Salve a tutti e
benvenuti nell’Internetturbino: il blog emozionante come una gara di
dressage.
Arrivato al
terzo post sui graffiti dal dubbio gusto, ho finalmente capito il fine ultimo
di questa somma arte…
… Sto parlando,
ovviamente, dell’insulto creativo. Cosa c’è di meglio che imbrattare la
proprietà altrui giusto per insultare il prossimo e rendere partecipi la
comunità delle proprie doti creative e letterarie?
Iniziamo da un graffito dalla non intuitiva esegesi.
Iniziamo da un graffito dalla non intuitiva esegesi.
Ad una prima
lettura, il messaggio pare chiaro. Nonostante l’insulto appaia all’apparenza
volgare, l’autore mostra un discreto percorso di studi di stampo classico,
visto l’ardito accostamento tra le doti delle mercenaria del sesso oggetto dell’insulto
ed il noto personaggio storico Messalina.
A far vacillare
questa lettura, però, c’è l’errore grammaticale “Mesalina” che mette in dubbio
le doti culturali dell’anonimo artista.
Ancora più
inquietante, però, la presenza della scritta “Baal” realizzata con il medesimo
pennarello blu del resto del messaggio. La parola “puttana”, invece, pare
appartenere ad un messaggio più datato. Ad altri messaggi ancora, appartengono poi
le parole “culo”, “ladro” e “troia”.
Ci troviamo
davanti ad una specie di Stele di Rosetta dell’insulto.
Che altro
aggiungere?
Più che ad un
piccolo lord, si può parlare, piuttosto, di piccolo lordo.
Diciamoci la
verità: cosa c’è di più bello al mondo che insultare le minoranze?
Niente, almeno
fino a che la minoranza non sei tu.
Ecco, quindi,
tre graffiti (uno più malvagio dell’altro), che prendono allegramente a calci sugli stinchi il politically correct:
Tra i grandi
classici nella storia dell’insulto, non si può non citare l’accanimento verso
l’aspetto fisico altrui (ovviamente quando poco gradevole).
Elegante come
un rutto in si bemolle, invece, questo graffito… forse dedicato a chi si
intrattiene nelle case altrui più del dovuto.
Solitamente, si dice che
l’ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza…
... Visto il tono del messaggio, in questo caso, invece, mi sembra più il
caso di un pesce zombie tenuto a macerare per un paio di mesi nel bagagliaio di
un’auto a ferragosto…
Va ammesso che
i graffiti possono essere usati per esprimere il proprio dissenso anche in
maniera assai garbata.
Un esempio su
tutti: prendiamo un politico a caso che, praticamente ad ogni suo comizio,
rischia di scatenare una sommossa armata (oltre che di essere preso
allegramente a pedate nel c**o)…
Da un graffito
contro Salvini, ci si potrebbe (legittimamente) aspettare la sagra della
blasfemia… e, invece, no: ci va molto bene.
A meno di non essere una pecora, ovviamente…
Per finire, non
si può non parlare di quei geni del male che, non appena beccano un graffito
dai contenuti o dalla grammatica discutibile, ci si avventano sopra come
avvoltoi per modificarlo.
Trascrivo l'insulto che non si legge bene: "Perché sennò, nasceva n'antro somaro"
Come sempre, chiudo questa
carrellata con un’opera d’arte:
È tutto per oggi, alla prossima!
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