mercoledì 6 gennaio 2016

Chiacchiere da bar - Il Piccolo Principe

Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog opportuno come una scorreggia in ascensore. 
 
 L'hai mollata tu?

Attenzione! Questa non è una recensione del film Il Piccolo Principe, bensì la narrazione dell’epopea che ho affrontato per vederlo al cinema. Sapete, ogni tanto mi capita di andare un po’ in paranoia quando non mi viene in mente niente da scrivere per il blog… poi esco di casa e gli eventi (accompagnati dalle sciagure), decidono di venirmi allegramente incontro per darmi spunti ironici mica male…


In origine, per via dell’incazzatura generata dallo svolgersi degli eventi, il post in questione avrebbe dovuto finire dritto dritto (e di diritto) nella serie Wrestling nella vita reale con annesso sclero violento… e, invece, è finito in Chiacchiere da Bar dove di solito recensisco ciò che vedo… e vi racconto le mie sciagure.

Non fate quella faccia: leggete e scoprirete perché....

02/01/2016

La mia ragazza mi propone di andare a vedere Il Piccolo Principe al cinema. Benché il piccolo principe ossigenato abbia un seguito secondo solo a quello degli One Direction, il sottoscritto non ha mai letto niente a riguardo.
Dal momento che ne ho sentito parlare bene e che è da un discreto periodo di tempo che non vedo un bel film d’animazione, decido di buon grado di accettare la proposta… cacciandomi in puttanaio mica da poco.

E adesso seguiamo insieme l'odissea dell'Internetturbino...

Praticamente all’istante, sorge il primo problema: complice la contemporanea uscita nelle sale dell’ultimo film divoratore di euro di Checco Zalone, Il Piccolo Principe viene trattato dai distributori come un cartone animato qualsiasi… e, come ben sa chi ha letto l’opera (e come ho imparato io vedendolo), non c’è niente di più sbagliato.
Risultato?
Il film viene proiettato dalla stragrande maggioranza dei cinema in pieno orario pennica post pranzo: alle 15.00, alle 16.00… di spettacoli serali, neanche l’ombra.
La scelta cade, quindi, sul Multisala Vignola di Polignano che non solo è poco lontano, ma lo proietta ad un orario un po’ più umano: le 18.15. Dal momento che, come vi ho raccontato qui e qui, quando vado al cinema tendo a diventare un maniaco del controllo, decido di partire con largo anticipo… anche in previsione della temibile e chilometrica fila di gente in fila per Quo Vado di Checco Zalone.
Previsione sbagliata.
Non c’era una fila chilometrica…

... era qualcosa di più simile ad un esodo biblico

Persone che compravano biglietti, che li prenotavano, persone che ne volevano comprare 30, lasciando solo un acconto con conseguente discussione in biglietteria e fila paralizzata.
Un fo***to delirio.
La situazione pare subito fuori controllo. 
Con un gran bel lavoro di squadra, io e la mia ragazza ci dividiamo i compiti: io, piuttosto demofobico, mi defilo e marco stretto il tipo che strappa i biglietti, la mia ragazza, più animale sociale di me (e ci vuol poco), si mette in fila e stringe alleanze sottobanco con una giovane coppia e con una madre con prole al seguito fan de Il Piccolo Principe. Ad un certo punto, sento il sig. Strappa Biglietti dire “Il Piccolo Principe è tutto esaurito!”. Do subito l’allarme, ma vengo bellamente inizialmente ignorato perché il bigliettaio, con un’espressione tipo questa…


