Salve a tutti e benvenuti
nell’Internetturbino: il blog arzillo come un narcolettico comatoso dopo un
ettolitro di tisana rilassante al meliloto (iniettata direttamente in vena).
Nuovo post della serie Chiacchiere da Bar
dedicato, che ve lo dico a fare, agli ottavi di finale di Euro 2016: Italia –
Spagna.
Potrei dirvi che, come praticamente tutta la
popolazione nazionale, ho sofferto ed esultato seguendo le gesta degli azzurri dal primo all'ultimo minuto…
e, invece, no.
Premessa: nel tentativo, vano, di racimolare
uno stipendio che possa essere etichettato come “Dignitoso, ma non farti
illusioni…”, arrotondo lavorando come guida turistica con i bambini presso
una cooperativa di Sammichele di Bari.
Finita la stagione delle gite scolastiche, insieme
ad altri colleghi, ho fissato una data per il pagamento (ovviamente in
trasferta a Sammichele).
Quale data è stata scelta (dopo mille
rinvii)?
Ovviamente il 27 luglio.
A che ora?
Ovviamente alle 17.00.
Del resto, sono cose che capitano: c’è gente
che si sposa sabato 2 luglio (in contemporanea con Italia - Germania) e che si
ritrova a festeggiare il compleanno il 10 luglio (giorno della finale)…
Lo so, lo so: sono un mercenario senza
dignità… ma il dio denaro esige dei sacrifici al suo altare.
Sta di fatto che, armato di navigatore (sia
perché sono in grado di perdermi anche andando al bagno, sia nella speranza di
scoprire una scorciatoia utile per guadagnare qualche minuto), sono partito avvolto da un oscuro alone
di blasfemia.
Nonostante il navigatore, probabilmente
impostato su “petulante”, mi abbia rimproverato per tutto il tragitto, sono
arrivato in 45 minuti netti a Sammichele
Con la pressione esprimibile in numeri
decimali a causa del caldo boia, ho incontrato i colleghi e, con loro, mi sono faticosamente trascinato
fino alla sede della cooperativa… sorpresa, sorpresa il datore di lavoro era al
telefono per lavoro (e ci è rimasto oltre mezz’ora).
A nulla sono valsi i più oscuri riti vudù celebrati
per fermare il tempo e gli immancabili bestemmioni del caso: alle 18 avevamo appena
iniziato a firmare ricevute e carte varie
Intanto, iniziavano a susseguirsi voci da
Parigi tra l’improponibile ed il mitologico:
Gol di Caressa in rovesciata
Invasione di campo delle ballerine del Moulin
Rouge
Scontri tra gli hooligans inglesi e quelli
di Città del Vaticano
Palo di Dodò dell’Albero Azzurro
Chi
ha fatto palo?
Terminati gli adempimenti burocratici, il
datore di lavoro, guardandoci con occhi spiritati, ci ha gentilmente, ma
fermamente, scaraventato fuori dalla sede della cooperativa con un affabile:
“Non c’è bisogno che vi dica che siete stati bravissimi, lo sapete. Adesso vado
a vedere la partita”.
Che dire?
È bello sapere di godere della stima del
capo.
Peccato che, desideroso di liberarsi di noi
com’era, ci avrebbe detto le stesse parole anche se avessimo deportato dozzine
di bambini in Taiwan a cucire palloni...
Una volta fuori, come volevasi
dimostrare, siamo stati superati dal capo che, con uno scatto da centometrista
in motorino e correndo in stile Grosso alla finale di Berlino 2006, si è
fiondato al più vicino Bar.
Sì, con la stessa espressione...
Salutati i colleghi, consapevole dell’orario
infame, mi sono guardato intorno. Dei 6.604 residenti di Sammichele, solo 25 erano
fuori di casa di cui 5 anziani seduti sulle panchine (uno in stato di morte
apparente… almeno spero che fosse apparente) e 20 assiepati fuori dal suddetto
bar e… GOOOOOOOOOOLLLLL!
