domenica 19 giugno 2016

Chiacchiere da bar - Italia vs Svezia (Euro 2016)


Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog avvincente come il trenino di Capodanno.
 
 

Per via degli Europei, sostituzione nella formazione dell’Internetturbino:

Chiacchiere da Bar sostituisce Post Veloce

 
Sarò onesto con voi (come un banchiere corrotto): non avevo intenzione di scrivere questo post.
La motivazione?
Semplice: in un’ideale scala dell’eccitamento umano che va da “Giro sulle montagne russa in compagnia di un branco di conigliette di Playboy assatanate” a “Messa Funebre con annessa rassegna di film postimpressionisti polacchi”... 

... posso tranquillamente affermare che Italia – Svezia si è attestata a livello “Lezione del Consorzio Nettuno” 

Pensare che, in fondo in fondo, gli indizi nefasti c’erano tutti:

 
Data della partita: venerdì 17

Orario della partita: 15.00 

Già a partire dalle 14.00, gli uffici di mezza Italia hanno iniziato a svuotarsi a colpi di scuse fantasiose… con scene tipo questa: 

Impiegato: “Porca miseria! Devo scappare: ho dimenticato di prendere mio miglio a scuola!” 
Capo: “Veramente la scuola è finita più di dieci giorni fa…!” 
Impiegato: “Allora devo proprio andare: povera creatura, dieci giorni da solo… sa, con tutta la brutta gente che c’è in giro! Chi la sente mia moglie?”

Con una scusa simile, sono riuscito a defilarmi per non mancare all’appuntamento a casa del mio amico (dove avevo già vito la precedente partita, recuperate il post qui). Sta di fatto che, dopo che la popolazione nazionale si è adoperata a trovare tutta una serie di scuse encomiabili per sottrarsi al lavoro, ci si è trovati davanti ad una partita moscia come le palle di un ultranovantenne.

 
Lo so: è una scena forte, ma rende bene l’idea 

Il primo tempo in particolar modo è stato atroce e, tra un colpo di sonno e l’altro, non ho potuto fare a meno di notare che l'Italia non è riuscita ad imporre il proprio gioco ad una selezione dell'Ikea...

 

Data l’alta percentuale di svedesi sugli spalti, speravo almeno di consolarmi con gustosi primi piani di avvenenti tifose svedesi…


 
… peccato che la regia abbia indugiato costantemente su ominidi pittoreschi come questi… 

Alla fine del primo tempo, per riprenderci dal torpore, non abbiamo avuto altra scelta che optare non per birra e focaccia, ma per ciambella e caffè (direttamente in endovena). Probabilmente nell’intervallo, Conte deve aver brutalizzato gli azzurri…

 
… più o meno così… 

… dal momento che il secondo tempo è stato appena appena più dignitoso. Man mano che i minuti passavano, i presenti hanno iniziato ad abbandonarsi ai più brutali anatemi nei confronti dei poveri svedesi.
Su tutti vi riporto questo, profetico in maniera inquietante: 

 
“Si meriterebbero la peggiore infamata per vendicarci del biscotto del 2004: magari un gol di quella segaccia di Eder nei minuti finali” 

La partita, intanto, scorre via tra numerose slogature di mandibola causata dai ripetuti sbadigli… tant’è che, quando la mia ragazza mi ricorda che le avevo promesso di accompagnarla al lavoro, non mi preoccupo minimamente del fatto che mancano ancora circa cinque minuti alla fine della partita.
Raccolgo il mio scroto che, intanto, era finito tra le pieghe dei cuscini del divano (là dove scompaiono le monetine), saluto i presenti e me ne vado.
Quando ormai sono quasi arrivato a destinazione, accade l’inimmaginabile: mentre ascolto la telecronaca in auto, il cronista inizia ad urlare come un ossesso…
Possessione diabolica?
Calcoli renali?
Programmazione h24 delle greatest hits di Gigi D’Alessio?
No, “peggio”: gol dell’Italia all’88. Per di più scopro che la difesa svedese, impenetrabile come un tonno davanti ad un grissino, si è faccia uccellare da… Eder (che segna con il numero 17, quando mancano 17 minuti alle 17.00 di venerdì 17...).
Mentre stormi di gufi si alzano in volo a Tolone (grattandosi i testicoli), un’amara consapevolezza si fa largo dentro di me:

 
Mi sono scartavetrato i testicoli per 85 minuti e hanno segnato 45 secondi dopo che me n’ero andato…

Vabbè, tutto è bene quel che finisce bene: amici svedesi, sapete dove ve lo dovete infilare il biscottone? 

È tutto per oggi, alla prossima!

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