Salve a tutti e benvenuti
nell’Internetturbino: il blog utile come i sensi di colpa dopo le abbuffate di Pasqua
e Pasquetta.
Palla di lardo! Smettila di sgranocchiare il femore di tua zia!
Come va? Ce l’avete fatta a
rantolare giù dal letto dopo i bagordi di questi giorni? Causa
digestione impegnativa, piccola modifica nell’Internetturbino questa settimana:
oggi post su Pasqua e Pasquetta, domani Rassegna
Stampa e venerdì… sorpresa (nel senso che ancora non so di cosa parlerò e
sarà una sorpresa anche per me).
Pasqua e Pasquetta sono giorni
speciali da passare con
parenti ed amici... ad abbuffarsi come se non ci fosse più un domani.
E allora vediamo un po’ quali esperienze
emozionali abbiamo probabilmente sperimentato in questi giorni di
festa.
Non si può non iniziare con:
Sensi di colpa
Non lo neghiamo,
alla vigilia di qualsiasi festa che comprenda l’abuso di cibo, ci si ripete
ogni volta: “Questa volta mangerò di meno!”… salvo poi fallire miseramente.
A proposito di
fallimento, una tattica infelice è quella di saltare la colazione per limitare
un minimo l’assunzione di calorie nel corso della giornata.
Risultato? Si
arriva all’ora di pranzo famelici come un branco di lupi e, già dopo gli
antipasti, abbiamo messo mano alla cinta… non solo per allargarla di un buco,
ma per prendere a cinghiate tutti coloro che osano frapporsi tra noi e il cibo nella spietata lotta per le tartine.
Un’altra
tattica che non funzione è quella di chiedere porzioni piccole… tanto poi,
arriva immancabile la zia o la nonna che, vedendoci sciupati (anche se abbiamo
un girovita misurabile in Unità Astronomiche tipo orbita di Urano), ci serve
porzioni di pasta al forno misurabili in metri quadrati.
Calpestabili,
ovviamente
E dopo il
primo primo che fate? Non oserete certo fare uno sgarro a vostra cugina, che ha
passato una mattinata ai fornelli, non assaggiando il secondo primo, vero!?
E lo stesso
vale per il primo secondo, il secondo secondo (la frutta la evitiamo perché
mica siamo dei pozzi senza fondo), piccola pasticceria e dolce finale.
Alla fine
scopriamo, con sgomento, di aver fatto il bis (ma anche il tris, il full e la
scala reale) di qualsiasi portata. Menzione d’onore, poi, per l’esplosione del
bottone dei nostri pantaloni ed il conseguente abbattimento del cuginetto
seduto di fronte…
Imbarazzo
Questa
riguarda più che altro Pasqua che, di solito, è l’occasione per riabbracciare
parenti che non si vedono molto spesso.
Tutti felici
di passare una giornata in famiglia e poi, il dramma: la paura di non
ricordarsi tutti i nomi (compresi quelli di prole, fidanzati/e mariti, mogli e
parenti acquisiti).
I più previdenti
si organizzano, nei giorni precedenti, in veri e propri gruppi di studio con
tanto di interrogazioni, compiti in classe e colloquio con i genitori per
arrivare preparati:
... ma tanto va a finire che:
Chiami
per tutta la giornata “Pier Ugo” tuo zio Clementino (mentre Pier Ugo è il
criceto della figlia di seconde nozze di tua procugina)…
Preso
dal panico, passi tutto il tempo ad usare pronomi personali invece dei nomi
propri per evitare figuracce… ma ci metti 45 minuti a farti passare la saliera dall’altra
parte del tavolo “Ehi, tu! Mi passi la saliera? Sì, qulla vicino a lui. No, non lui…
un po’ più vicina a lei, esatto: a sinistra rispetto a noi, quindi a destra
rispetto a voi… o, al diavolo, me la prendo da solo!”
Invidia
Al momento di aprire le uova di
Pasqua si consuma, puntuale, la tragedia. Tutti trovano sorprese che vanno
dall’utile al simpatico… mentre a te tocca la pacchianata inutile fatta a
sorpresa.
Non si sfugge.
