lunedì 2 gennaio 2017

Intanto, nel mondo - Rassegna Stampa 92 (amare i pupazzi di neve; renne… o peni?; la guerra dei colori)



Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog originale come il trenino a Capodanno…

L’Internetturbino avanti e dietro tutti quanti…! 

Nella Rassegna Stampa di oggi: amare i pupazzi di neve (letteralmente); renne… o peni?; la guerra dei colori.



 

Tempo di lettura: circa 6 minuti 

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Amare i pupazzi di neve… letteralmente (potete approfondire la notizia qui) 

Natale e Capodanno sono ormai alle spalle e, lentamente, si ritorna alla normalità. Sono feste tanto amate quanto odiate, ma tra i simboli del Natale e, in generale, dell’inverno ce n’è uno che unisce tutto il mondo:

 
Il pupazzo di neve 

Tutti amano i pupazzi di neve, vero?
Beh, qualcuno li ama decisamente più di altri.
Spostiamoci a Balckburn, Inghilterra, dove il signor Guillespie, professione senzatetto con problemi di alcolismo, è stato ricoverato per un principio di congelamento.
Al pene.
Dopo aver provato ad accoppiarsi con un pupazzo di neve.

Mai 'na gioia...
 
Come al solito, squisita l’empatia dei residenti del quartiere che, una volta sinceratisi delle condizioni di salute del povero Guillespie, hanno minacciato di fracassarlo di botte al prossimo approccio sexy ai pupazzi di neve realizzati dai bambini della zona.
Di fantasia (e di fantasie perverse), ne ho in abbondanza… ma faccio veramente fatica ad immaginare un rapporto sessuale con un pupazzo di neve.

 
Scusa, ma il solito burlone mi ha tolto la carota dal naso e me l’ha messa un po’ più giù… A proposito, lo sai che le carote fanno benissimo?
 
 
A meno che, con l’espressione “fare sesso con un pupazzo di neve”, non si intenda letteralmente trasformarsi in un pupazzo di neve facendo sesso all’aperto durante una tormenta 

In realtà, la notizia è comparsa (e continua ad comparire sempre con lo stesso protagonista), su vari siti internet in date diverse (2 marzo 2015, 31 gennaio 2014 e 25 e 26 gennaio 2013).
O si tratta di una bufala, o i pupazzi di neve hanno una vita sessuale più intensa di quanto si possa immaginare, o il signor Guillespie è un feticista dei polaretti…

 

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Renne… o peni? (potete approfondire la notizia qui) 

Fatevi forza: questa dovrebbe essere l’ultima notizia a tema natalizio della Rassegna Stampa... almeno fino al prossimo dicembre.
Com’è noto, il Natale è la festa dei bambini (oltre che della lobby dei venditori di maglioni natalizi brutti).
A Connie Bennet deve essersi riempito il cuore di gioia quando ha visto suo figlio tutto preso a disegnare le renne di Babbo Natale… poi deve essersi procurata un serio trauma cranico quando è caduta dalla sedia a furia di ridere quando ha visto il capolavoro del figlioletto:

 
Renne golose? 

Connie ha postato l’originale creazione del figlio su Twitter che ha immediatamente riscosso un discreto successo:


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La guerra dei colori (potete approfondire la notizia qui) 

I colori sono meravigliosi, non è vero?

 
Certo, vanno usati con un minimo di parsimonia e buon gusto… 

Non so voi, ma personalmente i colori mi ispirano gioia e serenità…

 
…pensando ai colori, ad esempio, non riesco a non pensare ai My Little Pony

 
…Oppure ai meme con gli arcobaleni 

A volte, però, i colori possono essere al centro di una dura lotta senza esclusione di colpi. Ammetto che non sono un esperto del settore… quando giocavo a “Nomi, cose e città”, ad esempio, alla voce “Colori”, baravo indegnamente inventandomi sfumature di colori improponibili come l’immortale Grigio Topo per vincere contro i miei amici.
Che poi, Rosso Valentino sì e Grigio Topo no? È un’ingiustizia.
Ritornando alla notizia, l’artista britannico Stuart Temple, dopo quasi dieci anni di lavoro (!), ha creato il colore “rosa più rosa” del mondo.
Non mi chiedete come si faccia a calcolare la… rosità… rositudine… o come accidenti si chiama del colore rosa, sta di fatto che Temple lo ha messo in vendita al costo di poco meno di 4£ per 50 grammi per permettere ai vari artisti interessati di poterlo usare nelle proprie opere (e per lucrarci sopra, ovviamente).
Cosa che, invece, non ha fatto l’artista di origine indiana Anish Kapoor che, nel febbraio 2016, si è assicurato l’uso esclusivo in ambito artistico del “nero più nero” (una sostanza in nano tubi di carbonio chiamata “Vantablack” creata dalla società “Surrey NanoSystem”).

 
Usata da Kapoor presumibilmente per tingersi i capelli… Ehi! Assomiglia una sacco a Briatore! 

Stuart Temple non deve aver preso affatto bene l’iniziativa di Kapoor, tanto che ha deciso di rendere il suo “super rosa” acquistabile da tutti… ad eccezione dello stesso Kappor. Al momento dell’acquisto, infatti, bisogna dichiarare di non essere Anish Kappor, né di agire per suo conto.
Bene.
Chi la fa, l’aspetti.
E, invece, no.
Dopo qualche settimana, Kappor è riuscito ad entrare in possesso del colore rosa ed ha immediatamente postato una simpatica fotografia sul proprio profilo Instagram per riallacciare i rapporti con il suo “rivale”…

 
Il dito medio: il gesto della fratellanza universale 

È tutto per oggi, alla prossima!

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