… continua imperterrito a staccare biglietti.
Risultato: io e la mia ragazza riusciamo ad evitare di prendere biglietti ad minchiam, mentre alcuni si ritrovano in mano biglietti utili come un coriandolo quando è finita la carta igienica.
Si scatena l’inferno.
Bambini piccoli con i lacrimoni che non capiscono perché non possono andare a vedere il film anche se hanno il biglietto e relativi genitori che si abbandonano a terrificanti bestemmioni… ma sottovoce per non turbare le proprie creature.
Alla fine, dopo non poche polemiche (condite da qualche apprezzamento sulle rispettive madri), i presenti giungono ad un accordo. Si decide di far valere i biglietti già stampati per lo spettacolo del giorno dopo e di permettere ai presenti rimasti a bocca asciutta di acquistare sul momento i biglietti per il successivo giorno (cosa che io e la mia ragazza facciamo al volo).
Faccio appena in tempo a razionalizzare il fatto di essere stato rimpallato al cinema per Il Piccolo Principe che, mentre salutiamo la madre che abbiamo conosciuto in fila, i bimbi urlano alla mia ragazza “Domani vogliamo sederci accanto a te!”.
Perfetto.
Come circondarsi da bambini molesti senza procreare.
No, scherzo: erano carucci.

03/01/2016

Secondo tentativo.
Pur avendo già i biglietti, si parte con ulteriori quindici minuti di anticipo rispetto al giorno prima: va bene la magia de Il Piccolo Principe, ma non avrei sopportato l’onta del disonore nell’essere respinto un’altra volta.
Inoltre, visti i precedenti, non riservo grande fiducia nelle doti organizzative dei gestori del Multisala Vignola.
Arrivati al cinema, la fila per Quo Vado parte addirittura dal marciapiede. Sventolando i nostri biglietti manco fossero letali spade laser, ci incuneiamo in una sorta di fila parallela a quella “ufficiale”, raggiungiamo mister strappa biglietti… e ci accomodiamo nella Sala 3.
Sala 3 del Multisala Vignola.
Con gioia e meraviglia, io e la mia ragazza ci accorgiamo di essere i primi e ci accomodiamo.
Faccio in tempo a contare i posti della sala: 100 tondi tondi.
Alla spicciolata, ma in rapida sequenza (come le brutte notizie, le bollette e gli elettrodomestici che si rompono), arrivano gli altri spettatori.
10, 20, 40, 60, 80…
Della mamma con i bimbi nessuna traccia…
90, 100, 110… 120… compresa la madre con le creature al seguito.
Ehi, i conti non mi tornano!
A meno che... oh, perfetto! Overbooking!

 Quello è il mio posto!

Vi faccio un esempio dei dialoghi a cui si poteva assistere in sala:

Signore in ritardo, ma con biglietto: “Ok, ho il posto C6… Ehi, lei! È seduto al mio posto, mi fa vedere il biglietto?”
Spettatore: “Non me l’hanno dato!”

Immancabilmente, scoppia un inverecondo casino.
 Ve la faccio breve, perché ho altre cose da dire. In pratica, i gestori si sono trovati a gestire un temibile puttanaio frutto di due giorni di allegra gestione a membro di canide. C’erano infatti:

persone con biglietto fatto il giorno prima, ma non utilizzato a cui era stata data la possibilità di usarlo il giorno dopo,
persone (come il sottoscritto) che avevano acquistato il biglietto il giorno prima,
persone che avevano acquistato regolarmente il biglietto,
persone che avevano pagato ma a cui (per negligenza? Fretta? Desiderio smodato di fare soldi in nero?) non era stato rilasciato il biglietto

Risultato?
La degenerazione di tutte le conquiste dell'umanità dall'Illuminismo ad oggi.
Tutto sommato, vista anche la presenza di diversi bambini, i toni si sono mantenuti civili… anche perché, all’interno della sala, tutti avevano ragione avendo pagato regolarmente il biglietto.
Insomma, se in sala eravamo anche troppi, gli unici latitanti erano proprio i gestori della sala (magari caduti in estasi mistica mentre stampavano a ripetizione biglietti per Quo Vado).
Dopo aver battibeccato tra loro, gli spettatori rimasti in piedi hanno ben compreso che la stronzata l’avevano fatta i gestori.
Circa 20 minuti dopo il previsto inizio del film, si inizia a vedere la luce.
Prima isolati, poi sempre più frequenti si sono alzati, temibili come l’Haka degli All Blacks, alcuni cori:


“Chiamo la Finanza!”
“Chiamo i Vigili!”
“Chiamo quella fallofila di tua madre!”
“Scarichiamocelo il film e vaf****ulo!”
“Adesso si pestano per Il Piccolo Principe… non penso che l’insegnamento del libro fosse esattamente questo!”

