Salve a tutti e benvenuti
nell’Internetturbino: il blog rassicurante come il dito della professoressa più
temuta che scorre sul registro prima dell’interrogazione.
Oggi interroghiamo... vediamo un po'...
Driiin, driiin!
Che cos’è questo ruomere infernale?
L’allarme antincendio che ci ricorda, troppo tardi, che
fumare a letto è una pessima idea?
Qualche call center delocalizzato
su Kepler-186f che chiama
per offrirci un abbonamento all’anima degli stramalimortacci loro?
No,
peggio.
È la sveglia che suona… catapultandoci nell’incubo di
grandi e piccini: l’inizio dell’anno scolastico.
Non conoscendo minimamente l’acrobatico calendario
scolastico in Italia (e non avendo la minima intenzione di colmare questa
lacuna), suppongo che per qualcuno l’incubo sia già diventato realtà, mentre i
più fortunati possono godere di qualche giorno in più… e vivere nel più cieco
terrore.
Almeno, per me era così: se già un paio di settimane prima dell’ultimo
giorno di scuola mi aggiravo tutto accelerato e già proiettato verso le vacanze
ed il fancazzismo più spinto, due settimane prima dell’inizio della scuola mi prendeva
l’equivalente analcolico della sbronza triste e mi aggiravo per casa spento ed
incupito.
Particolarmente deprimenti, poi, erano le pubblicità di
diari e zaini che iniziavano tipo due settimane dopo la fine della scuola… come
a ricordare il carattere effimero delle vacanze estive.
Poco da aggiungere, l’inizio della scuola suscita, da
sempre, due tipi di reazioni di cui vi propongo una sintesi:
Per quelli
in età scolare
Per tutti gli
altri
Quindi
coraggio: i depressi di oggi saranno i contenti di domani e, magari, si
divertiranno a sbeffeggiare i più giovani costretti ad iniziare il calvario
scolastico.
Mi ricordo che, ai tempi del liceo, i ragazzi più
grandi (chiaramente ex studenti), si divertivano un mondo a venire a prenderci per il c***o il primo giorno di scuola
intonando Un’estate fa (versione dei Delta V), cantando con
particolare enfasi la strofa “Ma l'estate somiglia a un gioco, è stupenda ma dura poco”.
Simpatici... come
un serial killer che sbuca da sotto al letto, ma simpatici.
Non per fare il
vecchio nostalgico, ma è sicuramente vero che il periodo della scuola è quello che
regala maggiori emozioni e ricordi che ci accompagneranno per tutta la vita… insieme
agli incubi, naturalmente!
Ancora oggi,
che di anni ne ho 33, sogno ogni tanto di sostenere l’esame di maturità in ciabatte e mutande,
svegliandomi di soprassalto!
A proposito,
visto che l’età avanza e sento l’impellente necessità di ammorbare i più
giovani con vecchi ricordi, vorrei condividerne qualcuno con voi.
I) Supplente di ferro
Al liceo, la
mia prof di latino, greco, italiano e derivati era perennemente incinta…
… in pratica si riproduceva ad un ritmo pari a quello dei Triboli di Star Trek:
Un giorno, ci
viene assegnata una giovane supplente. Grazie al vicepreside colluso, veniamo a
conoscenza del fatto che la giovine era alla sua prima supplenza annuale e,
ringalluzziti, io ed i miei compagni ci prepariamo ad almeno una settimana di reciproca conoscenza e conseguente cazzeggio.
See…
Lo ricordo perfettamente
come fosse ieri: la prof. entra, si siede e dice “Buongiorno, sono Giovanna L.,
aprite il libro di greco ed iniziamo”.
Tre ore di
sanguinosa maratona di greco intensivo non stop… roba da fare un nodo scorsoio ed
impiccarsi al lampadario dell'aula.
Sempre riguardo questa giovane (e carina) supplente, ricordo che, nel giro di un mese,
praticamente tutta la classe (specie i secchioni), sprofondò nella crisi
depressiva più nera.
Era esigente
all’inverosimile, “cattiva”, seria e ci faceva una fo***ta paura.
