Salve a tutti e benvenuti
nell’Internetturbino: il blog piacevole come un’invasione di blatte giganti.
Per la serie Chiacchiere da bar, oggi mi piacerebbe parlarvi non di uno, ma di
due film molto diversi tra loro (Chloe
e The Divide) e dello Speciale n. 29 Dylan Dog Il Pianete dei Morti – La Casa
delle Memorie.
Versatevi da bere, mettevi comodi
e cominciamo.
Non intendevo proprio questo... ma va bene lo stesso...
Partiamo dai due film.
Nel web c’è chi parla dei film
belli e c’è chi parla dei film brutti.
Io, oggi, vi parlo di film così
così.
C’è subito da chiarire una cosa: non
sono certo due capolavori della cinematografia, né rientrano nella mia
personale top ten dei film preferiti (e non ci vanno neanche vicini, a dir la
verità). Nonostante ciò, entrambi i film rientrano nella categoria “Non so che
fare, guardiamoci questo film che è appena iniziato” e si sono lasciati
guardare tranquillamente dal sottoscritto, che non ne aveva sentito parlare neanche
lontanamente, risultando anche godibili.
Chloe è stato trasmesso in tv di
recente… più o meno qualche settimana (forse un mese?) fa. Avete presente
quando siete così stanchi da non avere voglia di fare assolutamente niente, ma
non così stanchi da andare a dormire?
Perfetto: era proprio una di quelle sere.
Ricordo che mi ero appena gettato
sul divano, leggiadro come una balena che precipita trasformandosi in un vaso
di petunie (per la serie indovina la citazione), e che stavo facendo zapping
qua e là quando ho beccato (totalmente a caso), il film.
Devo dire che l’incipit della
storia è, per usare un eufemismo, alquanto improbabile. Una donna, (Julianne
Moore), teme di essere tradita dal marito (Liam Neeson) e, per averne la
certezza, paga una bellissima prostituta (Amanda Seyfried), per filtrare con
lui e testarne la fedeltà.
Che dire, geniale!
Hai controllato se il leone ha mangiato?
No
Beh, mettigli la testa in bocca e vedi se ha ancora fame…!
O peggio ancora:
Hai controllato se il coccodrillo morde ancora durante il
sesso anale?
No
Beh, abbassati i pantaloni e controlla!
Nonostante un simile inizio, il film si fa guardare, merito soprattutto di Amanda Seyfried che, a seconda dei casi, è in grado di lanciare sguardi:
Da cucciolo di foca
indifeso...
...da tigre del
ribaltabile in grado di provocare epiche erezioni in svariati universi paralleli...
... da psicopatica
… Oltre,
naturalmente, che mostrarsi in qualche scena di nudo soft che non fa mai
male ed è un buon rimedio contro i temibili abbiocchi da divano.
Benché, a
mente fredda, l’intera vicenda sia poco credibile, la gradualità con cui la
trama si sviluppa (nonostante la durata non eccessiva del film, circa un’ora e
mezza), mi ha permesso di non assumere mai la celebre l’espressione alla “Ma
che cazzo!” tipica di quando si assiste ad un qualcosa di insensato, tipo la rivelazione scioccante de La Minaccia Fantasma...
... Oppure tutta la web serie The Lady:
Superfluo dire
che, in breve, la relazione tra le due donne si farà sempre più complessa e
scabrosa e che, alla fine, si scoprirà che niente era quel che sembrava all'inizio...
Insomma, il
film regge e scorre tranquillamente anche
se i colpi di scena sono, specialmente da un certo punto in poi, tutto sommato
intuibili ed il finale un po’ eccessivo rispetto all’andamento del film.
Buona la
chimica (non solo per le scene “spinte”, brutti zozzoni!), tra la Moore e la
Seyfried.
Ben portata
sullo schermo, senza esagerazioni eccessive da psicopatica assassina da film di
serie Z, l’ossessione della Seyfried per la Moore. La Seyfried nell’ordine:
mente
alla Moore dicendosi di essersi fatta il marito con tanto di racconti “zozzi”
cade
volutamente dalla bici per farsi soccorrere dalla Moore, che è medico, dopo che
questa ha tentato di allontanarla... e si abbassa i collant per la medicazione
punta
il figlio della Moore (a cui non pare vero) e ci va a letto, facendosi
intenzionalmente beccare
si
lascia cadere dalla finestra, schiattando, al termine della lite con la Moore
Divertente
che, in una sorta di “giustizia divina”, la Seyfried, inizialmente pagata per
mettere alla prova gli ormoni di Liam Neeson, si porti a letto non lui, bensì sua
moglie e suo figlio.
Come avrà reagito il buon Liam alla lettura del copione?
Fine spoiler e
passiamo a The Divide.
