Eccoci ad una
nuova puntata della serie Wrestling nella
vita reale. Per chi non lo sapesse, questa serie di post consiste
nell’esporre una situazione, che mette in pericolo il mio (già precario) equilibrio
psichico, a cui tento di trovare una soluzione attingendo alla mia passione per
il wrestling.
Per i rompiballe
che, freschi di Olimpiadi di Rio 2016, stanno già pensando: “Ma è tutta una
buffonata! Il wrestling olimpico sì che
è una nobile e virile disciplina!”, provate a ridirmelo guardandomi nelle palle degli
occhi dopo aver visto questa foto…
Pare un pornazzo gay anni '70...!
Per farvi
un’idea di che cosa state per leggere, potete dare un’occhiata qui all’ultimo
post della serie. Come avrete notato, l’ultimo post di Wrestling nella vita reale risale ormai a quasi cinque mesi fa.
Questo, ovviamente, non significa che in questo lungo lasso di tempo i
pittoreschi abitanti del pianeta Terra non abbiano attentato ai miei nervi…
tutt’altro.
Anzi, potrei
dire di aver accumulato una certa dose di rabbia repressa… ma tranquilli: sono
uno che si sa controllare.
Se solo questo
ronzio che ho nella testa mi desse tregua…
Ah, no: sono solo le voci che mi ordinano di dare
fuoco ai vostri peli del naso…
Torniamo a noi.
Casa dolce
casa.
La casa è un
rifugio sicuro dove ognuno può rilassarsi, al sicuro dalle insidie del mondo
esterno.
Certo, in un
mondo popolato da unicorni che cagano arcobaleni e regalano abbracci.
La realtà,
purtroppo, è ben diversa.
Tanto tempo fa,
qui a casa mia, era tutta campagna… no, scherzo: era comunque piena periferia,
tanto che la strada non era nemmeno asfaltata e, quando pioveva, si aprivano
voragini niente male.
Trovare parcheggio, però, non era certo un
problema...
Manto stradale
(inesistente) a parte, si godeva di una tranquillità niente male. Col tempo,
però, la periferia è diventata sempre meno periferia e, anni fa, sono arrivati
i primi vicini. Ricordo amorevolmente la vecchietta che aveva in casa un enorme
pastore belga che soffriva tremendamente di solitudine e ululava come un lupo
mannaro depresso appena veniva lasciato solo.
Bei tempi.
Anche perché,
col passare degli anni, i vicini sono diventati merce rara, essendosi la zona trasformata magicamente da residenziale
a… a… qual è il termine giusto? Ah, sì: “faccio un po’ il c***o che mi pare”.
Come scordare
l’infimo bar che, come unica attrattiva aveva (oltre alla tristezza), il
karaoke più dimmerda dell’intera regione… non tanto per la musica oscena,
quanto per gli avventori diversamente intonati… porcaccia la miseria, ho
sentito lamenti di dolore di partorienti durante parti ultra gemellari e di
persone a cui venivano estratti i denti del giudizio (a colpi di spranga), decisamente
più intonati.
Con mio sommo dispiacere, l’istinto imprenditoriale del proprietario si è rivelato pari all’intonazione della clientela media ed il bar ha chiuso tipo dopo una stagione… insomma, è durato anche una stagione di troppo per i miei gusti.
Con mio sommo dispiacere, l’istinto imprenditoriale del proprietario si è rivelato pari all’intonazione della clientela media ed il bar ha chiuso tipo dopo una stagione… insomma, è durato anche una stagione di troppo per i miei gusti.
Tutto è bene
quel che finisce bene no?
No.
In breve tempo
la strada in cui vivo si è popolata di:
Un
marmittaio
Una
ferramenta
Una
sottospecie di negozio di infissi (?)
Un
punto vendita “Acqua & Sapone”
Risultato?
Sentirei meno
baccano se avessi come vicino Marylin Manson posseduto dal maligno e, dalle
18.00 alle 19.00, faccio prima a smontare pezzo pezzo l’auto e portarmela in
soggiorno che a trovare parcheggio (e giuro che lo farei, se non fossi una
segaccia immonda nel fai da te).
A questo
desolante quadro, si aggiunge la (triste) variabile umana…
Che dire del
marmittaio che, tutti i santi giorni, mette un secchio vicino al marciapiede
dirimpetto alla sua officina per impedire a chiunque di parcheggiare l’auto? Ah,
arriverà prima o poi il giorno in cui deciderò di lasciarti un bel ricordino in
quel dannato secchio… dammi il tempo di esagerare col cibo messicano e ti
faccio vedere io…
Che dire dei
due figli di quella gran professionista del sesso mercenario che, a prima
mattina, hanno sgomberato una sottospecie di rimessa gettando nel loro camion
ogni genere di ferraglia...?
