mercoledì 29 aprile 2015

Wrestling nella vita reale – Call Center ed offerte commerciali

Salve a tutti, benvenuti nel blog piacevole come un soggiorno a casa di un accumulatore seriale (e compulsivo) di carta igienica usata.


La vita di tutti i giorni può essere fantastica ed emozionante… ma ci sono giorni in cui gli eventi quotidiani ti si accaniscono contro senza pietà (un po’ come gli haters di Francesco Sole… però pure tu a fare la pubblicità delle sottilette…!). È in quei giorni che la mia mente viaggia lontano, trovando un rifugio… nel wrestling!


Lo scenario di oggi è:


Chiamate indesiderate ed offerte commerciali moleste


Attenzione: l’operatore di call center è un lavoratore come tutti gli altri, niente di più, niente di meno e come tale va trattato, naturalmente. Personalmente, non ho mai risposto male ad una delle tante (troppe), telefonate riguardanti le più disparate offerte commerciali (operatore telefonico, fornitura energetica, pentole, materassi, sondaggi vari, corsi di aggiornamento, Almalaurea, ecc…) che mi sono giunte fino ad ora. Anche se bisogna ammettere che le chiamate di Almalaurea per quei maledetti questionari rasentano lo stalking…


È anche vero che, a memoria, ricordo solo un’operatrice veramente simpatica con cui ho anche chiacchierato un po’, pur senza acquistare niente… mentre ben ricordo i molti altri operatori insistenti ben oltre il lecito ed anche qualcuno decisamente maleducato.
A questi ultimi, che non fanno altro che rendere la vita difficile alle persone per bene che fanno il proprio lavoro, si aggiungono anche quelli in palese malafede che alla domanda “È un’offerta commerciale?”, ti rispondono “No”, salvo poi incartarsi in giri di parole per interminabili minuti per poi proporti… un’offerta commerciale (sorpresi, eh?).
Si aggiungono, poi, anche quelli che dopo il primo, inappellabile, “No” ti chiedono “Perché?”.
Fatti i cazzi tuoi.
Quello che mi ha sempre colpito nel sordido traffico di dati personali a fini commerciali è che, a periodi di relativa calma, si alternano periodi di piena con chiamate incessanti alle ore più stronze della giornata, costringendo gli inquilini ad una strenua difesa, in stile Battaglia delle Termopili per intenderci... 

 
Per non parlare del rischio, in un attimo di eccessiva foga, di mandare a fare in culo una tua cara zia che non senti da tantissimo tempo e che ha avuto la sfiga di chiamarti dopo l’ennesima offerta commerciale.
Altro “problema”: spesso i call center sono delocalizzati in remote località in culo al mondo e giungono chiamate da persone che parlano pochissimo l’italiano. Risultato: anche se voglio comprare qualcosa, non ci capiamo neanche per sbaglio e la telefonata risulta inutile per entrambi. Ripeto: è un lavoro come un altro. Personalmente, però, cerco di seguire nella vita quotidiana la massima “Non rompere i coglioni al tuo prossimo”. Quindi: voglio un gelato? Entro in un bar. Mi serve una polo? Entro in un negozio di abbigliamento. Se mi telefoni o mi fermi per strada per chiedermi se voglio comprare un gelato o una polo, per la legge dei grandi numeri, al 99.9% stai perdendo, e mi stai facendo perdere, tempo.
Capitolo a parte sono i call center ossessivo compulsivi, quelli, per intenderci che ti chiamano tipo alle 22.00 e, dopo qualche secondo, ti riattaccano il telefono in faccia… salvo richiamarti due minuti dopo. Ecco i gestori di queste ragadi anali, in grado di istigare alla violenza anche Don Lurio, possono sedersi su un cactus e rimanere lì impalati per l’eternità… mentre tutti i poveri cristi a cui hanno rotto i coglioni li schiaffeggiano con un pesce palla avvolto in una medusa urticante.
Eccomi, dunque, che dopo un prolungato periodo di assedio, mi concedo un pisolino dopo pranzo sul divano il sabato pomeriggio... e tac! Squilla il telefono! Svegliatomi di soprassalto, barcollo ancora assonnato verso il telefono, sbattendo praticamente contro qualsiasi oggetto lungo il tragitto e frantumandomi sistematicamente tutte le falangi dei mignoli dei piedi contro spigoli fino ad allora sconosciuti. Con la bocca ancora impastata, ed accortomi solo in quel momento di essermi sbavato addosso, durante il sonno come un cane molosso alla vista del Ciappi, articolo con difficoltà uno stentato “Prontooooo?”… per sentire dall’altra parte qualcuno che ansima come un Darth Vader pervertito, nonché particolarmente asmatico, a caso... che poi riattacca.


E io sorrido, sì sorrido, caro amico, immaginando, un giorno non troppo lontano, di accoglierti così, alla maniera del mio amico Shawn Michaels:

Shawn Michaels colpisce Shelton Benjamin con la Sweet Chin Music – WWE Raw

E a voi? È mai capitato qualcosa di simile (o di peggio)?

È tutto per oggi, alla prossima!

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