Questo film è
stato decisamente più impegnativo, vuoi perché dura due ore piene, vuoi perché
lo hanno trasmesso in seconda serata, vuoi perché molto (molto, ma molto) crudo.
Sapevate che si può uccidere qualcuno con
una lattina di fagioli vuota? No, non volete saperlo… fidatevi…
Ecco, in
breve, la trama: New York è vittima di un’inspiegabile (e inspiegata)
esplosione atomica ed un gruppo eterogeneo di persone trova rifugio nelle
cantine di un condominio. In breve, lo spettatore si rende contro che il
pericolo principale per il gruppo di sopravvissuti non sarà rappresentato dalle
radiazioni, o dalla fame… ma dal gruppo stesso. Roba che non vi fiderete più ad
entrare in ascensore con degli sconosciuti…
Lo stress, la
paranoia e il semplice istinto di sopravvivenza sconvolgeranno i fragili equilibri
(e le menti ancora più fragili) del gruppo. I carnefici si trasformeranno in
vittime, gli agnelli in lupi, i deboli in personaggi viscidi o in carne da
macello a seconda del loro opportunismo…
Qualche
pensiero sparso.
Pur durando
due ore tonde tonde, ed avendo ovviamente una scarsa varietà di location, il
film scorre bene.
I cambiamenti dei
personaggi, alcuni decisamente grotteschi, sono comunque piuttosto plausibili
una volta calati nella trama… anche se qualcosa di più graduale, roba da lenta
discesa nella follia, sarebbe stato meglio… ma il film sarebbe durato una
madonna (sarebbe figo, forse, farne una serie tv, no?).
Il film,
girato con “solo” tre milioni di dollari circa, è claustrofobico perché ambientato,
quasi interamente, in uno scantinato… fatta eccezione per un pugno di scene che
io avrei eliminato in quanto inutili (forse ad eccezione della prima che mette
in moto tutta una serie di eventi) ed in contrasto con l’atmosfera del film.
Anzi, il non sapere assolutamente nulla del mondo esterno, avrebbe aumentato la
paranoia dei personaggi (e dello spettatore).
Passando
appunto ai personaggi, devo fare una menzione d’onore per Milo Ventimiglia, il
Peter Petrelli di Heroes, molto bravo ed inquietante nella sua parte. Ho letto che
Ventimiglia, pensando che la sua performance fosse molto disturbante (e lo è!),
vietò alla madre di vedere il film. La madre, ovviamente, non lo ascoltò… salvo
poi chiedergli, preoccupata del suo stato di salute mentale, se avesse subito un
qualche genere di trauma da piccolo di cui lei non era a conoscenza!
Sempre in
tema personaggi, da un lato, ne avrei voluti di meno
presenti sullo schermo (il personaggio di Adrien, ad esempio, è inutile quanto
una tagliata di Angus ad un banchetto vegano e, non a caso, la cosa più
interessante che fa è beccarsi due colpi di pistola… bravo lo stronzo), per
favorire un maggior approfondimento psicologico dei protagonisti… dall’altro, mi
sarebbe andato bene anche un gruppo ancora più numeroso per dare un maggiore
senso di claustrofobia e di disagio e creare relazioni tra i personaggi più
complesse e stratificate (con più fazioni in lotta per il potere).
Molto crudo il
finale, forse troppo, ma tutto sommato in linea con il film.
Interessante
il personaggio di Michey, che passa da despota psicopatico a vittima di
torture
ad opera dei “normali” e che poi si rivela essere un vigile del fuoco in
servizio durante l’11 settembre (evento in cui ha perso la moglie e che
lo ha
spinto verso determinati comportamenti). Il film perde un po’ di
mordente quando
il personaggio viene messo da parte… ma è interessante notare come la
situazione precipita proprio quando Mickey, il personaggio che fino a
quel punto sembra essere il più fuori di testa, perde il controllo della
situazione e del gruppo!
Inquietante il
trucco di Milo Ventimiglia (Josh) e Michael Eklund (Bobby) che, lentamente, si
trasformano in mostri (e non solo a causa delle radiazioni). Non è un caso,
infatti, che il film abbia vinto un riconoscimento per il miglior trucco al
Festival Internazionale del Cinema della Catalogna.
L'evoluzione di Josh...
... e, soprattutto, quella di Bobby...
Ben fatte, ma
tutto sommato inutili, le scene "esterne" e quelle con i militari. Se, come accennato prima,
quella del rapimento della figlia di Marylin ha senso nell’economia della trama
(follia di Marylin, ferimento di Adrien, problema dello smaltimento dei
cadaveri, acquisizione di una tuta isolante…), quella con protagonista Josh ha un
“Mah” grande quanto una casa scritto sopra.
