Avete smaltito la sbronza per la
vittoria dell’Italia? Come avete vissuto questo esordio trionfale? Per la serie
Chiacchiere da Bar, ecco la mia
non-cronaca di Italia vs Belgio.
Come da tradizione, si decide di
vedere la partita tutti insieme a casa di un amico. Visto che la nomea di
alcolista cronico mi precede, contro ogni pronostico mi viene
dato il compito di comprare un po’ di birre (e di ritirare un dolce, ma ve ne
parlo tra un po’).
All’uscita da lavoro, seguendo
l’istinto (ed anni di esperienza), mi fiondo su una selezione di birre
tipicamente “da partita”: Dreher, Peroni, Nastro, Moretti e via dicendo… insomma chi vorrebbe vedere una partita sorseggiando un Martini?
Il tragitto supermercato - casa è tutto uno sperare fermamente che le esili buste biodegradabili del supermercato mi diano almeno il tempo di rientrare a casa prima di iniziare a biodegradarsi.
Ancora un altro passo... ancora uno...
All’ora prestabilita, passo a
prendere la mia ragazza e mi dirigo al bar per ritirare il dolce prenotato da
altri amici.
Tempo di dire “Spero che non
piova, almeno il tempo di arrivare a destinazione” che inizia a venire giù acqua a secchiate. Non trovando (naturalmente) parcheggio vicino al bar,
la mia ragazza si offre volontaria per recuperare il benedetto tronchetto,
che a lei fa anche schifo, raggiungendo stoicamente a nuoto il vicino bar.
Tranquillo, sono solo due gocce...!
Completati gli
approvvigionamenti, ci si dirige finalmente a casa del mio amico dove riusciamo ad arrivare, bagnati come un branco di ragazzine ad un concerto degli One Direction,
ben 4 minuti e mezzo prima dell’inizio della partita.
Nell’immediato prepartita,
Caressa, colto da afflato mistico, snocciola una serie di dati ed aneddoti sul Belgio che
oscillano tra l’inutile ed il “frega c***o”.
La tensione è palpabile, l’umidità si taglia con il coltello
ed il tonno con un grissino.
Finalmente, proprio
quando Caressa ha appena iniziato a raccontare di quella volta in cui la principessa del Belgio rimase misteriosamente bloccata in ascensore insieme a tre nerborute guardie del corpo, ecco che arriva il calcio di inizio.
Immediatamente,
vado in difficoltà.
Da consumato esperto di calcio quale sono, riconosco solo due azzurri in campo: Buffon (che cantando l’inno, prende degli acuti degni della buonanima di Pavarotti) e Chiellini (riconoscimento favorito da quel baobab secolare che si ritrova al posto del naso).
Da consumato esperto di calcio quale sono, riconosco solo due azzurri in campo: Buffon (che cantando l’inno, prende degli acuti degni della buonanima di Pavarotti) e Chiellini (riconoscimento favorito da quel baobab secolare che si ritrova al posto del naso).
A causa di
questo grave deficit, il mio contributo alla partita, alla fine della serata,
si potrà riassumere in:
Epici
bestemmioni random
e
Frasi
del tipo: “Ehi, tu! Passa a quello là!”
Anche le
ragazze presenti non conoscono praticamente mezzo giocatore, ma (probabilmente
in piena tempesta ormonale), decidono di tifare per Pellè.
Nei primi
cinque minuti, l’Italia gioca bene ed in modo aggressivo. Del resto, appare evidente il più grande difetto della squadra belga:
Il barbiere
Passati i primi minuti, il Belgio
(che da qualche anno spadroneggia inspiegabilmente nel ranking FIFA), inizia ad
aumentare i ritmi e la partita si fa avvincente ("avvincente" dopo che sono passate oltre 24 ore, ma da sagra dell’angina pectoris vista dal vivo).
All’improvviso Bonucci, con un
cross da antologia, serve sul filo del fuorigioco Giaccherini che, tenuto in gioco
proprio dalle buffe capigliature dai calciatori del Belgio, la mette in fondo
al sacco.
Tripudio, atti di vandalismo
domestico e scene di amore libero sul pavimento.
Da quel momento, però, nessun italiano ha più visto la partita: tutti con gli occhi incollati al cronometro a
contare i minuti prima della fine dell'incontro…
... 58 più recupero: un’eternità e mezza.
Sfidando lo strabismo, con un
occhio al cronometro ed uno al campo, ho colto solo qualche episodio saliente
del resto della partita.
Conte, nel tripudio dei
festeggiamenti, viene messo KO dai suoi stessi giocatori e passa il resto della
partita con il volto tumefatto e sanguinante manco fosse Rocky Balboa.
I sospetti cadono immediatamente su Zaza che, non a caso, passa il resto della partita a fare riscaldamento… non entrando mai in campo.
