Senza
indugio alcuno, chiarisco che questa non è l’ennesima guida su Twitter che vi
promette un numero smodato di follower in tre tweet.
Pur
essendo il titolo un tributo al capolavoro di Douglas Adams, vi parlerò della
mia (breve) esperienza su Twitter e dei tipi di utenti che ho individuato in
questi mesi.
Premessa: uso (assai sporadicamente), Twitter da circa quattro / cinque mesi da un lato perché, a trentatré anni, volevo togliermi lo sfizio di usare un social di qualche tipo (anche se devo dire che avevo vissuto piuttosto bene anche senza…), dall’altro perché volevo spammare un po’ i post dell’Internetturbino… risultato conseguito in pieno se penso che il numero dei miei follower cresce con un ritmo paragonabile al PIL italiano in fila per sei con il resto di due
Inoltre,
devo ammettere che, essendo un fan di Gazebo e della sua social top ten, l’idea
di utilizzare Twitter mi ingolosiva non poco…
Tralasciando
le lacrime ed il sangue versato per collegare i post del blog a Twitter (penso
di essere l’unico ad avere problemi anche con le guide di Salvatore Aranzulla),
arrivo / sbarco / scendo / salgo o come diavolo si dice su Twitter.
E qui
il primo dramma: realizzare una biografia nei famigerati 140 caratteri
dell’uccello cinguettante. Tutte le guide che ho consultato davano consigli
tipo: “siate sintetici, ma di impatto” (grazie al c***o), “non siate banali” (e
due) ed altre bestialità simili.
Dopo
mezza giornata, ed un discreto mal di testa, la mia mente malata partorisce questo:
Poeti Maledetti Maledetti Poeti
Storico non
realizzato, saggista dilettante, guida turistica saltuaria, attuale CO.CO.PRO. Pantofolaio appena posso. Internetturbino
per vocazione.
Di cui
vado moderatamente orgoglioso perché mi rispecchia abbastanza fedelmente e
penso che sia divertente.
Bene.
Dopo aver
sistemato le varie impostazioni varie ed aver scritto il primo tweet che il
sistema, penso, ti obbliga a scrivere (altra tragedia e metà giornata persa),
inizio a seguire qualche vip come il conterraneo Pinuccio e aspetto.
Aspetto.
Poco
dopo, mi arrivano un paio di notifiche che mi avvisano che Gesù Cristo e Padre
Pio mi stanno seguendo…
Vado in
brodo di giuggiole al pensiero dei pazzoidi che popolano Twitter e, pronto ad
unirmi a loro, inizio a scrivere cazzate.
Prima di individuare qualche
curiosa tipologia di utente, vi parlo brevemente del mio più grande “successo”
e del mio più grande “fallimento” su Twitter.
Con un crescendo rossiniano,
partiamo dai “fallimenti”.
L’esperienza
maggiormente negativa è quella che si verifica quando, dopo essermi scervellato
ferocemente, penso di aver twittato qualcosa di incredibilmente divertente, senza
però essere cagato di striscio (salvo poi vedere un tweet osceno nella sua
bruttura venire retweettato verso nuove civiltà dalla Cristoforetti in orbita
che, nel frattempo, è tornata e potrà finalmente andare dal parrucchiere).
L’esperienza si fa ancora più traumatizzante quando, ad essere retweettato, è
un tweet praticamente uguale al mio che fa immediatamente il giro del mondo,
mentre quello scritto da me viene fagocitato e poi cagato dal web.
Sono cose che capitano...
Per
quanto riguarda i “successi”, ne scelgo due: uno serio ed uno fancazzista.
Quello
serio, è stato vedere un mio tweet messo tra i preferiti da Antonio Sofi, uno
degli autori del già citato Gazebo.
Tutto
qui? Potrebbero pensare i più insensibili di voi…
Sorvolando
sul fatto che lo stesso tweet è stato aggiunto ai preferiti da un utente che si
definisce “Superfan di Marco Carta” (beh, i gusti, so gusti), per un fan di
Gazebo come me, è un stato po’ come se Stoya (chi fa finta di non conoscerla, può
farsi una cultura qui), mi avesse detto:
Vieni qui stallone, fammi sentire una vera donna…!
Passiamo al successo successo fancazzista. Smanettando (e smattando) con il
nuovo cellulare, mi abbandono ad un tweet disperato, dando il via a questa
breve conversazione:
Purtroppo la mia domanda non ha
avuto risposta. Il mio inglese fa così schifo?
E dunque, signori, com’è Twitter?
Che tipo di fauna è possibile incontrare?
