venerdì 11 settembre 2015

Chiacchiere da Bar – Scuola (ricordi scemi e consigli ancora più scemi)

Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog rassicurante come il dito della professoressa più temuta che scorre sul registro prima dell’interrogazione.

Oggi interroghiamo... vediamo un po'...


Driiin, driiin!
Che cos’è questo ruomere infernale?
L’allarme antincendio che ci ricorda, troppo tardi, che fumare a letto è una pessima idea?
Qualche call center delocalizzato su Kepler-186f che chiama per offrirci un abbonamento all’anima degli stramalimortacci loro?
No, peggio.
È la sveglia che suona… catapultandoci nell’incubo di grandi e piccini: l’inizio dell’anno scolastico.
Non conoscendo minimamente l’acrobatico calendario scolastico in Italia (e non avendo la minima intenzione di colmare questa lacuna), suppongo che per qualcuno l’incubo sia già diventato realtà, mentre i più fortunati possono godere di qualche giorno in più… e vivere nel più cieco terrore.
Almeno, per me era così: se già un paio di settimane prima dell’ultimo giorno di scuola mi aggiravo tutto accelerato e già proiettato verso le vacanze ed il fancazzismo più spinto, due settimane prima dell’inizio della scuola mi prendeva l’equivalente analcolico della sbronza triste e mi aggiravo per casa spento ed incupito.
Particolarmente deprimenti, poi, erano le pubblicità di diari e zaini che iniziavano tipo due settimane dopo la fine della scuola… come a ricordare il carattere effimero delle vacanze estive.
Poco da aggiungere, l’inizio della scuola suscita, da sempre, due tipi di reazioni di cui vi propongo una sintesi:

Per quelli in età scolare

Per tutti gli altri

Quindi coraggio: i depressi di oggi saranno i contenti di domani e, magari, si divertiranno a sbeffeggiare i più giovani costretti ad iniziare il calvario scolastico.
Mi ricordo che, ai tempi del liceo, i ragazzi più grandi (chiaramente ex studenti), si divertivano un mondo a venire a prenderci per il c***o il primo giorno di scuola intonando Un’estate fa (versione dei Delta V), cantando con particolare enfasi la strofa “Ma l'estate somiglia a un gioco, è stupenda ma dura poco”.
Simpatici... come un serial killer che sbuca da sotto al letto, ma simpatici.


Non per fare il vecchio nostalgico, ma è sicuramente vero che il periodo della scuola è quello che regala maggiori emozioni e ricordi che ci accompagneranno per tutta la vita… insieme agli incubi, naturalmente!
Ancora oggi, che di anni ne ho 33, sogno ogni tanto di sostenere l’esame di maturità in ciabatte e mutande, svegliandomi di soprassalto!
A proposito, visto che l’età avanza e sento l’impellente necessità di ammorbare i più giovani con vecchi ricordi, vorrei condividerne qualcuno con voi.

I) Supplente di ferro
Al liceo, la mia prof di latino, greco, italiano e derivati era perennemente incinta…
… in pratica si riproduceva ad un ritmo pari a quello dei Triboli di Star Trek:


Un giorno, ci viene assegnata una giovane supplente. Grazie al vicepreside colluso, veniamo a conoscenza del fatto che la giovine era alla sua prima supplenza annuale e, ringalluzziti, io ed i miei compagni ci prepariamo ad almeno una settimana di reciproca conoscenza e conseguente  cazzeggio.
See…
Lo ricordo perfettamente come fosse ieri: la prof. entra, si siede e dice “Buongiorno, sono Giovanna L., aprite il libro di greco ed iniziamo”.
Tre ore di sanguinosa maratona di greco intensivo non stop… roba da fare un nodo scorsoio ed impiccarsi al lampadario dell'aula.
Sempre riguardo questa giovane (e carina) supplente, ricordo che, nel giro di un mese, praticamente tutta la classe (specie i secchioni), sprofondò nella crisi depressiva più nera.
Era esigente all’inverosimile, “cattiva”, seria e ci faceva una fo***ta paura. 