I sospetti cadono immediatamente su Zaza che, non a caso, passa il resto della partita a fare riscaldamento… non entrando mai in campo.
Quando, ormai, si inizia ad accarezzare l'idea della vittoria, un retropassaggio potenzialmente
suicida di Darmian stronca metà dei telespettatori in tutta Italia. Fortunatamente Conte la prende con filosofia ed esprime in modo pacato il proprio disappunto:
Inspiegabilmente, mentre Zaza a
furia di riscaldarsi pare la Torcia Umana dei Fantastici 4, Conte dà a De
Sciglio meno di 27 secondi di tempo per riscaldarsi prima di afferrarlo per la collottola
e scaraventarlo in campo al posto del disgraziato Darmian.
La partita si fa maschia, ma
l’arbitro non perde il controllo e tiene saldamente le redini dell’incontro
sventolando cartellini gialli in continuazione manco fosse la dea Khali. Vengono ammoniti, infatti, Chiellini, Eder, Bonucci, Thiago Motta, il massaggiatore dell’Italia,
il guardialinee, due raccattapalle, la mascotte degli Europei, la prozia di
terzo grado di Conte ed i gemelli Derrick di Holly &
Benji.
A tempo scaduto Pellè, dopo essersi sbracciato per un quarto d'ora chiedendo ai propri compagni un assist, riceve un’appetitosa palla e si inventa un gol da antologia che fa venire gli occhi a cuoricino alle
ragazze presenti, ai ragazzi e perfino al gatto di casa (nero, in barba alla
sfiga, tiè!).
Finita la partita, dopo esserci scambiati baci ed abbracci manco fossimo all’ultimo dell’anno, ci concediamo di buon grado l’approfondimento di Sky. Gli uomini presenti, alla vista di Ilaria D’Amico in tacchi a spillo e vestitino nero, iniziano a volteggiare per casa in preda a violente capriole ormonali, sordi alle proteste femminili (del tipo: "Ha le doppie punte!").
Finita la partita, dopo esserci scambiati baci ed abbracci manco fossimo all’ultimo dell’anno, ci concediamo di buon grado l’approfondimento di Sky. Gli uomini presenti, alla vista di Ilaria D’Amico in tacchi a spillo e vestitino nero, iniziano a volteggiare per casa in preda a violente capriole ormonali, sordi alle proteste femminili (del tipo: "Ha le doppie punte!").
Ilaria, incurante degli ospiti in
studio che le sbavano sullo stacco di coscia e dei commenti allupati dei
telespettatori da casa, si collega con il capitano, nonché suo compagno, Buffon.
Per complimentarsi per la vittoria?
Ma no!
Per dirgli un “Ti amo” in mondo
visione?
Ma no!
Per prenderlo spietatamente per
il culo (con tanto di moviolone), per essersi reso protagonista di una discreta
figura barbina durante i festeggiamenti.
Posseduto dal sacro fuoco
dell’agonismo, infatti, al termine dell’incontro il buon Gigi si è fatto di
corsa tutto il campo, con le vene del collo grandi quanto tacchini, per poi
appendersi alla traversa della porta…
… perdendo in un colpo solo la presa, un guanto e la dignità,
cadendo e dando una schienata terrificante al suolo
La morale della favola è
semplice: non importa che tu sia il portiere più forte del mondo ed il capitano
della Nazionale, la tua compagna sarà sempre lì, pronta a rinfacciarti ogni
str***ata che combinerai…
Arrivata la mezzanotte, saluto
gli amici e, sulla via del ritorno, ascolto una trasmissione sportiva alla
radio.
Mi colpiscono molto le interviste ai
figli degli emigrati italiani in Belgio, che si dicono contenti della sconfitta per mano dell’Italia, la terra dei loro genitori: del resto, in buona parte, la
ricchezza del Belgio è stata costruita con il sudore e le lacrime degli
italiani…
… Tutte stronzate.
I Belgi ci odiano (come buona parte della popolazione mondiale).
I Belgi ci odiano (come buona parte della popolazione mondiale).
Non ci credete? Date uno sguardo a questa
simpatica pubblicità della birra belga Jupiler :
Gli italiani parlano con le mani, noi con i piedi
Cos’è? Una battuta razzista sul
fatto che noi italiani, quando parliamo, tendiamo a gesticolare un po’?
Giusto un po’...
Va bene, cari Belgi (a proposito, continuate a fare i monaci trappisti che a calcio vi ribaltiamo...), anche se non
siete molto esperti nel comprendere il nostro modo di comunicare ricco di
pittoresca gestualità, vediamo se riuscite a capire questo:
Due, come le pere che vi abbiamo allegramente rifilato...
Uno come... vabbè, qui ci arrivate pure voi...
È tutto per oggi, alla prossima!
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