lunedì 7 dicembre 2015

Intanto, nel mondo - Rassegna Stampa 38



Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog simpatico come lo straordinario non pagato.



Nella Rassegna Stampa di oggi: dopo Emily Ratajkowski e Lucia Javorčeková, chi sarà la nuova protagonista di #escile?; animali in luoghi che non ti aspetti; il primo reportage dell’Internetturbino: cosa unisce l’ISIS, Facebook e la Nutella?


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Animali fuori luogo (potete leggere le notizie qui e qui)

Qual è il posto più adatto per gli animali?

Una casa piena di affetto?

No.

Un’amena fattoria gestita da guru vegani?

No.

Direi piuttosto un bel forno ventilato con patate e cipollotti di contorno.

Ahahah!

Si fa per ridere, non voglio certo urtare la sensibilità di qualche fondamentalista animalista… Ehi! Che fai con quella forchetta? Guarda che sono un animale anch’io!

Probabilmente, in questi giorni, avrete visto anche voi questa fotografia che ha fatto il giro di internet. Si tratta della fotografia di un cavallo… su un balcone!





Che diavolo ci fa un cavallo su un balcone? Dalla fotografia, direi che sta provando ad aggiustare l’antenna di casa…

All’inizio, non si sapeva se la fotografia fosse reale, né quando e dove fosse stata scattata. Immancabilmente, senza conoscere minimamente l’accaduto, è partito l’allarme maltrattamento:



Aiutateci a liberare questo cavallo che il crudele e incivile proprietario ha incredibilmente abbandonato nel balcone di casa. Abbiamo bisogno di valide informazioni: sappiamo solo che questa foto è stata fatta ad Agrigento o in provincia (forse Burgio). Scriveteci in privato dove si trova o se riconoscete il posto, così andiamo a liberarlo!



Già ve li immaginate gli animalisti che irrompono nell’appartamento tipo Swat, vero? 
Io, invece, immagino dialoghi surreali come questo:



Animalista fondamentalista: “Ehi! Perché stai prendendo a pugni quel povero coccodrillo gigante?”

Tizio a caso: “Vedi un po’ tu, mi sta sgranocchiando come un Chupa Chups!”

Animalista fondamentalista: “Ma non si maltrattano gli animali!”

Tizio a caso: “E che faccio? Provo a convincerlo a non mangiarmi dicendogli che la carne rossa fa male? ”



In realtà, la cosa è andata diversamente: non c’è stato alcun maltrattamento, “semplicemente” il cavallo (scappato dal suo recinto), è riuscito ad entrare nella casa fino ad arrivare sul balcone. Il suo proprietario lo ha poi recuperato e lo ha riportato al sicuro.

Non sono mancati (ovviamente!), i commenti ironici del tipo: “Agrigento, sul balcone di una casa c’è un cavallo. Il marito dev’essere rientrato all’improvviso”.

Tutti simpatici, eh? Voglio vedervi con un cavallo che scorrazza per casa e gli animalisti che vi dichiarano guerra preventiva!

Documentandomi sulla notizia, ho poi scoperto che non è neanche la prima volta che un cavallo viene avvistato su un balcone.

Tempo fa, infatti, è successo in Polonia: un uomo portò il suo cavallo sul balcone perché aveva paura che glielo rubassero…


Cara, c’è stato un furto nel negozio di animali vicino al nostro, ho messo il boa in bagno, così è al sicuro!


Mi sembrava che ci fosse qualcosa di strano! Ooops, penso di averti appena tradito con il boa...!


Rimanendo in tema, la polizia dell’Oklahoma ha catturato un pericoloso individuo in fuga. Il pericoloso latitante, che risponde al nome di Cruz, si aggirava furtivo per la periferia di Oklahoma.

Ecco la fotografia del fuggiasco mentre viene condotto in stato di arresto nell’auto della polizia:



Come dite? Povero asino?

Ma guardate l’espressione colpevole! Sicuramente deve averla combinata grossa (spero non sul sedile posteriore dell’auto della polizia!).

