lunedì 16 maggio 2016

Intanto, nel mondo - Rassegna Stampa 60 (animal fail, giovani sballati, maglietta per turisti)



Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog piacevole come un calcolo renale (grande quanto un asteroide).


Nella Rassegna Stampa di oggi: vatti a fidare degli animali, il nuovo sballo dei giovani, la maglietta del futuro.


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Animal fail (potete leggere le notizie qui e qui) 
 
Quante volte si sentono frasi come:

“Il cane è il migliore amico dell’uomo”
“Il mio cane è intelligente”
“Il mio cane mi porta il giornale e mi aiuta con il cruciverba”
“Il mio cane è pulito: abbassa sempre la tavoletta dopo essere stato in bagno”

E poi, invece, hanno cani così...

In Florida, un uomo si è fidato del proprio cane ed è finito in manette… e con profonde ferite ai glutei.
Vi vedo un po’ confusi, andiamo con ordine.
Il protagonista della nostra storia è uno spietato criminale dedito ai furti con destrezza... Furti di prodotti per capelli, per la precisione.

Non ci sono più i supercriminali di una volta

Sta di fatto che l’uomo è stato prontamente individuato dagli agenti di polizia che gli hanno intimato di stendersi per terra per procedere all’arresto. Il genio del crimine, in compagnia del suo pitbull, ha prima finto di obbedire agli ordini, per poi aizzare il suo cane contro i poliziotti, gridando: “Uccidili! Uccidili!”.
Il cane è partito prontamente all’attacco… azzannando il culo del suo proprietario. In pratica, siamo davanti al primo cane collaboratore di giustizia.

"Prendi il poliziotto! Il poliziotto, ho detto! Aaaarrrgghh!"

L’uomo, dopo aver ricevuto le cure mediche del caso, è stato arrestato.
A questo punto, sento già ridere sotto i baffi i possessori di gatti che stanno scuotendo la testa, vantandosi delle doti dei propri amici felini.
Tranquilli, amici gattari, l’Internetturbino ne ha anche per voi.
Prendiamo armi e bagagli e spostiamoci in Cornovaglia, per l’esattezza nella casa del piccolo Cupcake, professione gatto siamese giramondo (o aspirante suicida, a seconda dei punti di vista).
Tutto pareva tranquillo a casa Cupcake, fino a quando i proprietari del felino hanno deciso di spedire a Worthing un pacco contenente alcuni DVD… da quel momento, Cupcake è sparito.
Otto giorni dopo, a Worthing (a ben 420 km di distanza), il destinatario dei DVD ha ricevuto il proprio pacco, lo ha aperto… e ci ha trovato dentro Cupcake (vivo).
Il felino, amante degli angusti pertugi come tutti i suoi simili, aveva ben pensato, infatti, di infilarsi nel pacco di DVD, rimanendovi poi chiuso dentro e venendo spedito.

Ricostruzione cinematografica di Cupcake che decide di spedirsi tramite raccomandata

Fortunatamente, la vicenda si è svolta nel Regno Unito dove le poste funzionano bene: fosse successo in Italia, Cupcake sarebbe finito in giacenza in un deposito a tempo indeterminato… o sarebbe arrivato in Islanda (passando per Honolulu)

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Gioventù bruciata… o meglio, gioventù con il cervello bruciato (potete leggere la notizia qui)

Non so voi, ma mi accorgo di stare invecchiando quando, vedendo un gruppo di adolescenti, le prime parole che mi vengono in mente non sono “Futuro”, “Speranza” e cose simili… ma “Fancazzisti”, “Decerebrati” e cose simili.
Ovviamente è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio...

...ma è anche vero che alcuni individui fanno di tutto per aumentare la mia sfiducia verso il genere umano (che già raggiunge picchi niente male)

