venerdì 2 ottobre 2015

Chiacchiere da Bar - Chloe, The Divide e Speciale Dylan Dog Il Pianeta dei Morti – La Casa delle Memorie


Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog piacevole come un’invasione di blatte giganti.


Per la serie Chiacchiere da bar, oggi mi piacerebbe parlarvi non di uno, ma di due film molto diversi tra loro (Chloe e The Divide) e dello Speciale n. 29 Dylan Dog Il Pianete dei Morti – La Casa delle Memorie.


Versatevi da bere, mettevi comodi e cominciamo.

Non intendevo proprio questo... ma va bene lo stesso...

Partiamo dai due film.
Nel web c’è chi parla dei film belli e c’è chi parla dei film brutti.
Io, oggi, vi parlo di film così così.
C’è subito da chiarire una cosa: non sono certo due capolavori della cinematografia, né rientrano nella mia personale top ten dei film preferiti (e non ci vanno neanche vicini, a dir la verità). Nonostante ciò, entrambi i film rientrano nella categoria “Non so che fare, guardiamoci questo film che è appena iniziato” e si sono lasciati guardare tranquillamente dal sottoscritto, che non ne aveva sentito parlare neanche lontanamente, risultando anche godibili.


Chloe è stato trasmesso in tv di recente… più o meno qualche settimana (forse un mese?) fa. Avete presente quando siete così stanchi da non avere voglia di fare assolutamente niente, ma non così stanchi da andare a dormire?
Perfetto: era proprio una di quelle sere.
Ricordo che mi ero appena gettato sul divano, leggiadro come una balena che precipita trasformandosi in un vaso di petunie (per la serie indovina la citazione), e che stavo facendo zapping qua e là quando ho beccato (totalmente a caso), il film.
Devo dire che l’incipit della storia è, per usare un eufemismo, alquanto improbabile. Una donna, (Julianne Moore), teme di essere tradita dal marito (Liam Neeson) e, per averne la certezza, paga una bellissima prostituta (Amanda Seyfried), per filtrare con lui e testarne la fedeltà.
Che dire, geniale!

Hai controllato se il leone ha mangiato?
No
Beh, mettigli la testa in bocca e vedi se ha ancora fame…!

O peggio ancora:

Hai controllato se il coccodrillo morde ancora durante il sesso anale?
No
Beh, abbassati i pantaloni e controlla!

Nonostante un simile inizio, il film si fa guardare, merito soprattutto di Amanda Seyfried che, a seconda dei casi, è in grado di lanciare sguardi:

Da cucciolo di foca indifeso...

...da tigre del ribaltabile in grado di provocare epiche erezioni in svariati universi paralleli...

... da psicopatica

… Oltre, naturalmente, che mostrarsi in qualche scena di nudo soft che non fa mai male ed è un buon rimedio contro i temibili abbiocchi da divano.
Benché, a mente fredda, l’intera vicenda sia poco credibile, la gradualità con cui la trama si sviluppa (nonostante la durata non eccessiva del film, circa un’ora e mezza), mi ha permesso di non assumere mai la celebre l’espressione alla “Ma che cazzo!” tipica di quando si assiste ad un qualcosa di insensato, tipo la rivelazione scioccante de La Minaccia Fantasma...


... Oppure tutta la web serie The Lady:



Superfluo dire che, in breve, la relazione tra le due donne si farà sempre più complessa e scabrosa e che, alla fine, si scoprirà che niente era quel che sembrava all'inizio...
Insomma, il film regge e scorre tranquillamente anche se i colpi di scena sono, specialmente da un certo punto in poi, tutto sommato intuibili ed il finale un po’ eccessivo rispetto all’andamento del film.
Buona la chimica (non solo per le scene “spinte”, brutti zozzoni!), tra la Moore e la Seyfried.


Ben portata sullo schermo, senza esagerazioni eccessive da psicopatica assassina da film di serie Z, l’ossessione della Seyfried per la Moore. La Seyfried nell’ordine:

mente alla Moore dicendosi di essersi fatta il marito con tanto di racconti “zozzi”

cade volutamente dalla bici per farsi soccorrere dalla Moore, che è medico, dopo che questa ha tentato di allontanarla... e si abbassa i collant per la medicazione 

punta il figlio della Moore (a cui non pare vero) e ci va a letto, facendosi intenzionalmente beccare
si lascia cadere dalla finestra, schiattando, al termine della lite con la Moore


Divertente che, in una sorta di “giustizia divina”, la Seyfried, inizialmente pagata per mettere alla prova gli ormoni di Liam Neeson, si porti a letto non lui, bensì sua moglie e suo figlio.
Come avrà reagito il buon Liam alla lettura del copione?