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#Escile? No, #puffale! (potete leggere la notizia qui)
Tempo fa (qui e qui), vi avevo narrato dell’irrefrenabile passione degli italiani per la f**a e per i social... ma soprattutto per la f**a sui social!
Gli internauti golosi, infatti, hanno coniato l’hastag #escile (con elegante e sottile riferimento alle mammelle), per richiedere gentilmente alle belle ragazze di turno di mostrare le proprie grazie. Se Emily Ratajkowski è stata sorda all’appello degli utenti (pur apparendo nuda praticamente ovunque), la cara Lucia Javorčeková ha accettato di buon grado di uscirle, per la gioia dell’umanità intera (e causando un’epidemia di cecità e di fratture al polso che non si registrava dai tempi del filmino hard di Belen…).
Può il miracolo ripetersi una terza volta?
In parte sì, ma questa volta è stato ancora più divertente.
La protagonista dell’originale richiesta è stata lei, il sogno erotico di tutti i nati tra gli anni ‘70 ed ‘80, sua maestà Cristina D’Avena.
Devo dire che l’eroina della nostra infanzia si è mantenuta più che bene, aumentando il suo status di (involontaria) icona sexy. La situazione è “degenerata” quando la Cristina D’Avena nazionale ha postato questa fotografia su Instagram:

Insomma, siamo cresciuti con le sue canzoni… e adesso continua a farci crescere…

Immediatamente, si sono levati cori di approvazione dai social.

Qualcuno ha riesumato il buon vecchio #escile… qualche genio del male ha rilanciato con l’hastag capolavoro #puffale.



Internet, ti amo.
La notizia ha fatto sbellicare il web e spero che anche Cristina D’Avena, dotata di notevole autoironia, si sia fatta un paio di risate.
La notizia, però, ha superato i confini dei social ed è arrivata sulle pagine internet degli illustri quotidiani nostrani. 
Si può essere d’accordo o meno, ma nell’immaginario collettivo, i lettori de Il Fatto Quotidiano sono fini intellettuali, mentre quelli di Libero e de il Giornale (tanto per citarne un paio), sono giusto un gradino sotto i subumani privi di pollice opponibile.
Vediamo un po’ quali sono stati i commenti su Il Fatto Quotidiano.it:
King4aday: Gran bella puffetta la D’Avena… peccato solo sia alta quanto un succo di frutta.

Tutto sembra procedere tranquillamente sul filo dell’ironia, finché non arriva (immancabile come la terrificante sveglia del lunedì mattina) il rompiballe di turno:

Deja vuilioni di anni d’evoluzione e bastano due mammelle per aizzare l’unica cosa che siamo: animali sempre in calore. Parlare di umanità è disarmante. Ah si, sappiate che sono uomo e che non mi scandalizzo e non mi altero per due mammelle di una donna perché so per certo a cosa servono.

Ipnosi?

Deja vuarò anche l’unico cinico a pensare che non si rispettano le donne finché ogni cm di pelle che mostrano è commentato da idiozie, ma una vita migliore della vostra forse la ho, diversa sicuramente.
Vercingetorige87: Non è questione di rispettare le donne, è naturale. Le mammelle eccitano il maschio etero. Punto. Se le donne mostrano centimetri di pelle sanno che il maschio si ecciterà. Perché dovrebbero farlo altrimenti? Tu ti ecciti in spiaggia? Io solitamente no. Però perché in discoteca alcune donne vanno in minigonna?
Deja vuAppunto, animali sempre in calore. Tutto il resto passa in secondo piano.
Vercingetorige87: Beato te che sei atarassico, non sai che ti perdi...
Deja vuBah, le preferisco dal vivo ti dirò.
Vercingetorige87: Allora vedi che alla fin fine non le disprezzi neanche te ;)
Deja vuNon ho mai detto di disprezzarle, disprezzo chi sbava ad ogni scollatura che vede e si esibisce in commenti istintivi (...) e in crisi d’astinenza ronzano virtualmente o realmente intorno ad ogni essere femminile che mostra cm di ghiandole da latte.
Gino pilotino Dimentichi che nessuno obbliga nessuno a pubblicare propri selfie o foto su un profilo pubblico. Se lo fai ci può anche stare che nascano delle iniziative sostanzialmente simpatiche come questa. E poi se non si lamenta la protagonista, non vedo perché dovrebbero farlo altri per lei. Bigottismo a go go.
Non ci posso credere, siamo arrivati alla disputa teologica sulle zizze…
Ed eccoci arrivati al momento del reportage che occupa le tre posizioni finali della Rassegna Stampa di questa settimana.
Pronti?
Seguiremo il sottile filo rosso che unisce Facebook, l’ISIS e la Nutella.


