mercoledì 29 giugno 2016

Chiacchiere da bar - Italia vs Spagna (Euro 2016)



Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog arzillo come un narcolettico comatoso dopo un ettolitro di tisana rilassante al meliloto (iniettata direttamente in vena).


Nuovo post della serie Chiacchiere da Bar dedicato, che ve lo dico a fare, agli ottavi di finale di Euro 2016: Italia – Spagna.


Potrei dirvi che, come praticamente tutta la popolazione nazionale, ho sofferto ed esultato seguendo le gesta degli azzurri dal primo all'ultimo minuto… e, invece, no.
Premessa: nel tentativo, vano, di racimolare uno stipendio che possa essere etichettato come “Dignitoso, ma non farti illusioni…”, arrotondo lavorando come guida turistica con i bambini presso una cooperativa di Sammichele di Bari.
Finita la stagione delle gite scolastiche, insieme ad altri colleghi, ho fissato una data per il pagamento (ovviamente in trasferta a Sammichele).
Quale data è stata scelta (dopo mille rinvii)?
Ovviamente il 27 luglio.
A che ora?
Ovviamente alle 17.00.


Del resto, sono cose che capitano: c’è gente che si sposa sabato 2 luglio (in contemporanea con Italia - Germania) e che si ritrova a festeggiare il compleanno il 10 luglio (giorno della finale)…
Lo so, lo so: sono un mercenario senza dignità… ma il dio denaro esige dei sacrifici al suo altare.
Sta di fatto che, armato di navigatore (sia perché sono in grado di perdermi anche andando al bagno, sia nella speranza di scoprire una scorciatoia utile per guadagnare qualche minuto),  sono partito avvolto da un oscuro alone di blasfemia.

Nonostante il navigatore, probabilmente impostato su “petulante”, mi abbia rimproverato per tutto il tragitto, sono arrivato in 45 minuti netti a Sammichele

Con la pressione esprimibile in numeri decimali a causa del caldo boia, ho incontrato i colleghi e,  con loro, mi sono faticosamente trascinato fino alla sede della cooperativa… sorpresa, sorpresa il datore di lavoro era al telefono per lavoro (e ci è rimasto oltre mezz’ora).

A nulla sono valsi i più oscuri riti vudù celebrati per fermare il tempo e gli immancabili bestemmioni del caso: alle 18 avevamo appena iniziato a firmare ricevute e carte varie

Intanto, iniziavano a susseguirsi voci da Parigi tra l’improponibile ed il mitologico:

Gol di Caressa in rovesciata
Invasione di campo delle ballerine del Moulin Rouge
Scontri tra gli hooligans inglesi e quelli di Città del Vaticano
Palo di Dodò dell’Albero Azzurro

Chi ha fatto palo?

Terminati gli adempimenti burocratici, il datore di lavoro, guardandoci con occhi spiritati, ci ha gentilmente, ma fermamente, scaraventato fuori dalla sede della cooperativa con un affabile: “Non c’è bisogno che vi dica che siete stati bravissimi, lo sapete. Adesso vado a vedere la partita”.
Che dire?
È bello sapere di godere della stima del capo.
Peccato che, desideroso di liberarsi di noi com’era, ci avrebbe detto le stesse parole anche se avessimo deportato dozzine di bambini in Taiwan a cucire palloni...
Una volta fuori, come volevasi dimostrare, siamo stati superati dal capo che, con uno scatto da centometrista in motorino e correndo in stile Grosso alla finale di Berlino 2006, si è fiondato al più vicino Bar.

Sì, con la stessa espressione...

Salutati i colleghi, consapevole dell’orario infame, mi sono guardato intorno. Dei 6.604 residenti di Sammichele, solo 25 erano fuori di casa di cui 5 anziani seduti sulle panchine (uno in stato di morte apparente… almeno spero che fosse apparente) e 20 assiepati fuori dal suddetto bar e… GOOOOOOOOOOLLLLL!
I presenti (a parte i vecchietti che non hanno battuto ciglio... e uno, sempre lo stesso, non ha dato segni di vita), hanno iniziato a correre per la piazza come dei tarantolati con un paio di miccette infilate nelle mutande.
Rapido come un’eiaculazione precoce, ho cercato di afferrare al volo un bambino che passava di lì in bicicletta chiedendogli “Chi ha fatto gol?”, ma l’infame in miniatura, dopo avermi risposto “Boh!”, è riuscito a darsi alla fuga sparendo in un vicolo buio.
Maledetto bimbominchia.
Sotto il sole cocente, ansimando come Darth Vader, ho raggiunto l’auto e sono partito, affidando le residue speranze di vedere almeno qualche minuto della partita al navigatore satellitare.
Non per merito di una guida particolarmente sportiva, ma per la totale assenza di una qualunque forma di vita per strada, ho compiuto una storica impresa: Sammichele – Monopoli in 30 minuti netti (per un altro record di velocità in famiglia, date uno sguardo qui).
30 minuti in cui non ho avuto praticamente alcuna informazione sulla partita, complice la pessima ricezione di qualsiasi segnale umano ed extraterrestre nelle campagne pugliesi (eccezion fatta per la ognipresente Radio Maria) ed il radiocronista diversamente competente che ha passato tutto il tempo a bofonchiare idiomi senza senso e ad ansimare come un pervertito al telefono. No, davvero: la cosa più intelligente (e comprensibile) che ha detto è stata: “Eder! Eder! Eder! Eder! Eder! Miracolo!”… ed io, come un povero st***zo, ad immaginarmi Eder tutto preso a moltiplicare pani e pesci, a resuscitare i morti e ad assolvere donne di facili costumi.
Arrivato a destinazione e raggiunto il solito gruppetto di hooligans con cui ho visto le precedenti partite, non ho avuto neanche il tempo di salutare i presenti che sono stato afferrato, fatto accomodare su una sedia, immobilizzato e marchiato sulle braccia con una specie di stick tricolore in un oscuro rito propiziatorio.
Naturalmente, se fino a quel momento la partita era stata dominata in lungo e in largo dall’Italia (che aveva sodomizzato in modi inimmaginabili la Spagna), gli ultimi 25 minuti sono stati all’insegna della sofferenza più totale con gli spagnoli che arrivavano a folate da tutte le parti.


Naturalmente, la mia paura era quella, in caso di gol della Spagna, di essere accusato di portare sfiga con conseguente processo sommario e condanna al rogo nel salone.
Fortunatamente, non solo l’Italia è riuscita a non prendere gol, ma ha anche segnato in contropiede con Pellè (che inizio a pensare che sappia segnare soltanto in questo modo, visto che il gol è stato una fotocopia di quello contro il Belgio, ma chissene...).
Non pago di essere stato sfregiato a vita durante l’esultanza nella prima partita, Conte ha optato per un basso profilo…

…Scalando la panchina manco fosse King Kong sull’Empire State Building…

… e concedendosi un fugace limone con sua moglie (peccato per la tipa con la faccia da serial killer lì vicino)

Prima di concludere, un plauso alla coerenza dell’Inghilterra che, uscita dall’Unione Europea, ha tolto il disturbo anche dagli Europei facendosi sbattere fuori (in rimonta per giunta), dall’Islanda… dove, se non vado errato, hanno imparato a giocare a calcio tipo l’altro ieri.
A proposito di Brexit, veramente complimenti: pochi stati avrebbero avuto il coraggio di tirare fuori gli attributi davanti all’Unione Europea…


Peccato che, dopo la figuraccia dell’Inghilterra, c’è il serio rischio che l’Unione Europea reagisca più o meno così…

È tutto per oggi, alla prossima!

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