mano era solo un camion giocattolo (non si sa mai).
Sapete com’è finita?
La polizia lo ha sparato lo stesso (fortunatamente non uccidendolo) e l’agente che ha fatto fuoco a detto di aver mirato al ragazzo autistico.


E beh…

Buddy, se devi continuare a fare video scemi, fossi in te mi farei un’assicurazione sulla vita, poi fai tu.

È tutto per oggi, alla prossima!

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