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Reportage, parte I: La sfortuna di chiamarsi Isis… ai tempi di Facebook (potete leggere la notizia qui)
Inizio questo primo reportage della storia dell’Internetturbino, presentandovi questa giovane ragazza:


So molto poco su di lei, ma non conta.
È una ragazza carina, fa l’ingegnere e si chiama Isis Anchalee.
E già: che sfiga si chiama Isis… proprio come il gruppo terroristico. In realtà, Isis è un nome relativamente comune... non in Italia (dove pur abbondano nomi ad minchiam).
Come molti giovani, anche IsisAnchalee ha una pagina Facebook. Nei giorni passati, però, il giovane ingegnere si è accorto che il suo profilo è stato bloccato proprio per via della spiacevole omonimia con il gruppo terroristico.
E certo.
Perché i terroristi hanno pagine Facebook del tipo: “Ciao, sono Pier Ugo. Mi piace vestire di nero e tifo ISIS”… Anche se c’è da dire che un demente ventunenne è stato arrestato in Inghilterra perché aveva scritto sul profilo “Forza Isis”.
La nostra Anchalee non si è persa d’animo, ha inviato più mail agli amministratori del social network allegando anche scansioni di sue foto, carta d’identità e passaporto per confermare la propria identità.
Tutto è bene quel che finisce bene e, alla fine, l’account di Isis è stato riattivato. 
Vi traduco i messaggi della povera Anchalee:


Ma mannaccia la puttana, mi farete venire un’ulcera grande quanto Gattuso! 
Fatevi un giro su Facebook e ditemi se non vi imbattete ogni due secondi in pagine deliranti create da decerebrati che inneggiano alla feccia dell’umanità… e questi geni si preoccupano di bloccare il profilo di una ragazza di nome Isis?
Vi ricordo (solo per citare due casi) che, qualche tempo fa, sono comparse pagine che festeggiavano il compleanno di Totò Riina (con quasi 18.000 mi piace con tanto di messaggi di stima e affetto) ed altre che rendevano omaggio a Erich Priebke (il boia delle Fosse Ardeatine).
Pagine in onore di Riina e Priebke?
Ci manca solo la pagina con le ricette di Hannibal The Cannibal e abbiamo fatto l’en plein (di stronzate).
Chiarisco che queste pagine sono state chiuse da Facebook, non per iniziativa spontanea, ma solo quando è scoppiato un discreto puttanaio mediatico.

2
Reportage, parte II: La sfortuna di chiamarsi Isis… ai tempi della Nutella (potete leggere la notizia qui)
Vi avviso: già parto incattivito perché questa storia delle etichette personalizzate (sia della Coca Cola, che della Nutella), mi sta sul c***o.
Non so bene il perché, forse per la valanga di spot irritanti che passano in tv.
Questa, su tutte, mi manda in bestia:
“Daje, figo neh, jamme jà, ora tutta l’Italia ha il suo buongiorno personalizzato. Dalla Ferrero arrivano le Dialettichette: sui barattoli della Nutella, da oggi in poi, ci saranno le più tipiche espressioni regionali, riunite da un gruppo di esperti linguisti che hanno realizzato il Manuale Linguistico dell’Entusiasmo”.
Non so se mi irrita di più il neologismo "Dialettichette" o che abbiano inventato il Manuale Linguistico dell’Entusiasmo...

Non so voi, ma se qualcuno mi accogliesse a prima mattina con un “Ganzo!”, lo colpirei con una piastra da waffle sulla nuca fino a fargli perdere i sensi… ‘sto str**zo!