Inquietante la
discesa nella follia e la fine della povera Marylin che, in pratica, diventa il
sottomesso giocattolo sessuale di Josh e Bobby (le scene sono disturbanti, ma
servono eccome all’economia del film!).
Mi è poi
piaciuto il fatto che la protagonista, Eva, che per tutto il film sembra
relegata al ruolo di “vorrei prendere in mano la situazione, ma non posso”, presa
in mezzo com’è tra gli psicopatici al comando, il non potersi fidare
completamente di Mickey, l’inspiegabile attrazione per l’inutile Adrien e quel
coglione del fidanzato, alla fine faccia fuori tutti (e come darle torto) e se
ne vada via da sola.
In realtà, ho
parlato di finale crudo anche perché non lascia spazio ad alcuna speranza:
nella, (per me inutile) scena finale, la desolazione pare totale e non sembrano
esserci sopravvissuti… inoltre, in una scena precedente viene mostrato che Eva
sta perdendo i capelli a causa delle radiazioni e, visto come sono ridotti Josh
e Bobby verso la fine del film… beh, diciamo che non sono molto fiducioso sulle
possibilità di sopravvivenza della povera Eva!
Morale della
favola: in caso di esplosione nucleare preoccupatevi prima di tutto di chi vi
sta accanto… per sicurezza.
Finito l’angolo
del cineforum, concludo parlando dello speciale n. 29 Dylan Dog Il Pianeta dei Morti – La Casa delle Memorie.
Ho già detto
che le uscite “accessorie” di Dylan Dog a tema mi stanno più che bene: rendono
queste uscite “uniche” e, quindi, più appetibili… ad eccezione del Dylan Dog Old Boy (ne accennavo qui).
Trenini
sfrenati e lancio di petardi per la scelta di ambientare gli speciali
nell’universo narrativo alternativo del “Pianeta dei Morti”. Le tre storie finora
pubblicate (Color Fest 2 e 10 e Gigante 22) mi sono piaciute molto ed
era un peccato vederle sparpagliate in varie uscite con cadenza assolutamente
randomica.
Peccato solo che lo speciale abbia cadenza annuale! Va beh,
pazienza.
Prima di
leggere l’albo, avevo un’unica grande perplessità sullo Speciale: l’aver già
narrato nelle precedenti pubblicazioni l’ideale fine della storia (anche se
pure della serie regolare conosciamo già il finale!) ed il terribile antefatto.
Per la serie, le migliori cartucce potrebbero essere state già sparate.
Cosa mi è piaciuto:
La copertina
di Carnevale ed i disegni di Casertano (che pure non è tra i miei preferiti).
La storia “user
friendly” fruibile per chi non ha letto i precedenti episodi, ma che comunque
strizza l’occhio a chi lo ha fatto collegandosi alle precedenti storie. Se ho
fatto bene i conti, lo speciale dovrebbe collegarsi tra i due speciali a colori
(e fin qui ci siamo) e prima del Gigante…
Le “piccole”
cose come il modo in cui vengono presentati i “ritornanti” ed i loro flashback
(non dico altro per evitare spoiler) e l’“appartamento” in cui vive Dylan
probabilmente consigliatoli da Francesco Della Morte.
Il finale (che
non mi aspettavo).
Cosa non mi è piaciuto:
Forse per la
necessità di “allungare il brodo”, ho trovato l’albo un po’ sbilanciato: parte
iniziale e finale un po’ sacrificate in favore della parte centrale che invece
ho trovato un pelino lenta.
L’assenza di
alcuni personaggi che già avevano fatto la loro comparsa nella saga del Pianeta dei Morti o di personaggi
ricorrenti della serie principale che ancora non avevano fatto il loro debutto
in questo universo.
Da amante dei
chiamiamoli universi paralleli, infine, mi sarebbe piaciuto, visto che il
numero di pagine a disposizione lo avrebbe anche permesso, qualche flash sulla
vita quotidiana durante l’epidemia… così per curiosità.
Se volete un
consiglio, comprate lo speciale Dylan Dog
Il Pianeta dei Morti – La Casa delle Memorie che potrebbe piacervi anche se
non siete propriamente fan del Dylan Dog regolare e recuperate le passate storie.
P.S. Ho appena
comprato, ma non ancora letto, l’ultimo Dylan Dog e, leggendo il retro, mi sono
accorto che il prossimo numero sarà il 350 (come mi sento vecchio!). Che dire?
Spero che, come da tradizione per le ricorrenze speciali, sia un bel numero (ma
non mi fate soffrire troppo Bloch che ancora si deve riprendere dal numero 200)!
E voi? Avete
visto Chloe e The Divide? Che ne pensate? Vi ho fatto venire voglia di vederli o
di evitarli?
E lo speciale
di Dylan Dog? Lo avete letto? Avete intenzione di farlo, o passerete la mano?
È tutto per
oggi, alla prossima!
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