Compresi fusti simili a quelli che, nei film, la mafia russa usa per trasportare le scorie radioattive
Che dire
di quell’ameba del gestore di stabilimento balneare che, per un paio di anni di
fila, ha affittato un decrepito garage per piazzarci sdraio e ombrelloni e che,
ogni dannata estate, mi scartavetrava lo scroto cifotofonando ad ogni ora per
fami spostare l’auto? Ah, ovviamente il braccino corto (tipo Tirannosauro) non ne voleva sapere di
mettere un passo carrabile davanti al garage (o, almeno, un biglietto con
scritto qualcosa del tipo “Scusate, ma romperò le palle il 15 del mese”.
E che dire del
ferramenta e compagnia rumorosa che, in estate quando fa caldo, trasferiscono
le loro silenziosissime attività in mezzo alla strada?
Dando vita a concerti tipo questo?
Che dire degli
automobilisti lobotomizzati che, pur di non lasciare l’auto ad oltre 20 cm
dall'ingresso del punto vendita “Acqua & Sapone” di cui sopra, non esitano ad
imboccare la strada di casa contro mano (beccandosi una dose letale di
vaf***ulo ogni volta) ed a parcheggiare a spina di pesce…
… sulle strisce
pedonali…
… e in
prossimità di un incrocio?
Roba da bruciare una mezza dozzina di
patenti in una botta sola
E che dire del
netturbino che, qualche settimana fa (un sabato mattina), non ha trovato di
meglio da fare che riparare (a martellate...!) la portiera della sua
disastratissima ape esattamente sotto la finestra della mia camera da letto? Per vendicarmi, ho
deciso di farlo sentire in colpa redarguendolo duramente: “Non si vergogna a
dare questo baccano? In questa casa c’è una persona anziana che ha bisogno di
riposo e tranquillità!”.
Sì, la “persona
anziana” ero io, chi se ne frega!
A tutti questi
gentiluomini comunico che sto spammando i loro indirizzi di casa ai Testimoni
di Geova ed ai venditori di aspirapolvere e di enciclopedie porta a porta, pregando loro di
visitarvi il sabato e la domenica all’alba.
Il top
dell’incazzatura, però, l’ho raggiunto mercoledì mattina. Ad un certo punto, il
solito rumore di ferraglia, che da anni ormai accompagna la mia esistenza, mi
ha svegliato di soprassalto.
Tempo di
alzarmi dal letto e pronunciare un terrificante bestemmione di proporzioni
epiche ed ho afferrato il primo orologio/sveglia che mi è capitato sotto mano: 6.48...
Ma porca...!
Premetto che, 1uando vado al
lavoro, mi sveglio alle 7.00... dodici minuti non fanno la differenza, ma
porcaccia la pu***na, devi avere la fogna nera in testa per fare ‘sto casino a
quest’ora…!
Ancora
assonnato, e rischiando di frantumarmi i mignoli dei piedi contro i malefici
spigoli in agguato, mi sono fiondato alla finestra del soggiorno per uscire dal
balcone… purtroppo, appena mi sono affacciato, il camion aveva ormai svoltato l’angolo
(né sono riuscito a capire cosa diavolo avesse caricato per fare quel baccano
del diavolo).
Peccato.
Avrei voluto
urlargli dal balcone qualcosa del tipo:
“L’accurata
selezione dei tuoi pluridannati defunti da parte materna!”
Che nel mio
idioma nativo suona, in maniera molto più pittoresca, più o meno così:
I
mègghje stramalemórte de màmete! (per un’infarinatura sui dialetti pugliesi,
fate un salto qui)
Sarebbe stata
una scena epica, penso di aver avuto anche una discreta bava alla bocca come se
avessi ingurgitato una mezza dozzina di aspirine effervescenti.
Mai ‘na gioia.
A tutte queste
tenie intestinali che ammorbano la mia vita, dedico un messaggio di pace…
“Andate
a dormire”
Ma detto alla
maniera di Phil Brooks (CM Punk)
WWE Raw 1000: CM Punk stende The Rock con la sua
finisher “GTS”: “Go To Sleep”
È tutto per
oggi, alla prossima!
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