Spostiamoci in Australia, la zia della piccola Isis (cinque anni), decide di regalarle un barattolo di Nutella con l’etichetta personalizzata con il proprio nome.
Che idea carina!
Certo, regalare alla propria nipote un barattolo di Nutella (sostanza non particolarmente amata dai nutrizionisti dell’universo), magari non è il massimo… ma il pensiero avrebbe sicuramente reso felice la piccola.
Dico “dovrebbe” perché (sorpresa, sorpresa), il sito a cui si accede per realizzare le etichette (che poi vengono inviate via mail all’utente), respinge il nome “Isis” perché inappropriato.
Alla madre di Isis devono essere prima cresciute e poi girate vorticosamente le palle, dal momento che ha messo su un discreto casino sui social e sui media. La donna è stata contattata da uno dei responsabili della società che le ha spiegato che, per evitare equivoci e strumentalizzazioni, è stata creata una sorta di black list di nomi che il sistema rifiuta (tra cui “Hitler” e “Isis”, appunto) in quanto inappropriati.
Superfluo dire che la madre di Isis si è incazzata ancora di più quando si è vista paragonare il nome della figlia a quello di Hitler.
Che l’addetto al marketing ed alla comunicazione di Nutella sia parente di quello della Melegatti (qui)?
Facendo alcune prove sul sito, pare che Isis venga accettato, ma ammetto che non ho completato la procedura (casomai arrivino i reparti speciali a casa a farmi il c**o):

Che poi mi chiedo: ti inviano l'etichetta tramite mail e tu la stampi e la incolli sul barattolo di Nutella? Che idea di merda è?

Ho provato ad inviarmi una simpatica etichetta con scritto “Cazzone”, ma mi dice che ci vogliono fino a 48 ore per l’invio della mail… vi farò sapere.

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Reportage, parte III: Isis, nutella e gattini (potete leggere la notizia qui) 
Qualche tempo fa, sul Daily Mail, è comparso un interessante articolo sull’uso dei social media da parte dei miliziani e dei simpatizzanti dell’ISIS.
Non si parlava di reclutamento online, ma dell’uso che questi individui (soprattutto i più giovani), fanno dei social nel tempo libero.
I giovani simpatizzanti dello Stato Islamico usano i social come un qualsiasi bimbominchia loro coetaneo (se non parlassero anche di terrorismo, ovviamente).
Ed ecco che pare che siano spuntati, su account legati all’ISIS, messaggi di cordoglio per l’attore Robin Williams, messaggi dei fan di Guerre Stellari e del Trono di Spade e, finanche, le immancabili fotografie di gattini.
E già qui avrei materiale per sparare cazzate fino al Giorno del Giudizio…
Ma c’è anche di meglio.
Pare che diversi miliziani e simpatizzanti abbiano mostrato a più riprese di apprezzare la… Nutella.


Steven Stalinsky, che si occupa di monitorare account di jihadisti sul web, sostiene che sarebbe “Alquanto comune che jihadisti postino online foto di loro stessi con dolci o con i gattini, ma riguardano il loro tempo libero, piuttosto che il reclutamento”.
Ovviamente, nel giro di pochissimo tempo, è partita con una vera e propria campagna di presa per il culo nei confronti di questi individui con fotomontaggi con gattini e Nutella.
C’è chi, inoltre, ha proposto un embargo sulla Nutella per distruggere il morale dei miliziani, o chi si è chiesto se la Nutella fosse responsabile della radicalizzazione dei musulmani.
Qualche tempo dopo, la docente universitaria Nimmi Gowrinathan è stata inviata dalla CNN per parlare del ruolo delle donne arruolate tra le fila dello Stato Islamico.
Argomento interessante.
Peccato che, durante l’intervista, sia comparso il ridicolo (ed allo stesso tempo inquietante) sottopancia:

L’ISIS attira le donne con gattini e Nutella

Miliziano goloso.
C’è di più, la giornalista Carol Costello (forse in overdose da zuccheri per aver esagerato con la Nutella), ha dichiarato “L’ISIS posta online fotografie di barattoli di Nutella, emoticon e fotografie di gattini. Queste tre immagini, in parte, aiutano l’ISIS nel reclutamento in occidente perché dimostrano che la loro vita, al fonte, non è diversa dalla nostra. Mangiano Nutella e, penso, possiedono gattini”.
Superfluo dire che la Gowrinathan si è detta (ovviamente) contraria alle dichiarazioni della giornalista e penso che, se avesse potuto, le avrebbe dato anche una testata sul naso.
Questa figura barbina ha causato una valanga di prese per il culo alla CNN… perfino da parte de Il Giornale.


Per quanto riguarda la Nutella, non mi sorprende che non abbia intenzione di stampare etichette con su scritto “Isis”dopo tutto questo casino...
Fonti non accreditate sostengono che la Ferrero sia pronta ad unirsi alla coalizione internazione bombardando le postazioni dell’ISIS con barattoli giganti di Nutella al fine di stroncare i terroristi con il diabete.

È tutto per oggi, alla prossima!

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