I presenti (a parte i vecchietti che non
hanno battuto ciglio... e uno, sempre lo stesso, non ha dato segni di vita), hanno iniziato a correre per la piazza
come dei tarantolati con un paio di miccette infilate nelle mutande.
Rapido come un’eiaculazione precoce, ho
cercato di afferrare al volo un bambino che passava di lì in bicicletta chiedendogli
“Chi ha fatto gol?”, ma l’infame in miniatura, dopo avermi risposto “Boh!”, è
riuscito a darsi alla fuga sparendo in un vicolo buio.
Maledetto bimbominchia.
Sotto il sole cocente, ansimando come Darth
Vader, ho raggiunto l’auto e sono partito, affidando le residue speranze di
vedere almeno qualche minuto della partita al navigatore satellitare.
Non per merito di una guida particolarmente
sportiva, ma per la totale assenza di una qualunque forma di vita per strada, ho
compiuto una storica impresa: Sammichele – Monopoli in 30 minuti netti (per un
altro record di velocità in famiglia, date uno sguardo qui).
30 minuti in cui non ho avuto praticamente
alcuna informazione sulla partita, complice la pessima ricezione di qualsiasi
segnale umano ed extraterrestre nelle campagne pugliesi (eccezion fatta per la ognipresente
Radio Maria) ed il radiocronista diversamente competente che ha passato tutto
il tempo a bofonchiare idiomi senza senso e ad ansimare come un pervertito al
telefono. No, davvero: la cosa più intelligente (e comprensibile) che ha detto
è stata: “Eder! Eder! Eder! Eder! Eder! Miracolo!”… ed io, come un povero st***zo,
ad immaginarmi Eder tutto preso a moltiplicare pani e pesci, a resuscitare i
morti e ad assolvere donne di facili costumi.
Arrivato a destinazione e raggiunto il
solito gruppetto di hooligans con cui ho visto le precedenti partite, non ho
avuto neanche il tempo di salutare i presenti che sono stato afferrato, fatto
accomodare su una sedia, immobilizzato e marchiato sulle braccia con una specie
di stick tricolore in un oscuro rito propiziatorio.
Naturalmente, se fino a quel momento la
partita era stata dominata in lungo e in largo dall’Italia (che aveva sodomizzato in modi inimmaginabili la Spagna), gli ultimi 25 minuti sono stati
all’insegna della sofferenza più totale con gli spagnoli che arrivavano a
folate da tutte le parti.
Naturalmente, la mia paura era quella, in
caso di gol della Spagna, di essere accusato di portare sfiga con conseguente
processo sommario e condanna al rogo nel salone.
Fortunatamente, non solo l’Italia è riuscita
a non prendere gol, ma ha anche segnato in contropiede con Pellè (che inizio a pensare che sappia segnare soltanto in questo modo, visto che il gol è stato una fotocopia di quello contro il Belgio, ma chissene...).
Non pago di essere stato sfregiato a vita durante
l’esultanza nella prima partita, Conte ha optato per un basso profilo…
…Scalando
la panchina manco fosse King Kong sull’Empire State Building…
…
e concedendosi un fugace limone con sua moglie (peccato per la tipa con la faccia da serial killer lì vicino)
Prima di concludere, un plauso alla coerenza
dell’Inghilterra che, uscita dall’Unione Europea, ha tolto il disturbo anche
dagli Europei facendosi sbattere fuori (in rimonta per giunta), dall’Islanda…
dove, se non vado errato, hanno imparato a giocare a calcio tipo l’altro ieri.
A proposito di Brexit, veramente
complimenti: pochi stati avrebbero avuto il coraggio di tirare fuori gli
attributi davanti all’Unione Europea…
Peccato
che, dopo la figuraccia dell’Inghilterra, c’è il serio rischio che l’Unione
Europea reagisca più o meno così…
È tutto per oggi, alla prossima!
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