Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog
utile come uno scaldabagno rotto a dicembre.
Odio farmi il bidet con l'acqua fredda!
Nuovo post della serie Chiacchiere da bar dedicato al film Suburra. L’unica opera di finzione
spoilerata (nonché superata) dalla realtà… un record.
Dimmerda, ma sempre un record.
Versatevi da bere che si inizia.
Prima
di condividere le mie opinioni (non richieste) sul film, vorrei farvi partecipi
di una sconvolgente scoperta.
Conosco
un supereroe.
Nonono!
Non è una battuta, è vero!
Tempo
fa, vi ho brevemente parlato di un mio amico ritardatario cronico (qui). Ebbene, mi
sbagliavo. Due sabati fa siamo andati al cinema. Ovviamente, non in quello
della nostra città che, oltre a non avere l’aria condizionata di estate (come
vi ho raccontato qui, chi non ha sognato di fare la sauna mentre vede un film?),
ha una programmazione accattivante come una maratona del Consorzio Nettuno.
Ebbene,
pur essendo partiti con largo anticipo, abbiamo fatto appena in tempo a sederci
per l’inizio del film.
Roba di
secondi.
Dunque,
sono arrivato alla conclusione che il mio amico non è un ritardatario, bensì
vive in una realtà parallela sfasata di almeno venti minuti rispetto alla nostra.
Lo so,
è un superpotere di merda… avrei preferito che cagasse banconote da 500€ all'essenza di mughetto, ma pazienza.
Condivisa
questa scioccante verità con voi, è giunto il momento di parlare di...
Pronti
via e, dopo i primi quindici minuti, lo spettatore capisce di trovarsi davanti
ad un film fuori dal comune. Dopo la lunga, lunga (luuuunga!), scena in cui il
Papa matura la decisione di volersi dimettere, e durante la quale lo spettatore
si maledice per aver dimenticato il reggipalle, si passa ad una scena di sesso
da antologia.
Non nel senso che sia particolarmente spinta, ma perché è in
grado di mettere d’accordo tutti in sala: uomini e donne, cani e gatti, fidanzati,
sposati e tromboamici.
Un
plebiscito
Solitamene,
in caso di scene di sesso spinto al cinema o in tv, se ad essere nuda è
un’attrice, l’uomo viene inesorabilmente abbattuto dalla sua dolce metà con una
gomitata tra la seconda e la terza costola. Se, invece, è un attore a mostrarsi
nudo, la donna (a furia di ridere), rischia puntualmente di strozzarsi con il pop corn sentendo le
lamentele di lui (magari mentre diventa paonazzo cercando di trattenere la panza): “Ma io e quello lì abbiamo un fisico simile, non capisco perché
hai quell’espressione estasiata :-(”.
Credici fino in fondo.
Con Suburra, la svolta: per la prima volta
nella storia dell’umanità, se un uomo in sala si lasciava sfuggire un
“Guarda che culo!” (riferito a Giulia Elettra Gorietti), la donna affianco rispondeva “Hai
ragione!” (riferita a Pierfrancesco Favino) e se lei, in adorazione mistica, esclamava un
“Guarda che pettorali!” (riferita a Pierfrancesco Favino), lui annuiva convinto dicendo “Io
le avrei chiamate menne, ma sono contento che le abbia notate anche tu!”
(riferito a Giulia Elettra Gorietti).
Insomma,
un successone.
Il film
prosegue, mostrando una Roma costantemente sotto la pioggia (che, nella realtà,
si sarebbe trasformata in un campo di regata degno della America’s cup dopo i titoli di testa), in una
escalation di violenza e di colpi di scena che accompagna lo spettatore per
tutta la durata della pellicola. Gli attori sono tutti in stato di grazia (no,
non mi riferisco al culo della Gorietti, o almeno, non solo a quello) ed il film risulta
estremamente godibile… Sì, lo so che il termine “godibile” per un film così “duro”
stona un po'… è come dire “Pucci pucci, ma che bel musino!” al grizzly che
ti sta staccando una gamba.
Dal
momento che non sono certo un recensore di film, due considerazioni serie prima
di passare al cazzeggio estremo.
Dal
film, tratto da un romanzo, dovrebbe essere a sua volta tratta una serie tv. Il
che mi sembra un’ottima cosa. Anzi, penso che i ritmi narrativi di una serie tv
si sposino meglio con le vicende narrate dal film.
Mi
spiego meglio.