In pratica un incrocio tra Darth Vader, il maestro Pai Mei di Kill Bill, il temibile allenatore di Mila e Shiro e Joe Bastianich…

Ricordo che passavo il tragitto casa – scuola ripetendo grammatica latina con il culo stretto dalla fifa…
Il clima di ansia era a livelli così inimmaginabili che, un giorno, prendemmo a due mani ciò che ci rimaneva del coraggio e le dicemmo chiaramente che eravamo in perenne soggezione durante le sue ore e che si sentivamo a disagio con lei
Mi ricordo la sua risposta, appassionata come il discorso di Al Pacino in Ogni maledetta domenica. Il succo fu, più o meno, questo:

“Lo so che sono esigente, ma lo faccio per il vostro bene! Là fuori la competizione sarà spietata e nessuno vi farà favori, come nessuno li ha fatti a me! Il mondo là fuori è duro, dovete uscire di qui con due spalle così!”

Il problema è che lo disse con una tale enfasi che l’idiota che vi scrive, senza voler fare il simpatico o altro (in una situazione come quella, poi!), sentì l’irrefrenabile impulso (non potendo salire sul banco in stile L'attimo fuggente), di alzare la mano e dire “Sì, ma anche con due palle così!”… con conseguente minaccia di essere sbattuto fuori dalla classe tra atroci sofferenze.
Bei ricordi.
Poi, col tempo, la prof. si addolcì un pochino e ci insegnò anche qualche mossa di arti marziali (Sì! Era così dura che pareva scolpita nell’adamantio e praticava pure non ricordo quale letale arte marziale! Quella più dolorosa, credo).
Spero stia ancora insegnando.

II) Compiti in classe e l’arte del copiare
Copiare è un arte (ed anche difficile).
Quasi quasi è più facile studiare.
Ognuno di noi ha, nel copiare, il proprio stile e la propria etica. Ad esempio, sono immancabili gli infami che durante i compiti in classe (non sapendo palesemente una fava), copiano da te e finiscono per prendere un voto più alto del tuo.
Personalmente, copiavo per puro istinto di sopravvivenza.
Mi spiego. Andavo bene in tutte le materie… ad eccezione della matematica, della geometria e (in maniera meno catastrofica), del greco scritto.
Dicevo, essendo una sega galattica in matematica, copiavo quel tanto che bastava per arrivare intorno al 6, niente di più, niente di meno... del resto un 9 e mezzo sarebbe stato poco credibile.
Una volta presi 7- e feci quasi commuovere mia madre… Bei tempi, con quel voto campai di rendita tutto un quadrimestre.
C’è da dire che la prof. di matematica, dal momento che andavo bene in tutte le altre materie, era molto indulgente con me.
Ricordo ancora che, ai colloqui con i genitori, per non dire solo cose negative a mia madre, esordiva con “Signora, suo figlio è simpatico”. Il resto era la solita tragedia, ma almeno mia madre aveva modo di prepararsi al peggio.
Come colmare le mie oscure lacune matematiche?

Copiando, ovviamente 

Ricordo che, durante uno dei tragici compiti in classe di matematica, preso dallo sconforto ed a pochi minuti dal suono della campana, afferrai due gomme ci scrissi sopra “AIUTO” e le lanciai alle mie spalle…
… Incredibilmente, tempo pochi istanti, mi arrivarono un sacco di bigliettini volanti! Peccato che i miei compagni, mossi a cristiana pietà, mi avevano indiscriminatamente lanciato biglietti con gli esercizi di entrambe le tracce del compito, mandandomi nel pallone più totale!
O, ancora, che dire di quando mi arrivò un piccolissimo biglietto contente un’espressione inspiegabilmente svolta tutta su un unico rigo? 
Una volta srotolato per intero, il biglietto raggiunse le dimensioni della Sacra Sindone…
Ricordo che ai miei tempi, inoltre, i cellulari erano fatti solo per telefonare e perfino l’arte di usare internet da casa per cercare tracce e traduzioni varie era appena agli albori. Una mia lungimirante compagna, dopo aver scoperto il nome dell’autore della versione del compito in classe del giorno dopo, passava la nottata a stampare traduzioni random sperando di azzeccare quella giusta... finendo per presentarsi in classe con un plico mostruoso di fogli A4…

Ma porca miseria! Plinio il Giovane, o Plinio il Vecchio?

A proposito di versioni, io avevo le mie difficoltà in greco, ma il capolavoro lo fece un mio compagno durante un compito in classe di greco.

La traduzione corretta: “Gli Argonauti viaggiarono per mare e sbarcarono sulla terraferma”
La traduzione del mio compagno “Gli astronauti viaggiarono nello spazio ed atterrarono sulla Terra”

Applausi a scena aperta!

