mercoledì 12 ottobre 2016

Chiacchiere da bar - Viaggio ad Amsterdam

Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog utile come i risvoltini al Polo Sud.

 

Ecco un nuovo post dopo una settimana di latitanza. Tranquilli, non ho avuto il blocco dello scrittore, né sono stato vittima di rapimento alieno (con tanto di imbarazzanti esperimenti con sonde anali). Semplicemente, mi sono concesso un ricreativo weekend ad Amsterdam...

Tempo stimato di lettura: circa 10 minuti


Guarda che nebbia… ehi, ma non è nebbia.
Che sballo!


Dal momento che questa trasferta ad Amsterdam mi ha decisamente arricchito da un punto di vista spirituale, sono più che contento di condividere qualche riflessione con voi.
Cosa c’è di più pericoloso all’estero?
Le barriere linguistiche?
Il rischio di essere circuito da bellezze locali salvo poi finire nelle grinfie di spietati ladri di organi?
Macché!
Sto parlando de…

Gli italiani all’estero


Noi italiani siamo come gli Alien:



Nel senso che siamo semplicemente ovunque e, per un motivo e per un altro, siamo facilmente individuabili ad un paio di chilometri di distanza.
Sarà perché, avendo una conoscenza delle lingue straniere altamente deficitaria, siamo convinti di riuscire a farci capire ovunque semplicemente parlando lentamente e gesticolando… sarà che, nelle nostre peregrinazioni in giro per il mondo, suscitiamo tenerezza nelle popolazioni locali mentre elemosiniamo un caffè decente in piena crisi di astinenza…
Insomma, in un modo o nell’altro, lasciamo sempre il segno.
Qualche esempio.
Al museo di Van Gogh, davanti al più celebre autoritratto del pittore…


… questo, per intenderci


… Un gruppetto di connazionali ha dato vita al dialogo al tempo stesso più epico, deprimente, surreale e libidinoso a cui abbia mai assistito.
Pronti?
Vi avviso, il mondo non sarà mai più lo stesso:


Amico subumano: “Ma chi è questo nel ritratto?”
Altro amico: “Ehm… Van Gogh”
Amico subumano: “Ah! Quello dell'Urlo di Munch?”
Altro amico: “Ehm… no.”
Amico subumano: “E chi ha dipinto l'Urlo di Munch?”
Altro amico: “Ehm… Munch!”
Amico subumano: “Oooohhhh!”



È proprio per figure di merda come questa che, all’estero, hanno un’immagine un po’ distorta di noi.
Ad esempio, vicino alla stazione ferroviaria di Amsterdam, io ed i miei amici ci stavamo facendo qualche fotografia, quando all’improvviso, una donna si è avvicinata a noi offrendosi di scattarci una foto.
Bellissimo gesto, di una gentilezza squisita...
Peccato solo che, al momento del fatidico “Cheese”, ci abbia detto, in un discreto italiano: “Potete anche dire lasagna: è una parola bellissima”.
Vabbé.

I ciclisti indemoniati


Lo sanno tutti: ad Amsterdam, ed in Olanda in generale, ci sono un sacco di biciclette.
Benissimo, io amo andare in bici!
Il problema è che ce ne sono veramente troppe… una vera invasione. Il vero problema è che i ciclisti di Amsterdam, forti del loro numero, sono al vertice della piramide alimentare del traffico cittadino (un po’ come gli automobilisti da noi) e sono, di conseguenza, agguerriti e spietati.



Quando stanno per arrivarti addosso, ad esempio, ti avvisano suonando il campanello e non bestemmiano neanche più di tanto… peccato che non smettano di pedalare neanche dopo che il tuo naso è rimasto incastrato nei raggi delle loro ruote.
Ammetto che, spinto da una qualche forza oscura, mi sono ritrovato spesso a camminare sulla piste ciclabili…


…Vuoi anche perché i marciapiedi erano occupati da un quantitativo imbarazzante di biciclette…


… rischiando di essere stirato come un gatto in tangenziale un numero incredibile di volte.
Ma sapete la cosa più buffa? L’unico “incidente” che ho avuto è stato causato da una maledetta ciclista che mi ha tamponato da dietro (mentre, per una volta, camminavo sul marciapiede).
Un indubbio lato positivo di questa sovrappopolazione di ciclisti è consiste nel fatto che le donne olandesi hanno fondoschiena duri come il marmo e gambe muscolose alla Gattuso…


… che probabilmente usano per sopprimere i pedoni che incrociano incautamente la loro strada 


Sopravvissuto ai ciclisti, il turista medio cerca inevitabilmente conforto visitando il vero simbolo di Amsterdam: i coffee shop.

