martedì 29 marzo 2016

Chiacchiere da bar - Pasqua e Pasquetta



Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog utile come i sensi di colpa dopo le abbuffate di Pasqua e Pasquetta.

Palla di lardo! Smettila di sgranocchiare il femore di tua zia!

Come va? Ce l’avete fatta a rantolare giù dal letto dopo i bagordi di questi giorni? Causa digestione impegnativa, piccola modifica nell’Internetturbino questa settimana: oggi post su Pasqua e Pasquetta, domani Rassegna Stampa e venerdì… sorpresa (nel senso che ancora non so di cosa parlerò e sarà una sorpresa anche per me).

 
Pasqua e Pasquetta sono giorni speciali da passare con parenti ed amici... ad abbuffarsi come se non ci fosse più un domani.
E allora vediamo un po’ quali esperienze emozionali abbiamo probabilmente sperimentato in questi giorni di festa.
Non si può non iniziare con:

Sensi di colpa


Non lo neghiamo, alla vigilia di qualsiasi festa che comprenda l’abuso di cibo, ci si ripete ogni volta: “Questa volta mangerò di meno!”… salvo poi fallire miseramente.
A proposito di fallimento, una tattica infelice è quella di saltare la colazione per limitare un minimo l’assunzione di calorie nel corso della giornata.
Risultato? Si arriva all’ora di pranzo famelici come un branco di lupi e, già dopo gli antipasti, abbiamo messo mano alla cinta… non solo per allargarla di un buco, ma per prendere a cinghiate tutti coloro che osano frapporsi tra noi e il cibo nella spietata lotta per le tartine.


Un’altra tattica che non funzione è quella di chiedere porzioni piccole… tanto poi, arriva immancabile la zia o la nonna che, vedendoci sciupati (anche se abbiamo un girovita misurabile in Unità Astronomiche tipo orbita di Urano), ci serve porzioni di pasta al forno misurabili in metri quadrati.

Calpestabili, ovviamente

E dopo il primo primo che fate? Non oserete certo fare uno sgarro a vostra cugina, che ha passato una mattinata ai fornelli, non assaggiando il secondo primo, vero!?
E lo stesso vale per il primo secondo, il secondo secondo (la frutta la evitiamo perché mica siamo dei pozzi senza fondo), piccola pasticceria e dolce finale.
Alla fine scopriamo, con sgomento, di aver fatto il bis (ma anche il tris, il full e la scala reale) di qualsiasi portata. Menzione d’onore, poi, per l’esplosione del bottone dei nostri pantaloni ed il conseguente abbattimento del cuginetto seduto di fronte…

Imbarazzo

Questa riguarda più che altro Pasqua che, di solito, è l’occasione per riabbracciare parenti che non si vedono molto spesso.
Tutti felici di passare una giornata in famiglia e poi, il dramma: la paura di non ricordarsi tutti i nomi (compresi quelli di prole, fidanzati/e mariti, mogli e parenti acquisiti).
I più previdenti si organizzano, nei giorni precedenti, in veri e propri gruppi di studio con tanto di interrogazioni, compiti in classe e colloquio con i genitori per arrivare preparati:

 

... ma tanto va a finire che:

Chiami per tutta la giornata “Pier Ugo” tuo zio Clementino (mentre Pier Ugo è il criceto della figlia di seconde nozze di tua procugina)…

Preso dal panico, passi tutto il tempo ad usare pronomi personali invece dei nomi propri per evitare figuracce… ma ci metti 45 minuti a farti passare la saliera dall’altra parte del tavolo “Ehi, tu! Mi passi la saliera? Sì, qulla vicino a lui. No, non lui… un po’ più vicina a lei, esatto: a sinistra rispetto a noi, quindi a destra rispetto a voi… o, al diavolo, me la prendo da solo!”