III) Esame di maturità
Ve la farò breve.
La celeberrima notte prima degli esami, avendo una forte strizza, per darmi la carica decisi da bravo nerd appassionato di Star Trek, di vedermi su VHS l’episodio L’Enterprise del Passato recitando a memoria l’epica battuta del Capitano Picard che, dovendo affrontare una battaglia senza via di scampo per ripristinare il continuum spazio temporale, incitava i suoi uomini dicendo "Come saprete potremmo seminare le navi Klingon... ma dobbiamo proteggere l'Enterprise - C fino a quando non rientrerà nella fratture temporale. E dobbiamo farcela! Facciamo in modo che la storia non dimentichi mai il nome... Enterprise”.


Che dire, col senno di poi non proprio l’episodio migliore per darsi la carica…
Ricordo una mia compagna che, incurante del caldo atroce, si presentò il giorno della prima prova con una specie di giaccone lungo con, all’interno, un numero di cartucce tali che pareva Clint Eastwood nel triello finale de Il Buono, il Brutto e il Cattivo!

Aspè, aspè... chi ha Foscolo?

Per quanto mi riguarda, il giorno della seconda prova (greco, pensate un po’ che culo!), mi presento agguerrito e disposto a tutto pur di accaparrarmi un buon posto e copiare come un forsennato… peccato che, all’improvviso, mi sento come sollevato da terra e spinto via da una forza sovraumana: era una delle più agguerrite secchione della mia classe (del peso approssimato per eccesso di 40 kg) che, in piena modalità furia cieca da esame, mi aveva afferrato più o meno così…


… e sparato lontano per accaparrarsi il posto che avevo adocchiato. Superfluo dire che lo stronzo che vi scrive finì praticamente al primo banco…
E che dire dello sguardo da animaletto puccioso lanciato al professore di matematica (membro esterno della commissione… che dire, fu proprio un esame all’insegna della fortuna), per muoverlo a compassione e spingerlo a chiedermi l’argomento della tesina?

E ora, forte della mia esperienza, qualche consiglio.

I) Scelta dei posti
Sono giunto alla conclusione che tutti gli schemi vincenti siano riconducibili a due modelli generali. Il primo, per quelli che puntano tutto sulla carriera scolastica, consiste nel disporsi con i propri compagni a seconda dei punti di forza e delle debolezze di ogni studente:

Il secondo modello, invece, è più globale e dà risultati soddisfacenti un po’ in tutti i settori: rendimento scolastico, sentimenti, divertimento:

Occhio, però, che distrarsi è un attimo e l’apocalisse si nasconde dietro l’angolo:

Per l’amore di Dio, evitate la disposizione modello Spartani alle Termopili asserragliati all’ultima fila… verrete immancabilmente sbattuti sotto la cattedra, o col naso nel porta gessetti…

II) Come comportarsi quando il freddo dito dell’insegnante scorre sul registro prima dell’interrogazione
Tanto per essere chiari, scene come questa accadono solo nei film... in certi film, almeno

Si tratta, semplicemente, del momento più terrificante nella vita di ogni studente. Le regole, non a caso, sono simili a quelle consigliate in caso di incontro con un animale feroce:

Non far vedere che avete paura
Non guardare la prof. / l’animale feroce negli occhi
Non correre

Anche abbassare lo sguardo con aria colpevole non serve, anzi è come si vi piantaste un cartello in mezzo alla fronte con scritto “Aaaahhh! Non ho studiato!”.
Un buon trucco è quello di fare altro… ma con discrezione: far finta di ricopiare appunti, temperare una matita, controllare il diario, prendere un libro e via discorrendo.
Attenzione: imbiancare le pareti, accendere il barbecue ed ogni comportamento leggermente sopra le righe potrebbe risultare sospetto…
Potenzialmente pericolosa, invece, l’andata in bagno. Fatta quando la volontà di interrogare del docente si è già manifestata è addirittura controproducente, mentre fatta appena l’insegnante entra in aula può essere utile… tranne per il sottoscritto sfigato che, usata quest’ultima tecnica, fu raggiunto da un compagno che, mortificato, disse “La professoressa vuole sapere se vuoi andare all’interrogazione o prenderti direttamente due… comunque dice di fare con calma”.
La sfiga, proprio!

In bocca al lupo ed in culo alla balena a tutti gli studenti!

È tutto per oggi, alla prossima!

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