Attrazioni per i fattoni

Poche palle: Amsterdam è interamente pensata e realizzata per sovraeccitare ulteriormente lo stato di alterazione mentale dei turisti fattoni. Solo così si spiegano, per esempio…


... Gli interni dei treni psichedelici e le case diversamente dritte
 


Il risultato è che ci si imbatte in continuazione in persone che vagano per la città completamente allucinate…


… facilmente riconoscibili dalla camminata alla “Andiamo a comandare”... o per la incofondibile posa da lemure dello Zoo di Amsterdam in piena crisi mistica 



Infine, è giunta l’ora del delirio finale:

Booking

In un rigurgito di gioventù, pur essendo la comitiva composta da trentenni (ed ultra trentenni), si è deciso di prendere un appartamento sul famigerato portale Booking.com.
In realtà la scelta è stata dettata anche dal fatto che Amsterdam è una città maledettamente cara. In pratica, allo stesso prezzo di un appartamento, si trovavano sì degli alberghi… ma di infimo livello, tanto che le recensioni degli utenti sono del tipo: “Ci sono buchi alle pareti che manco i gloryhole...” (e chi ha una certa dimestichezza con i pornazzi non può che rabbrividire…).


Per le anime pie che non bazzicano i siti porno, il concetto è riassumibile con questa immagine (più o meno)


Dopo aver passato ore su Booking, la scelta è ricaduta su un interessante appartamento. Peccato che, una volta arrivati a destinazione, tutti i membri della comitiva hanno provato quella inconfondibile sensazione che si prova quando, completamente sballati, si rimorchia una tipa strafiga in qualche locale notturno… salvo poi scoprire la mattina dopo di essersi accoppiati con un orinale abominevole (e dal brutto carattere, per giunta).
Permettetemi di entrare un attimo nel dettaglio…


Queste le ho ribattezzate le scale killer. Sicuramente è colpa mia che calzo 46, ma vi posso assicurare che, ogni mattina, ci mettevo 10 minuti buoni per uscire di casa perché avevo una fottuta paura di cadere nel vuoto ed ammazzarmi



Questo è il bagno… carino no? Certo, se non fosse per il cesso concettualmente sbagliato. Il fondo era più o meno come lo vedete nell'immagine e potete immaginare come, in caso di bisogno fisiologico importante, la tragedia fosse perennemente dietro l’angolo…


Questo è il soggiorno. Che dire, il fotografo è stato fenomenale (o la foto è stata scattata anni prima dell'invasione degli acari giganti)


Il vero problema è che il soggiorno era popolato da questo temibile poggia piedi. Credetemi, vi siete evitati un’immagine molto, molto forte: anche se non sono molto visibili, vi posso assicurare che è tappezzato di tracce di liquidi biologici che neanche in tutte le puntate di CSI…


Questa era la mia camera. All’apparenza accogliente e luminosa, in realtà era buia (la finestra era "murata" con chilometri di nastro isolante) e con un termosifone decisamente sovradimensionato (lungo quando l’intera camera ed a ridosso del letto). Un luogo afoso e buio: in pratica è stato come dormire in uno sfintere anale


E, infine, la trappola per topi con tanto di pezzetto di formaggio. C’è da dire che, almeno, il formaggio è rimasto al suo posto… segno che il topo era andato in vacanza o che, magari, era solo intollerante al lattosio
In pratica era un appartamento in cui si correva continuamente il rischio di prendere i funghi…


Porcini?
Allucinogeni?
Macché...


Direi piuttosto un fungo atomico… che ritengo sia l’unica cosa che potrebbe ripulire a fondo quel posto

È tutto per oggi, alla prossima!

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