Di tutti i tipi. Ecco gli utenti
che ho scovato:
Gli ossessivo compulsivi cagano
una quantità di tweet seconda solo al numero di culi leccati libri scritti da
Bruno Vespa. Con gli abbondanti retweet, inoltre, gli stessi tweet sono in
grado di perseguitare i poveri cristi alla lettura anche per settimane.
La variante multitasking, poi, è
pericolosissima.
I multitasking sono quelli che
usano Twitter mentre, ad esempio, guardano qualcosa in tv commentandolo in
diretta secondo per secondo (pubblicità compresa). Ora, inviare qualcosa, che
ne so, mentre si guarda un film per scambiare qualche breve battuta con un
utente ci sta… ma fare una telecronaca in diretta mi sembra eccessivo! Ad
essere preferiti, ovviamente, sono i programmi di dubbio gusto: boh, sarò
anziano io, ma non riuscirei a vedere qualcosa che mi fa schifo (forse solo i
film dell’Asylum), commentandolo forsennatamente… e viceversa non passeri tutto
il tempo a smanettare con il cellulare mentre sto vedendo qualcosa che mi piace,
perché non me la godrei! Sarà anche perché non sono molto veloce a twittare con
il cellulare e preferisco farlo dal portatile… il che
in pratica è la negazione stessa dell’essenza di Twitter, lo so…
Ehi! Smettetela di ridere!
Piacevoli
come uno smilodonte che vi azzanna lo scroto, i Maledetti Poeti vanno, ahimè,
fortissimo su Twitter.
Se non mi mordi lo scroto, ti do i croccantini, ok?
Probabilmente scopiazzano qui e lì o, peggio ancora,
creano da sé i propri versi ermetici colmi di un pessimismo cosmico che, in
confronto, Leopardi pare Martufello (o Frank Matano, per i più giovani). Per
uno che usa Twitter per il feroce cazzeggio, come il sottoscritto, i
Maledetti Poeti rappresentano una delle categorie di utenti peggiori, battuti
solo dalla variante stealth che,
magari, uno inizia a seguire perché scrivono qualche tweet divertente salvo poi
rivelare la propria vera essenza di poeti della Quaresima e
dell’esistenzialismo da due soldi e, a quel punto, ti dispiace anche procedere
con il defollow (sì, lo so… sono un pirla, ma mi piange il cuore a defolloware,
si dice così?, la gente…).
Terrificanti le dispute
teologiche tra Maledetti Poeti…
Animali Retwittatori
Pecore, orsi, uccelli e compagnia
belante… un vero e proprio zoo. Se, da un lato, capisco la loro “utilità” per
permettere anche agli utenti meno seguiti di essere retweettati (li uso anche
io, beninteso), non capisco che interesse possa mai avere qualcuno a creare un
profilo del genere… personalmente verrei, in breve, soffocato dai miei stessi
testicoli gonfiatisi come mongolfiere… Ce ne sono tantissimi e la concorrenza è
agguerrita: “Retweetto tutti!”, “Io ne Retweetto di più!”, “Seguimi e ti
seguo!”, “Citami e ti cito!”, “Seguimi e ti do il culo”, “Seguimi e te ne do
due”… un casino…
Bone (e boni)
C’è poco da fare. Twitter
specchio della società. Penso che valga per ambo i sessi, ma noto che, spesso,
il numero dei follower di un’utente donna è direttamente proporzionale alla
quantità di pelle nuda mostrata nella foto profilo, oppure alla quantità di
filtri instagram usati… (e se ho così pochi follower, dovrei pormi qualche
domanda sulle mie velleità di diventare un super modello…). Non è sempre così,
ovviamente, ma fateci caso…
Chi avrà mai più follower?
Attivisti (di qualsiasi genere) scatenati
Una piaga
dell’umanità.
Gli Oliviero Toscani dei poveri
Variante
estrema degli ossessivo compulsivi, questi utenti pubblicano fotografie in
quantità industriale.
Fotografie dei propri gatti, per
lo più…
Alcune fotografie sono anche
molto belle, ma per la legge dei grandi numeri, la stragrande maggioranza sono
una ciofeca ritoccata come la peggio Moira Orfei.
Questi utenti, però, detengono un
record particolare: sono più molesti dal vivo che nella realtà, obbligando
amici, conoscenti, parenti, fidanzati, coniugi e martiri vari a sottostare alla
dura legge del selfie o delle foto artistiche…
Che altre tipologie di utenti su
Twitter conoscete?
È tutto per oggi, alla prossima!
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