lunedì 29 agosto 2016

Intanto, nel mondo - Rassegna Stampa 75 (Dødsing, recuperare cellulare dal water, uomini con le tette)

Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog simpatico come i genitori che, in spiaggia, accudiscono a distanza la propria prole molesta.


Piergiorgio, tesoruccio, non buttare la sabbia sul signore…


Nella Rassegna Stampa di oggi: tuffi pazzeschi in Norvegia; cerca di recuperare il telefono nel water – salvo per miracolo; uomini indossano tette.





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Tuffi di panza, tuffi di sostanza (potete leggere la notizia qui)

Proprio qualche settimana fa (qui), vi ho mostrato la clamorosa panciata eseguita dal campione olimpico uscente Ilya Zakharov durante le Olimpiadi di Rio.
A tutti è capitato di schiantarsi in acqua dopo un tuffo mal riuscito (magari fatto con l’intenzione di fare i simpatici o di fare colpo sulla tipa dal culo marmoreo che passava per caso).


L’arte del rimorchio… il rimorchio che ha spostato la vostra salma dal fondo della piscina, intendo


Per i tuffatori della domenica, però, è finalmente giunto il momento del riscatto: sto parlando del Dødsing!
Dødsing è una parola norvegese che significa “Tuffo della morte”, ma tranquilli, non è importante… questo “sport” consiste nel tuffarsi da varie altezze (anche da 10 mt), rimanendo per più tempo possibile paralleli all’acqua con braccia e gambe distese…


… tipo scoiattolo volante, per intenderci


Poco prima di impattare con l’acqua, è consigliabile raggomitolarsi per evitare una dolorosa morte prematura. Nato probabilmente come passatempo (idiota) tra amici, questo “sport” ha riscosso un notevole successo tanto che, nel 2008, si sono disputati i primi campionati mondiali di Dødsing.
Un campionato mondiale di persone che si tuffano male, uno spasso.
Qualcuno potrebbe pensare che il Dødsing non sia altro che lo sport praticato da chi non si sa tuffare… e probabilmente avrebbe ragione vedendo il tuffo di Stian Samsonsen, che è eseguito così a membro di canide da risultare sbagliato anche per gli standard del Dødsing:



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Speleologia alternativa (potete leggere la notizia qui)


Ah, Internet!
Al netto dell’omofobia, del razzismo, dei nazimalisti e delle sentinelle in piedi, bisogna dire che internet è una conquista per l’umanità.
No, dico sul serio: quanti contenuti geniali vengono quotidianamente creati e messi on line come questo blog?
E dove viene partorita la maggior parte di queste geniali idee secondo voi?


Che domande, al cesso… Esatto, se dal XV al XVII secolo la culla del sapere era lo studiolo, adesso è il bagno


Pensateci, solo in bagno è possibile trovare la giusta concentrazione e la pace necessarie per stimolare la creatività…


… e che dire dei prolungati esili (in)volontari in caso di fine delle scorte di carta igienica?


Ovviamente, ci sono dei rischi altissimi… e, no, non sto parlando del formicolio alle gambe dopo prolungate sedute, bensì della catastrofe totale:


Il tuffo carpiato dello smartphone nel water (magari prima di aver tirato l’acqua)


Siamo ancora in Norvegia... e io che mi sorprendevo dell’elevato tasso di suicidi nella penisola scandinava.
Cato Berntsen Larsen, da bravo amico, non si è tirato indietro quando al suo amico diversamente evoluto è caduto il telefono nel water.
Essendo un bagno posto all’esterno dell’abitazione, Cato (dopo aver tentato inutilmente di recuperare il cellulare con un bastone), ha deciso di provare l’inimmaginabile: calarsi, attraverso il water, direttamente nella fossa biologica.
Una volta sceso all’inferno e recuperato il telefono, Cato non è più riuscito a risalire… resosi conto di essere nella merda fino al collo (e non metaforicamente), il povero Cato ha chiesto aiuto.
Agli occhi dei vigili del fuoco giunti sul posto si è presentata una scena raccapricciante:



Vista la gravità della situazione, ai prodi vigili del fuoco non è rimasto altro che procedere con l’amputazione (del water, non di Cato), tramite motosega.



Come sempre, all’insegna dell’empatia e della comprensione i commenti degli utenti di internet:

AmSalt12: Stupid idiot!!!

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Uomini che provano ad indossare le tette (potete leggere la notizia qui)

 
Sondaggio facile facile: quali sono le tre qualità che gli uomini cercano in una donna?


1) Le tette grosse


2) Le tette grosse


3) Le tette grosse


Il protagonista della notizia, però, è un uomo che ha fatto delle tette la sua ragione di vita: Ignace Van Doorselaere, CEO del marchio di lingerie PrimaDonna. Il buon Ignacio ha avuto una pensata geniale e mentalmente disturbata allo stesso tempo:


Come possono i miei impiegati maschi progettare e realizzare reggiseni di qualità se non sanno come ci si sente ad avere le tette?


Detto fatto.
Quella roba che indossa Ignacio altro non è che una imbracatura con attaccati due pesi che simulano il peso, pari a circa 1 - 1.5 kg, di un seno coppa E… prego notare l’espressione soddisfatta di Ignacio.
C’è da dire che la pensata è geniale: far capire agli uomini cosa significa avere le tette per far realizzare loro reggiseni di qualità.
Fortunatamente Ignacio non è il CEO di una ditta farmaceutica che si occupa di farmaci anti dissenterici…
Come se la sono cavata i dipendenti alle prese con le loro nuove tette?
Tutto sommato benone:


Grasse risate tra colleghi


Sguardi libidinosi (o disgustati?) delle colleghe


Piccoli problemi nello svolgere le mansioni quotidiane


Dolori lancinanti alle spalle


Ovviamente si tratta di una trovata pubblicitaria e poco più, ma è così fuori di testa da meritarsi un posto nella Rassegna Stampa.
Bravo Ignacio, quasi quasi ti invio il CV.

È tutto per oggi, alla prossima!

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