Spostiamoci in un liceo di Ascoli dove pare (ma sì, concedo il benefico del dubbio alle generazioni future), che una studentessa sia stata ricoverata dopo aver sniffato dell’Oki (il noto antinfiammatorio per intenderci).
Bene.
C’è da capire il perché del gesto.
Scherzo burlone? Personalmente, per scherzare tra amici, da giovane ricordo di aver fatto finta di assumere cocaina usando dello zucchero… ma, naturalmente, non lo sniffavo veramente (un minimo di istinto di conservazione, porca miseria!).
Un’altra possibilità è che la ragazza abbia sbagliato a leggere il bugiardino… e forse le è andata bene: pensate se, per errore, avesse assunto una compressa effervescente come se fosse una supposta (e viceversa).
Un’altra possibilità è che la giovane abbia agito così proprio con il fine di sballarsi in maniera economica. Pare, infatti, che assumere in questo modo creativo un antinfiammatorio provochi una leggere euforia di breve durata… oltre che problemi di salute, naturalmente.
La notizia non finisce qui, perché gli utenti del web non hanno resistito alla tentazione di commentare la notizia:

Giggi: “Selezione naturale!”
Andrea: "Il nuovo che avanza, LOL"
Akhenaton: "Il ketoprofene è il principio attivo del farmaco in questione, ed è commercializzato da numerose ditte, anche come generico. Perché indicarne il nome commerciale di una speci@#?*%$ casa farmaceutica? Si vuole fare pubblicità o contropubblicità alla Dompé?”

Come avrete notato, la parola “specifica” è stata scritta così: “speci@#?*%$”. L’autrice del messaggio ha poi commentato l’accaduto:

Akhenaton: Scusate, dovevo scrivere “specificca” così la pezza moralista non compariva” Carmine: “Devi adeguarti, il moderatore è un bot”

In pratica, il sistema automatico per la moderazione dei messaggi del sito internet su cui ha postato l'utente ha censurato il suffisso “–fica” della parola “specifica”, trascrivendola con caratteri speciali.
Che dire?
W la @#?*%$ e che Dio la benedica!

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Maglietta da viaggio (Potete leggere la notizia qui)

Diciamocelo: a chi non piace viaggiare in località straniere, partendo magari all’avventura zaino in spalla?
Peccato per quella piccola, ma insuperabile barriera invisibile che colpisce la quasi totalità degli italiani…

… la scarsa conoscenza delle lingue straniere

Varcati gli italici confini, la maggior parte degli italiani hanno scarsissime probabilità di sopravvivenza ed è possibile assistere a raccapriccianti scene come queste:

Italiano all’estero: “Vorrei un caffè”
Cameriere: “What?”
Italiano all’estero: “Vorrei… un… caffè!”
Cameriere: “What?”
Italiano all’estero: “V-o-r-r-e-i… u-n… c-a-f-f-è” (e via così, ripetendo la stessa frase sempre più lentamente)

Dopo aver inutilmente parlato al rallentatore per mezz’ora, l’italiano medio diventa improvvisamente un mimo professionista e, dopo un paio d’ore di tentativi imbarazzanti compiuti muovendosi come un tarantolato, riceve il suo caffè… leggermente allungato in una tazza da due litri, ma per spiegare al cameriere di volere un “caffè espresso” ci avrebbe messo un paio di mesi e, quindi, tanto vale accontentarsi.
Per i diversamente poliglotti, ecco l’invenzione definitiva ad opera di George Hotn e Florian Nast:

Iconspeak: la maglietta con diverse icone stampate per facilitare la comunicazione non verbale

In pratica, si indicano sul proprio petto le diverse icone per comunicare con chi non parla la propria lingua. L’idea non è neanche malvagia… certo, per le donne che andrebbero in giro a toccarsi le menne cercando di comunicare, c'è il rischio di pericolosi fraintendimenti o di essere arrestate per atti osceni in luogo pubblico, ma tant'è...
Comunque, vediamo un po’ nel dettaglio la Iconspeak. Mmm… ripeto, l’idea di fondo è anche buona, ma secondo me il rischio di pericolosi fraintendimenti è altissimo.
Qualche esempio:

Cuore + Cassetta pronto soccorso:
“Accompagnami in ospedale perché ho un infarto”
potrebbe essere frainteso con:
“Cerco preservativi per fare sesso”


Macchina fotografica + Bagno:
“Ho bisogno di aiuto: mi è caduta la macchina fotografica nel water”
potrebbe essere frainteso con:
“È possibile farsi i selfie sul water?”



Benzina + Fiamma
“Ho bisogno di combustibile per riscaldami”
potrebbe essere frainteso con:
“Sono un piromane, puoi aiutarmi a trovare un pò di benzina?”

È tutto per oggi, alla prossima!

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