Ad un certo punto, una famigliola va via, le luci si spengono… ed i gestori portano in sala alcune sedie di plastica… che alcuni spettatori esasperati si sistemano da soli al grido: “Me la sono portata da casa!”.
Ultimata la diposizione delle sedie supplementari, dall'oscurità si leva un altro grido:

“Magari quelle sedie non davanti all’uscita di sicurezza…”
(tralasciando le 120 persone in una sala omologata per 100, vabbè…)

Peccato… avremmo fatto poker di violazioni:

fiscali
di sicurezza
etiche
morali

In questo clima (kafkiano?), finalmente inizia il film… con quasi 30 minuti di ritardo (e, se non vado errato, con qualche spettatore rimasto in piedi in fondo alla sala).
Insomma, alla fine, com’è Il Piccolo Principe?
Gran bel film, poetico e commovente. 
In totale sintonia con lo spirito del film, anche in sala è stato un bambino ad essere protagonista della migliore azione della serata: si è commosso, è scoppiato in lacrime ed ha riappacificato un po’ tutti…
… peccato che un altro bambino biondo e ricciolino (in pratica la controfigura del Piccolo Principe), si sia addormentato ed abbia russato come un cucciolo di brontosauro con la sinusite per tutta la parte finale del film.
Finito il film, la mia ragazza non ha resistito alla tentazione di appendere verbalmente al muro il gestore (ma penso che avrebbe desiderato farlo anche fisicamente)… ed anche a me è salita una discreta carogna (insomma, nella mia vita ho visto blockbuster di ogni genere e non ho mai assistito ad un puttanaio simile… ed anche speculare su Il Piccolo Principe non è proprio da Premio Nobel per la bontà.

Mi disegni una pecora?
Ti ho disegnato un arrosticino, va bene uguale?

Per Quo Vado cos'avranno combinato? 
Traffico di organi? 
Tratta delle schiave?
Messo alle strette, ed accortosi di aver rischiato, nell’ordine, l’impalamento davanti alla macchina del popcorn, l'incendio doloso ritorsivo ed un discreto numero di denunce, il gestore del Multisala Vignola ha almeno avuto la dignità di ammettere le sue colpe senza accampare stupidi scuse… ed ha anche promesso che una simile cosa non sarebbe più accaduta (su questo punto, caro gestore, mi permetta di essere un po’ scettico).
Sul più bello, però, ecco l’immancabile str***ata che spunta sempre fuori quando uno viene colto con le mani nella marmellata e prova a dire qualcosa in sua discolpa:

“Sono stati gli spettatori a chiedermi di mettere le sedie!”

Grazie al c***o! Hanno pagato, hanno gentilmente deciso di non denunciarti e di non metterti le mani addosso… come lo dovevano vedere il film? Soppalcando la sala? Dovevano tornate, per la seconda serata di fila, a casa con in figli in lacrime?

Se mordi il gestore del cinema, gli passi la rabbia?
Perché vuoi saperlo?
Ho un piano...

In conclusione, andate a vedere Il Piccolo Principe: è un film magico...
… solo un film come questo è in grado di unire bambini che russano, magia, avidità, bambini che si commuovono, ira, delicatezza, disorganizzazione, commozione, violazione delle basilari norme fiscali e di sicurezza (e di buon senso) e poesia!
E, in più, da domenica ho un mio nuovo mito assoluto:


È tutto per oggi, alla prossima!

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