Sei uomo? Trovi ciondoli da donna
a non finire, braccialetti e mini trousse.
Sei donna? Trovi campioncini di
schiuma da barba, un apribottiglie a forma di vagina ed un petofono.
Come si sa, l’invidia e la
necessità possono rendere l’uomo una bestia senza scrupoli ed i più spietati
possono arrivare a raggirare i cugini più piccoli, barattando un robottino
assemblabile con un’agenda del 2002, o intascandosi la loro sorpresa con la
scusa di aiutarli nelle operazioni di montaggio.
Vergogna (e avarizia)
Come a Natale,
compare puntuale la piaga della recita delle poesie da parte dei più piccoli.
Ora, per colpa dell'invasione di talent con protagonisti bambini,
ci si aspetta che i tutti siano un incrocio fra Dario Fo e Anna
Magnani e, quindi, si rimane puntualmente delusi al momento della declamazione
delle poesie…
… complice anche testi non
proprio ricercati:
“È
Pasqua, è Pasqua!”
dice allegro il sole
mentre gioca con i fiori delle aiuole.
dice allegro il sole
mentre gioca con i fiori delle aiuole.
Volan
le rondini nel cielo turchino,
mentre nell’aia zampetta un pulcino
mentre nell’aia zampetta un pulcino
Con
conseguente lancio di ortaggi
Dopo l’agonia
della poesia (che può essere prolungata dal parente di turno che, pensando di
fare il simpatico, urla “Bis!”, venendo preso in parola dal bambino
esibizionista), arriva il momento dell’estorsione. La piccola star di turno,
infatti, batte cassa facendo il giro del tavolo allungando le manine avide in
cerca di spiccioli.
In caso di
famiglie con tanti bambini, si scatenano vergognose scene di panico per evitare
il salasso: persone che vanno in bagno (come a scuola per evitare le
interrogazioni), persone che si allontanano fingendo di ricevere telefonate di
auguri, persone che fanno finta di aver dimenticato il portafoglio e,
rovistando nelle tasche, regalano ai bambini nell’ordine: una graffetta, un
fazzoletto usato, un preservativo nuovo, la sorpresa dell’uovo di Pasqua
trafugata in precedenza...
La vera
tragedia è quando ci si accorge di avere solo banconote nel portafoglio e, tra
gli applausi dei parenti, si allungano 20€ al novello Shakespeare… salvo poi
sussurrare all’orecchio del bambino: “Adesso vai a frugare nella borsa di mamma
e portami 19€ di resto”… cosa che l’innocente creatura riferirà immediatamente…
ad alta voce ed in piedi sulla sedia (‘sto infame…).
Male di vivere
Immancabile, poi, la lite con il
parente / amico vegano che vi strappa di mano il cosciotto di agnello che state
per addentare e lo getta via (magari colpendo in piena nuca e facendo ribaltare
il bisnonno che si stava concedendo una meritata pennica sulla poltrona).
A quel punto, parte una disputa
teologica da antologia con tanto di parenti ad incitare i contendenti tipo rissa da strada:
“Mangiare gli
agnellini (e gli altri animali) è sbagliato!”
“Ma l’uomo è
onnivoro!”
“Ma prima era
vegetariano vista la dentatura e l’intestino che ha!”
“Sai com’è,
l’evoluzione…”
“Ma sai quanto si
inquina per ottenere un chilo di carne?”
“Ma sai che anche internet inquina? Pensaci ogni volta che cerchi la ricetta del ragù di tofu e che posti stronzate su Facebook!”
Arrivati all’apice dello scontro,
si passa alle armi di distruzione di massa: il parente / amico vegano tirerà
fuori il suo cellulare e vi schiafferà sotto il naso un’immagine tipo questa:
… a cui voi risponderete con un’immagine tipo questa:
Alla fine, si arriverà all’inevitabile
scontro fisico con il parente / amico vegano che vi sfregherà del peperoncino
sugli occhi e vi lancerà fette di zucchina come fossero shuriken ninja, mentre voi proverete ad
abbatterlo a colpi di carpaccio, brandendo coraggiosamente una salsiccia come
fosse un nunchaku…
È tutto per oggi, alla prossima!
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