In pratica un
incrocio tra Darth Vader, il maestro Pai Mei di Kill Bill, il temibile allenatore di Mila e Shiro e Joe
Bastianich…
Ricordo che
passavo il tragitto casa – scuola ripetendo grammatica latina con il culo
stretto dalla fifa…
Il clima di
ansia era a livelli così inimmaginabili che, un giorno, prendemmo a due mani ciò che ci rimaneva del coraggio e le dicemmo chiaramente che eravamo in perenne
soggezione durante le sue ore e che si sentivamo a disagio con lei
Mi ricordo la
sua risposta, appassionata come il discorso di Al Pacino in Ogni maledetta domenica. Il succo fu,
più o meno, questo:
“Lo
so che sono esigente, ma lo faccio per il vostro bene! Là fuori la competizione
sarà spietata e nessuno vi farà favori, come nessuno li ha fatti a me! Il mondo
là fuori è duro, dovete uscire di qui con due spalle così!”
Il problema è
che lo disse con una tale enfasi che l’idiota che vi scrive, senza voler fare
il simpatico o altro (in una situazione come quella, poi!), sentì
l’irrefrenabile impulso (non potendo salire sul banco in stile L'attimo fuggente), di alzare la mano e
dire “Sì, ma anche con due palle così!”… con conseguente minaccia di essere
sbattuto fuori dalla classe tra atroci sofferenze.
Bei ricordi.
Poi, col tempo,
la prof. si addolcì un pochino e ci insegnò anche qualche mossa di arti
marziali (Sì! Era così dura che pareva scolpita nell’adamantio
e praticava pure non ricordo quale letale arte marziale! Quella più dolorosa,
credo).
Spero stia
ancora insegnando.
II) Compiti in classe e l’arte del copiare
Copiare è un
arte (ed anche difficile).
Quasi quasi è
più facile studiare.
Ognuno di noi ha, nel
copiare, il proprio stile e la propria etica. Ad esempio, sono immancabili gli
infami che durante i compiti in classe (non sapendo palesemente una fava),
copiano da te e finiscono per prendere un voto più alto del tuo.
Personalmente,
copiavo per puro istinto di sopravvivenza.
Mi spiego.
Andavo bene in tutte le materie… ad eccezione della matematica, della geometria
e (in maniera meno catastrofica), del greco scritto.
Dicevo, essendo
una sega galattica in matematica, copiavo quel tanto che bastava per arrivare
intorno al 6, niente di più, niente di meno... del resto un 9 e mezzo sarebbe stato poco credibile.
Una volta presi
7- e feci quasi commuovere mia madre… Bei tempi, con quel voto campai di rendita
tutto un quadrimestre.
C’è da dire che
la prof. di matematica, dal momento che andavo bene in tutte le altre materie, era molto indulgente con me.
Ricordo ancora
che, ai colloqui con i genitori, per non dire solo cose negative a mia madre,
esordiva con “Signora, suo figlio è simpatico”. Il resto era la solita
tragedia, ma almeno mia madre aveva modo di prepararsi al
peggio.
Come colmare le
mie oscure lacune matematiche?
Copiando,
ovviamente
Ricordo che,
durante uno dei tragici compiti in classe di matematica, preso dallo sconforto ed
a pochi minuti dal suono della campana, afferrai due gomme ci scrissi sopra
“AIUTO” e le lanciai alle mie spalle…
… Incredibilmente,
tempo pochi istanti, mi arrivarono un sacco di bigliettini volanti! Peccato che
i miei compagni, mossi a cristiana pietà, mi avevano indiscriminatamente
lanciato biglietti con gli esercizi di entrambe le tracce del compito, mandandomi
nel pallone più totale!
O, ancora, che
dire di quando mi arrivò un piccolissimo biglietto contente un’espressione
inspiegabilmente svolta tutta su un unico rigo?
Una volta srotolato per intero,
il biglietto raggiunse le dimensioni della Sacra Sindone…
Ricordo che ai
miei tempi, inoltre, i cellulari erano fatti solo per telefonare e perfino l’arte
di usare internet da casa per cercare tracce e traduzioni varie era appena agli
albori. Una mia lungimirante compagna, dopo aver scoperto il nome
dell’autore della versione del compito in classe del giorno dopo, passava la nottata a stampare traduzioni random sperando di azzeccare quella giusta... finendo per
presentarsi in classe con un plico mostruoso di fogli A4…
Ma porca miseria! Plinio il Giovane, o Plinio il Vecchio?
A proposito di
versioni, io avevo le mie difficoltà in greco, ma il capolavoro lo fece un mio compagno durante un compito in classe di greco.
La
traduzione corretta: “Gli Argonauti viaggiarono per mare e sbarcarono sulla
terraferma”
La
traduzione del mio compagno “Gli astronauti viaggiarono nello spazio ed atterrarono
sulla Terra”
Applausi
a scena aperta!