Invidia


Al momento di aprire le uova di Pasqua si consuma, puntuale, la tragedia. Tutti trovano sorprese che vanno dall’utile al simpatico… mentre a te tocca la pacchianata inutile fatta a sorpresa.
Non si sfugge.
Sei uomo? Trovi ciondoli da donna a non finire, braccialetti e mini trousse.
Sei donna? Trovi campioncini di schiuma da barba, un apribottiglie a forma di vagina ed un petofono.
Come si sa, l’invidia e la necessità possono rendere l’uomo una bestia senza scrupoli ed i più spietati possono arrivare a raggirare i cugini più piccoli, barattando un robottino assemblabile con un’agenda del 2002, o intascandosi la loro sorpresa con la scusa di aiutarli nelle operazioni di montaggio.

Vergogna (e avarizia)

Come a Natale, compare puntuale la piaga della recita delle poesie da parte dei più piccoli. Ora, per colpa dell'invasione di talent con protagonisti bambini, ci si aspetta che i tutti siano un incrocio fra Dario Fo e Anna Magnani e, quindi, si rimane puntualmente delusi al momento della declamazione delle poesie…
… complice anche testi non proprio ricercati:

“È Pasqua, è Pasqua!”
dice allegro il sole
mentre gioca con i fiori delle aiuole.
Volan le rondini nel cielo turchino,
mentre nell’aia zampetta un pulcino


Con conseguente lancio di ortaggi

Dopo l’agonia della poesia (che può essere prolungata dal parente di turno che, pensando di fare il simpatico, urla “Bis!”, venendo preso in parola dal bambino esibizionista), arriva il momento dell’estorsione. La piccola star di turno, infatti, batte cassa facendo il giro del tavolo allungando le manine avide in cerca di spiccioli.
In caso di famiglie con tanti bambini, si scatenano vergognose scene di panico per evitare il salasso: persone che vanno in bagno (come a scuola per evitare le interrogazioni), persone che si allontanano fingendo di ricevere telefonate di auguri, persone che fanno finta di aver dimenticato il portafoglio e, rovistando nelle tasche, regalano ai bambini nell’ordine: una graffetta, un fazzoletto usato, un preservativo nuovo, la sorpresa dell’uovo di Pasqua trafugata in precedenza...


La vera tragedia è quando ci si accorge di avere solo banconote nel portafoglio e, tra gli applausi dei parenti, si allungano 20€ al novello Shakespeare… salvo poi sussurrare all’orecchio del bambino: “Adesso vai a frugare nella borsa di mamma e portami 19€ di resto”… cosa che l’innocente creatura riferirà immediatamente… ad alta voce ed in piedi sulla sedia (‘sto infame…).

Male di vivere


Immancabile, poi, la lite con il parente / amico vegano che vi strappa di mano il cosciotto di agnello che state per addentare e lo getta via (magari colpendo in piena nuca e facendo ribaltare il bisnonno che si stava concedendo una meritata pennica sulla poltrona).
A quel punto, parte una disputa teologica da antologia con tanto di parenti ad incitare i contendenti tipo rissa da strada:

“Mangiare gli agnellini (e gli altri animali) è sbagliato!”
“Ma l’uomo è onnivoro!”
“Ma prima era vegetariano vista la dentatura e l’intestino che ha!”
“Sai com’è, l’evoluzione…”
“Ma sai quanto si inquina per ottenere un chilo di carne?”
“Ma sai che anche internet inquina? Pensaci ogni volta che cerchi la ricetta del ragù di tofu e che posti stronzate su Facebook!”

Arrivati all’apice dello scontro, si passa alle armi di distruzione di massa: il parente / amico vegano tirerà fuori il suo cellulare e vi schiafferà sotto il naso un’immagine tipo questa:


… a cui voi risponderete con un’immagine tipo questa:


Alla fine, si arriverà all’inevitabile scontro fisico con il parente / amico vegano che vi sfregherà del peperoncino sugli occhi e vi lancerà fette di zucchina come fossero shuriken ninja, mentre voi proverete ad abbatterlo a colpi di carpaccio, brandendo coraggiosamente una salsiccia come fosse un nunchaku…

È tutto per oggi, alla prossima!

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