Negli
ultimi sessanta minuti di film, a suon di omicidi, vengono riscritte le
gerarchie della criminalità di mezza Roma e portati all’estinzione un
paio di clan. Durante la visione, questi eventi, complice anche il buon ritmo
della pellicola, scorrono via tutto sommato in maniera verosimile. Fuori dal
cinema, però, l’omino del cervello mi si è svegliato improvvisamente esclamando
“Porca puttana! Questi vanno in giro scannandosi, così, a colpi di agguati in
centri commerciali, esecuzioni all’arma bianca ed assalti a covi di boss con la
stessa nonchalance con cui uno scorreggia su un autobus affollato consapevole di farla franca!?”.
A tal proposito, parlando
con gli amici all’uscita dal cinema, qualcuno ha trovato poco credibile
l’assenza della polizia per l’intero film, specialmente nella scena
dell’agguato a Numero 8 nel centro commerciale. Da intellettuale dell’Uovo Kinder,
invece, ritengo che quest’assenza delle forze dell’ordine, intese come emanazione
di uno Stato pulito ed integerrimo, sia voluta… così come l’assenza di un
qualsiasi personaggio dalla connotazione totalmente positiva (così su due piedi, mi viene in mente
solo l’assistente del Papa che va in paranoia alla notizia delle sue dimissioni...).
In
conclusione, Suburra è un ottimo film
che parla di membri appartenenti a famiglie rivali che, quando non trombano
come facoceri in calore, tramano, si uccidono e muoiono in maniera orripilante in una
lotta per il potere senza esclusione di colpi.
Ma...
Ma……
Cavolo!
Suburra è il Game of Thrones italiano!
E sì, a
pensarci bene è così!
Ci sono
anche personaggi simili
Viola (Greta Scarano) = Arya Stark (Maisie Williams)
Personaggi
a cui inizialmente non dai una lira, ma che alla distanza tirano fuori un
quantitativo mostruoso di palle e mettono a segno uccisioni mica da ridere.
Samurai (Claudio Amenola) = Tywin Lannister
Grandi
anziani sopravvissuti a mille battaglie. Personaggi carismatici che non temono
nessuno, ma che sono temuti da tutti. Maestri del sotterfugio e grandi
burattinai occulti, in grado di colpire duramente quando entrano in azione in
prima persona. Crollano entrambi nel finale, morendo come idioti:
Uno, sparato a trenta secondi dai titoli di coda dopo aver convinto l’anziana madre
a mangiare un pezzo di torta, il secondo ucciso a colpi di balestra
mentre si trova sul cesso...
Aureliano "Numero 8" Adami (Alessandro Borghi) = Petyr "Ditocorto" Baelish (Aidan Gillen)
Lo
so: non hanno niente in comune. Ah no, solo una cosa: non si capisce una beneamata mazza
quando parlano, un incubo per gli spettatori...
Alberto "Spadino" Anacleti (Giacomo Ferrara) = Joffrey Baratheon (Jack Gleeson)
Giovani
personaggi simpaticamente affamati di potere e senza scrupoli. Pubblico
ammutolito alla loro (ovviamente violenta), uscita di scena:
Filippo Malgradi (Pierfrancesco Favino)
= Tyrion Lannister (Peter Dinklage)
Amanti dei piaceri della vita, dedito alla droga il primo, al vino il secondo. Entrambi devoti alla f**a. Si muovono con astuzia e con intrighi di palazzo. Si cacciano in casini inenarrabili, ma (seppur con alti e bassi), riescono a sopravvivere (più o meno), contro ogni aspettativa. Sfortunati in ambito famigliare: al primo rapiscono il figlio, al secondo va anche peggio dal momento che ammazza la donna che ama perché va a letto con suo padre (e poi ammazza anche lui) e sua sorella lo schifa come fosse l’ultimo degli stronzi.
Sabrina (Giulia Elettra Gorietti) = Daenerys Targaryen (Emilia Clarke)
Iniziano
entrambe come squillo di lusso e da lì scoppia un casino inenarrabile che causa più
morti che i mega rissoni ai saldi di fine anno.
Manfredi Anacleti (Adamo Dionisi) = Ramsay Bolton (Iwan Rheon)
Personaggi
squisiti, amabili e dai modi raffinati con cui il pubblico empatizza all’istante. Esperti
nel pestaggio e nella riduzione in schiavitù di poveri cristi.
Sebastiano (Elio Germano) = Theon Greyjoy "Reek" (Alfie Allen)
I
poveri cristi di cui sopra che, però, alla fine hanno la loro rivalsa (dal
finale della V stagione pare che anche "Reek" tiri fuori le palle…).
Oh…
pardon!
Per gli esiliati su Plutone a cui non è ancora giunta la notizia: è uscito il nuovo trailer di Star Wars: Il Risveglio della Forza (qui)!
È tutto per oggi, alla
prossima!
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