Salve a tutti e benvenuti
nell’Internetturbino: il blog piacevole come una gomitata in faccia.
E poi dicono che il pattinaggio artistico è uno sport delicato ed elegante...
Buona domenica (soprattutto alle
orde di studenti in libera uscita che, ormai, hanno invaso le città). Oggi
nuovo post della serie L’Indifferenziato
dell’Internetturbino.
Cosa vi fa
paura?
Trovare il pagliaccio
Pennywise di IT nell’armadio?
Il traffico in
tangenziale?
I calzini bianchi?
I patiti del fitness
che fanno jogging alle 12.00 di ferragosto?
Tutte cose orripilanti, certo, ma
niente in confronto ad una delle mie nemesi…
I supermercati bio?
No…
SpongeBob
In realtà, più che di paura, è un
misto di attrazione e odio… ma procediamo con ordine.
SpongeBob è il protagonista
dell’omonimo cartone animato che narra le avventure di una spugna di mare
(SpongeBob, appunto) e dei suoi amici: una stella marina con probabili deficit
cognitivi (Patrick), un cefalopode dal brutto carattere (Squiddi) ed una specie
di criceto con la passione per le immersioni (Sandy) e le arti marziali.
Insomma, se trovate un pelino
spaventosi Winnie the Pooh ed i suoi allegri compari, state sicuri che l’inquietudine
raggiungerà vette finora mai concepite con SpongeBob.
Eppure, Spongebob fa lo stesso
effetto dei manifesti funebri appesi per strada, degli animali investiti e degli
incidenti stradali: una volta che ci posi sopra gli occhi anche per sbaglio, è
maledettamente difficile distogliere lo sguardo… ed è proprio così che penso di
aver visto un buon numero di episodi.
Ma il vero trauma è arrivato anni
dopo, ai tempi del’università quando io ed altri 5 amici siamo partiti alla
volta di Roma per uno scavo archeologico.
Essendo vitto e alloggio a nostre
spese (che figata, crediti formativi obbligatori, ma con spese a carico degli
studenti), abbiamo trovato alloggio a Ponte Galeria, un’amena località dell’estrema
periferia di Roma dove, pochi mesi prima (o dopo, non ricordo con esattezza),
avevano fatto a pezzi una coppia di turisti…
Il problema è che la nostra casa
distava qualcosa come 20 km dallo scavo archeologico nei pressi di Monte Testaccio
e che dovevamo essere sullo scavo tutti i giorni per le 8.00
Il vero dramma, però, è che
eravamo in 6 (di cui due ragazze) con un unico bagno a disposizione
Capite bene, dunque, che dovevamo
puntare la sveglia molto presto… diciamo il giorno prima.
Dopo il primo giorno in cui, per
goliardia, avevamo scelto come suoneria della sveglia la colonna sonora de Il Gladiatore (ma era fatta così male
che pareva un duetto di gatti in calore), abbiamo optato per qualcosa di più
allegro…
La sigla di SpongeBob.
Ora, immaginate la scena: fuori è
ancora buio, le zanzare romane ci hanno succhiato per tutta la notte manco
fossimo la loro apericena) suona la sveglia di Spongebob e, immancabili,
partono le peggiori blasfemie mai concepite dall’uomo.
Il tutto per un paio di
settimane.
Sarà per questo, forse, che
associo SponeBob al male.
Col tempo, pensavo di essermi
lasciato il trauma alle spalle… e, invece, no. La diabolica spugna ha colpito
ancora stroncando la promettente carriera di un giovane calciatore.
Sosha Makani, portiere della squadra di calcio iraniana del Persepolis, infatti, è stato
sospeso per sei mesi per aver pubblicato sui social una sua fotografia che lo ritraeva
mentre indossava dei pantaloni di SpongeBob…
… con i risvoltini
Come commentare questo terribile
avvenimento?
Bah… al diavolo!
Se l’è cercata, hanno fatto bene!
È tutto per oggi, alla prossima!
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