In che senso sono l'unico che non tromba con la Seyfried?

Fine spoiler e passiamo a The Divide.
 

Questo film è stato decisamente più impegnativo, vuoi perché dura due ore piene, vuoi perché lo hanno trasmesso in seconda serata, vuoi perché molto (molto, ma molto) crudo. 

Sapevate che si può uccidere qualcuno con una lattina di fagioli vuota? No, non volete saperlo… fidatevi…

Ecco, in breve, la trama: New York è vittima di un’inspiegabile (e inspiegata) esplosione atomica ed un gruppo eterogeneo di persone trova rifugio nelle cantine di un condominio. In breve, lo spettatore si rende contro che il pericolo principale per il gruppo di sopravvissuti non sarà rappresentato dalle radiazioni, o dalla fame… ma dal gruppo stesso. Roba che non vi fiderete più ad entrare in ascensore con degli sconosciuti…
Lo stress, la paranoia e il semplice istinto di sopravvivenza sconvolgeranno i fragili equilibri (e le menti ancora più fragili) del gruppo. I carnefici si trasformeranno in vittime, gli agnelli in lupi, i deboli in personaggi viscidi o in carne da macello a seconda del loro opportunismo…


Qualche pensiero sparso.
Pur durando due ore tonde tonde, ed avendo ovviamente una scarsa varietà di location, il film scorre bene.
I cambiamenti dei personaggi, alcuni decisamente grotteschi, sono comunque piuttosto plausibili una volta calati nella trama… anche se qualcosa di più graduale, roba da lenta discesa nella follia, sarebbe stato meglio… ma il film sarebbe durato una madonna (sarebbe figo, forse, farne una serie tv, no?).


Il film, girato con “solo” tre milioni di dollari circa, è claustrofobico perché ambientato, quasi interamente, in uno scantinato… fatta eccezione per un pugno di scene che io avrei eliminato in quanto inutili (forse ad eccezione della prima che mette in moto tutta una serie di eventi) ed in contrasto con l’atmosfera del film. Anzi, il non sapere assolutamente nulla del mondo esterno, avrebbe aumentato la paranoia dei personaggi (e dello spettatore).
Passando appunto ai personaggi, devo fare una menzione d’onore per Milo Ventimiglia, il Peter Petrelli di Heroes, molto bravo ed inquietante nella sua parte. Ho letto che Ventimiglia, pensando che la sua performance fosse molto disturbante (e lo è!), vietò alla madre di vedere il film. La madre, ovviamente, non lo ascoltò… salvo poi chiedergli, preoccupata del suo stato di salute mentale, se avesse subito un qualche genere di trauma da piccolo di cui lei non era a conoscenza!
Sempre in tema personaggi, da un lato, ne avrei voluti di meno presenti sullo schermo (il personaggio di Adrien, ad esempio, è inutile quanto una tagliata di Angus ad un banchetto vegano e, non a caso, la cosa più interessante che fa è beccarsi due colpi di pistola… bravo lo stronzo), per favorire un maggior approfondimento psicologico dei protagonisti… dall’altro, mi sarebbe andato bene anche un gruppo ancora più numeroso per dare un maggiore senso di claustrofobia e di disagio e creare relazioni tra i personaggi più complesse e stratificate (con più fazioni in lotta per il potere). 



Molto crudo il finale, forse troppo, ma tutto sommato in linea con il film.


Interessante il personaggio di Michey, che passa da despota psicopatico a vittima di torture ad opera dei “normali” e che poi si rivela essere un vigile del fuoco in servizio durante l’11 settembre (evento in cui ha perso la moglie e che lo ha spinto verso determinati comportamenti). Il film perde un po’ di mordente quando il personaggio viene messo da parte… ma è interessante notare come la situazione precipita proprio quando Mickey, il personaggio che fino a quel punto sembra essere il più fuori di testa, perde il controllo della situazione e del gruppo!
Inquietante il trucco di Milo Ventimiglia (Josh) e Michael Eklund (Bobby) che, lentamente, si trasformano in mostri (e non solo a causa delle radiazioni). Non è un caso, infatti, che il film abbia vinto un riconoscimento per il miglior trucco al Festival Internazionale del Cinema della Catalogna.

L'evoluzione di Josh...

... e, soprattutto, quella di Bobby...

