Salve
a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog rassicurante come un
appuntamento al buio mal riuscito.
Sul profilo ho messo una foto di Milla Jovovich perché sono timida… non è un problema, vero?
Qualche
settimana fa, illustrandovi i vari esempi di umanità che è possibile incontrare
durante le partite di calcetto (qui il post), ho parlato un po’ di Holly e
Benji… il cartone animato che ha traviato la nostra infanzia e che rappresenta
un vero e proprio calcio ai testicoli della pedagogia.
Su, non fate
quella faccia.
Vediamo un po’
il perché…
Non trasmette i sani valori dello sport
Quale dovrebbe
essere l’etica di uno sport di squadra come il calcio?
L’unione
fa la forza
Si
vince insieme, si perde insieme
L’importante
è bombarsi le veline lo spirito di squadra
E cose così,
giusto?
Sbagliato.
Holly e Benji ci insegna che, nel calcio, non vince il gruppo migliore (quello più
affiatato, o chi si impegna di più), bensì semplicemente chi ha più campioni in squadra eccellenti… tutti gli altri
sono comparse che hanno a malapena un nome e che servono giusto per fare numero
perché si gioca 11 contro 11.
Pensateci bene:
qual è la squadra più vincente del cartone?
La Newppy / New Team, che ha tre assi: Holly, Tom Becker e Benji Price (il part timer più famoso della
storia dei cartoni: compare in metà delle puntate di Holly, ma il suo nome è
comunque nel titolo).
Un fermo immagine dell'inculata di Benji a Holly
Poi troviamo la
Muppet / Toho che ne ha 2½ (Mark Lenders, Ed Warner e, più o meno, Danny Mellow)
E, infine, tutte
le altre squadre che ne hanno uno (da Julian “Infartato” Ross a Philip Callaghan) o due… ma fotocopia (i gemelli Derrick) e, non a caso, non vincono
mai una cippa.
Come se non
bastasse, solo ed esclusivamente i protagonisti si cuccano le donnine (Patty per Holly, Amy per Julian e Danny Mellow per Mark Lenders…), manco fossero rockstar maledette.
Ai poveri
comprimari disgraziati (disegnati per giunta con il c**o), cosa resta per
passare alla storia?
Prendere
pallonate in faccia.
No,
davvero: questo è l’apice della carriera di Bruce Harper (che, comunque, è arrivato in nazionale)… poi c’è stata la
volta in cui gli è caduta la saponetta nello spogliatoio, ma questa è un’altra
storia
Oppure fare
la figura del povero pirla di turno (come Alan Crocker, il portiere con la
fobia dei palloni), giusto per mettere in difficoltà i protagonisti
Ma il pallone è tuo amico!
Sì, ma se Mark Lenders mi sfigura a suon di
Tiri della Tigre ad ogni puntata, è un bell’amico del c***o!
Mette a rischio la famiglia tradizionale
Non ditelo alle
Sentinelle in Piedi che poi li tocca sedersi per lo shock… ma forse in pochi
hanno fatto caso al fatto che il padre di Holly (capitano impegnato in
traversate degne di Capitan Findus), compare soltanto in una manciata di
episodi… il suo posto nel cuore di Holly e tra le gambe di sua madre è rapidamente
preso da Roberto Sedinho, un ex calciatore brasiliano con chiari problemi di vista e alcolismo
che, come discutibile passatempo, ha quello di appostarsi a vedere i bambini
che giocano a pallone…
Insomma, un tipo losco da tenere lontano dai bambini... e dalle madri
Appunto...
E vabbè, Holly... pure tu!
Sempre a
proposito di figure discutibili che neanche il genitore più disgraziato vorrebbe
accanto ai propri figli, menzione d’onore per Jeff Turner, una specie di pezzente con una manciata di orrendi peli pubici in faccia e dal
discutibile gusto nel vestire (oltre che dall’igiene proibitiva, visto che non cambierà
mai abito per tutta la serie), che insegna ai propri ragazzi a disprezzare gli
avversari usando anche le maniere dure.
Appunto...
Non che il suo collega della New Team sia meglio...
Qui il cardiopatico Julian Ross, durante la partita contro la New Team, viene centrato in pieno petto da una spallata prima e da una pallonata poi… roba che Suarez che assaggia Chiellini pare un
Orsetto del Cuore…
Mette a rischio l’incolumità dei più
piccoli
Pensateci bene:
cos’hanno in comune Holly, Tom e Mark (cioè i calciatori più talentuosi del
cartone)?
Fin da piccoli
non si sono mai separati dal pallone.
Ma
proprio mai. Chi ha visto almeno un episodio, sa bene che i nostri stolti eroi si muovono esclusivamente palla al piede attraversano gli incroci della città palleggiando
incuranti del traffico.
Vi siete mai
chiesti perché, in tutta la serie, ci sono solo una manciata di squadre (tanto
che, alla fine, tocca andarsene in giro per il mondo per trovare avversari decenti)? Esatto,
perché la mortalità infantile a causa degli incidenti stradali provocati dalle
giovani promesse del calcio che attraversano la strada a membro di canide è elevatissima
(modello gatto in tangenziale durante l’esodo di ferragosto)…
Ruba l’infanzia ai più piccoli
Benché lo stile
grafico non aiuti di certo, nella prima serie, i protagonisti frequentano le
scuole elementari… e sono costretti ad affrontare tornei di calcio senza esclusione di
colpi che sembrano usciti da una puntata di Mai
Dire Banzai.
Non a caso, a furia di giocare a calcio,
dopo la pubertà sono venuti su tutti deformi (prego notare lo stacco di coscia che
neanche le gemelle Kessler...)
Che dire, poi, del
povero Julian Ross (sì, ancora lui) che rischia la morte praticamente ad ogni partita sotto
gli occhi di allenatore, fidanzatina e genitori?!
Ecco, vedete? Non lo sostituiscono neanche
quando, in pratica, è già diventato un fantasma…
Che dire dei
giocatori della Flynet (vestiti in un virile rosa shocking) che, pur
allenandosi nella neve manco fossero gli Stark ne Il Trono di Spade (e rischiando continuamente di essere sodomizzati da famelici
orsi polari), non superano mai le semifinali neanche per sbaglio…?
È tutto per
oggi, alla prossima!
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