III) Esame di maturità
Ve la farò
breve.
La celeberrima
notte prima degli esami, avendo una forte strizza, per darmi la carica decisi
da bravo nerd appassionato di Star Trek,
di vedermi su VHS l’episodio L’Enterprise
del Passato recitando a memoria l’epica battuta del Capitano Picard che, dovendo affrontare una battaglia senza via di scampo per ripristinare
il continuum spazio temporale, incitava i suoi uomini dicendo "Come saprete potremmo seminare le navi Klingon... ma dobbiamo proteggere l'Enterprise - C fino a quando non rientrerà nella fratture temporale. E dobbiamo farcela! Facciamo in modo che la storia non dimentichi mai il nome... Enterprise”.
Che dire, col
senno di poi non proprio l’episodio migliore per darsi la carica…
Ricordo una mia
compagna che, incurante del caldo atroce, si presentò il giorno della prima
prova con una specie di giaccone lungo con, all’interno, un numero di cartucce
tali che pareva Clint Eastwood nel triello finale de Il Buono, il Brutto e il Cattivo!
Aspè, aspè... chi ha Foscolo?
Per quanto mi riguarda, il giorno della seconda prova (greco, pensate un po’ che culo!), mi
presento agguerrito e disposto a tutto pur di accaparrarmi un buon posto e
copiare come un forsennato… peccato che, all’improvviso,
mi sento come sollevato da terra e spinto via da una forza sovraumana: era una
delle più agguerrite secchione della mia classe (del peso approssimato per eccesso di 40
kg) che, in piena modalità furia cieca da esame, mi aveva afferrato più o meno
così…
… e sparato
lontano per accaparrarsi il posto che avevo adocchiato. Superfluo dire che lo
stronzo che vi scrive finì praticamente al primo banco…
E che dire
dello sguardo da animaletto puccioso lanciato al professore di matematica
(membro esterno della commissione… che dire, fu proprio un esame all’insegna della
fortuna), per muoverlo a compassione e spingerlo a chiedermi l’argomento della tesina?
E ora, forte
della mia esperienza, qualche consiglio.
I) Scelta dei posti
Sono giunto
alla conclusione che tutti gli schemi vincenti siano riconducibili a due
modelli generali. Il primo, per quelli che puntano tutto sulla carriera
scolastica, consiste nel disporsi con i propri compagni a seconda dei punti di
forza e delle debolezze di ogni studente:
Il secondo
modello, invece, è più globale e dà risultati soddisfacenti un po’ in tutti i
settori: rendimento scolastico, sentimenti, divertimento:
Occhio, però,
che distrarsi è un attimo e l’apocalisse si nasconde dietro l’angolo:
Per l’amore di
Dio, evitate la disposizione modello Spartani alle Termopili asserragliati
all’ultima fila… verrete immancabilmente sbattuti sotto la cattedra, o col naso
nel porta gessetti…
II) Come comportarsi quando il freddo dito
dell’insegnante scorre sul registro prima dell’interrogazione
Tanto per essere chiari, scene come questa accadono solo nei film... in certi film, almeno
Si tratta, semplicemente, del momento più terrificante nella vita di ogni studente. Le regole, non a caso,
sono simili a quelle consigliate in caso di incontro con un animale feroce:
Non
far vedere che avete paura
Non
guardare la prof. / l’animale feroce negli occhi
Non
correre
Anche abbassare
lo sguardo con aria colpevole non serve, anzi è come si vi piantaste un
cartello in mezzo alla fronte con scritto “Aaaahhh! Non ho studiato!”.
Un buon trucco
è quello di fare altro… ma con discrezione: far finta di ricopiare appunti,
temperare una matita, controllare il diario, prendere un libro e via
discorrendo.
Attenzione: imbiancare le
pareti, accendere il barbecue ed ogni comportamento leggermente sopra le righe
potrebbe risultare sospetto…
Potenzialmente
pericolosa, invece, l’andata in bagno. Fatta quando la volontà di interrogare
del docente si è già manifestata è addirittura controproducente, mentre fatta
appena l’insegnante entra in aula può essere utile… tranne per il sottoscritto sfigato
che, usata quest’ultima tecnica, fu raggiunto da un compagno che, mortificato,
disse “La professoressa vuole sapere se vuoi andare all’interrogazione o
prenderti direttamente due… comunque dice di fare con calma”.
La sfiga,
proprio!
In bocca al
lupo ed in culo alla balena a tutti gli studenti!
È tutto per
oggi, alla prossima!
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