domenica 12 giugno 2016

Post Veloce 41 - L'indifferenziato dell'Internetturbino (SpongeBob colpisce ancora)


Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog piacevole come una gomitata in faccia.

 E poi dicono che il pattinaggio artistico è uno sport delicato ed elegante...

Buona domenica (soprattutto alle orde di studenti in libera uscita che, ormai, hanno invaso le città). Oggi nuovo post della serie L’Indifferenziato dell’Internetturbino.


Cosa vi fa paura?

Trovare il pagliaccio Pennywise di IT nell’armadio?
Il traffico in tangenziale?
I calzini bianchi?
I patiti del fitness che fanno jogging alle 12.00 di ferragosto?

Tutte cose orripilanti, certo, ma niente in confronto ad una delle mie nemesi…
I supermercati bio?
No…

SpongeBob

In realtà, più che di paura, è un misto di attrazione e odio… ma procediamo con ordine.
SpongeBob è il protagonista dell’omonimo cartone animato che narra le avventure di una spugna di mare (SpongeBob, appunto) e dei suoi amici: una stella marina con probabili deficit cognitivi (Patrick), un cefalopode dal brutto carattere (Squiddi) ed una specie di criceto con la passione per le immersioni (Sandy) e le arti marziali.
Insomma, se trovate un pelino spaventosi Winnie the Pooh ed i suoi allegri compari, state sicuri che l’inquietudine raggiungerà vette finora mai concepite con SpongeBob.
Eppure, Spongebob fa lo stesso effetto dei manifesti funebri appesi per strada, degli animali investiti e degli incidenti stradali: una volta che ci posi sopra gli occhi anche per sbaglio, è maledettamente difficile distogliere lo sguardo… ed è proprio così che penso di aver visto un buon numero di episodi.
Ma il vero trauma è arrivato anni dopo, ai tempi del’università quando io ed altri 5 amici siamo partiti alla volta di Roma per uno scavo archeologico.
Essendo vitto e alloggio a nostre spese (che figata, crediti formativi obbligatori, ma con spese a carico degli studenti), abbiamo trovato alloggio a Ponte Galeria, un’amena località dell’estrema periferia di Roma dove, pochi mesi prima (o dopo, non ricordo con esattezza), avevano fatto a pezzi una coppia di turisti…
Il problema è che la nostra casa distava qualcosa come 20 km dallo scavo archeologico nei pressi di Monte Testaccio e che dovevamo essere sullo scavo tutti i giorni per le 8.00

Il vero dramma, però, è che eravamo in 6 (di cui due ragazze) con un unico bagno a disposizione

Capite bene, dunque, che dovevamo puntare la sveglia molto presto… diciamo il giorno prima.
Dopo il primo giorno in cui, per goliardia, avevamo scelto come suoneria della sveglia la colonna sonora de Il Gladiatore (ma era fatta così male che pareva un duetto di gatti in calore), abbiamo optato per qualcosa di più allegro…
La sigla di SpongeBob.
Ora, immaginate la scena: fuori è ancora buio, le zanzare romane ci hanno succhiato per tutta la notte manco fossimo la loro apericena) suona la sveglia di Spongebob e, immancabili, partono le peggiori blasfemie mai concepite dall’uomo.
Il tutto per un paio di settimane.
Sarà per questo, forse, che associo SponeBob al male.
Col tempo, pensavo di essermi lasciato il trauma alle spalle… e, invece, no. La diabolica spugna ha colpito ancora stroncando la promettente carriera di un giovane calciatore.
Sosha Makani, portiere della squadra di calcio iraniana del Persepolis, infatti, è stato sospeso per sei mesi per aver pubblicato sui social una sua fotografia che lo ritraeva mentre indossava dei pantaloni di SpongeBob…
 
… con i risvoltini

Come commentare questo terribile avvenimento?
Bah… al diavolo!
Se l’è cercata, hanno fatto bene!

È tutto per oggi, alla prossima!

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