Ben fatte, ma tutto sommato inutili, le scene "esterne" e quelle con i militari. Se, come accennato prima, quella del rapimento della figlia di Marylin ha senso nell’economia della trama (follia di Marylin, ferimento di Adrien, problema dello smaltimento dei cadaveri, acquisizione di una tuta isolante…), quella con protagonista Josh ha un “Mah” grande quanto una casa scritto sopra.
Inquietante la discesa nella follia e la fine della povera Marylin che, in pratica, diventa il sottomesso giocattolo sessuale di Josh e Bobby (le scene sono disturbanti, ma servono eccome all’economia del film!).
Mi è poi piaciuto il fatto che la protagonista, Eva, che per tutto il film sembra relegata al ruolo di “vorrei prendere in mano la situazione, ma non posso”, presa in mezzo com’è tra gli psicopatici al comando, il non potersi fidare completamente di Mickey, l’inspiegabile attrazione per l’inutile Adrien e quel coglione del fidanzato, alla fine faccia fuori tutti (e come darle torto) e se ne vada via da sola.
In realtà, ho parlato di finale crudo anche perché non lascia spazio ad alcuna speranza: nella, (per me inutile) scena finale, la desolazione pare totale e non sembrano esserci sopravvissuti… inoltre, in una scena precedente viene mostrato che Eva sta perdendo i capelli a causa delle radiazioni e, visto come sono ridotti Josh e Bobby verso la fine del film… beh, diciamo che non sono molto fiducioso sulle possibilità di sopravvivenza della povera Eva!
Morale della favola: in caso di esplosione nucleare preoccupatevi prima di tutto di chi vi sta accanto… per sicurezza.
Finito l’angolo del cineforum, concludo parlando dello speciale n. 29 Dylan Dog Il Pianeta dei Morti – La Casa delle Memorie.




Ho già detto che le uscite “accessorie” di Dylan Dog a tema mi stanno più che bene: rendono queste uscite “uniche” e, quindi, più appetibili… ad eccezione del Dylan Dog Old Boy (ne accennavo qui).
Trenini sfrenati e lancio di petardi per la scelta di ambientare gli speciali nell’universo narrativo alternativo del “Pianeta dei Morti”. Le tre storie finora pubblicate (Color Fest 2 e 10 e Gigante 22) mi sono piaciute molto ed era un peccato vederle sparpagliate in varie uscite con cadenza assolutamente randomica. 


Peccato solo che lo speciale abbia cadenza annuale! Va beh, pazienza.
Prima di leggere l’albo, avevo un’unica grande perplessità sullo Speciale: l’aver già narrato nelle precedenti pubblicazioni l’ideale fine della storia (anche se pure della serie regolare conosciamo già il finale!) ed il terribile antefatto. Per la serie, le migliori cartucce potrebbero essere state già sparate.

Cosa mi è piaciuto:
La copertina di Carnevale ed i disegni di Casertano (che pure non è tra i miei preferiti).
La storia “user friendly” fruibile per chi non ha letto i precedenti episodi, ma che comunque strizza l’occhio a chi lo ha fatto collegandosi alle precedenti storie. Se ho fatto bene i conti, lo speciale dovrebbe collegarsi tra i due speciali a colori (e fin qui ci siamo) e prima del Gigante…
Le “piccole” cose come il modo in cui vengono presentati i “ritornanti” ed i loro flashback (non dico altro per evitare spoiler) e l’“appartamento” in cui vive Dylan probabilmente consigliatoli da Francesco Della Morte.
Il finale (che non mi aspettavo).

Cosa non mi è piaciuto:
Forse per la necessità di “allungare il brodo”, ho trovato l’albo un po’ sbilanciato: parte iniziale e finale un po’ sacrificate in favore della parte centrale che invece ho trovato un pelino lenta.
L’assenza di alcuni personaggi che già avevano fatto la loro comparsa nella saga del Pianeta dei Morti o di personaggi ricorrenti della serie principale che ancora non avevano fatto il loro debutto in questo universo.
Da amante dei chiamiamoli universi paralleli, infine, mi sarebbe piaciuto, visto che il numero di pagine a disposizione lo avrebbe anche permesso, qualche flash sulla vita quotidiana durante l’epidemia… così per curiosità.

Se volete un consiglio, comprate lo speciale Dylan Dog Il Pianeta dei Morti – La Casa delle Memorie che potrebbe piacervi anche se non siete propriamente fan del Dylan Dog regolare e recuperate le passate storie.
P.S. Ho appena comprato, ma non ancora letto, l’ultimo Dylan Dog e, leggendo il retro, mi sono accorto che il prossimo numero sarà il 350 (come mi sento vecchio!). Che dire? Spero che, come da tradizione per le ricorrenze speciali, sia un bel numero (ma non mi fate soffrire troppo Bloch che ancora si deve riprendere dal numero 200)!

E voi? Avete visto Chloe e The Divide? Che ne pensate? Vi ho fatto venire voglia di vederli o di evitarli?
E lo speciale di Dylan Dog? Lo avete letto? Avete intenzione di farlo, o passerete la mano?

È tutto per oggi, alla prossima!

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