lunedì 21 settembre 2020

Chiacchiere da bar - Vacanze in Basilicata (ma anche un po' in Campania)

Salve a tutti e benvenuti nell'Internetturbino, il blog opportuno...
 

...come una secchiata di letame in faccia mentre sbadigli

 


Tempo di lettura circa 8 minuti
 
 
La tentazione di scrivere un altro post sull'epidemia è forte... ma tra Sgarbi gettato fuori dal Parlamento come un sacco dell'umido qualsiasi, le pagliacciate dei negazionisti dell'Illinois, la prostatite di Briatore e De Laurentis che spaccia il Coronavirus per un'indigestione da ostriche penso che si siano già raggiunte surreali vette inarrivabili a riguardo.
Vi parlerò, quindi, della vacanza con la mia compagna a cavallo tra la Basilicata e la Campania di inizio settembre.
Da bravo asociale (nonché vero e proprio precursore del distanziamento sociale)...
 
... sssh! Se non ci vedono, non dovremmo fermarci a parlare del nulla per la prossima mezz'ora!
 
... Mi sono arrovellato non poco per cercare un posto che mi assicurasse un pieno, isolato e rigenerante relax quanto più lontano dai miei simili.
Del resto, avendo la fortuna di vivere in una città di mare, se avessi voluto bestemmiare e sudare per un parcheggio e litigare per un lettino soppalcato in una spiaggia, sarei rimasto a casa.
Ed ecco l'illuminazione, improvvisa come un attacco di dissenteria mentre sei in fila in Posta da ore e sta per arrivare il tuo turno.
La Basilicata.
Ma non basta.
Essendoci stato più volte, non volevo una soluzione già vista o troppo mainstream... ecco, dunque, la genialata: Brienza.
Vi do qualche secondo per cercarla su Google.


Fate le vostre valige (ovviamente a casaccio visto che, a causa dell'agghiacciante escursione termica di quelle zone, sarete costretti a portarvi metà armadio dalle magliette ai parorecchie pelosi) e partiamo.

I Giorno
 
Partenza a metà mattinata del lunedì perché la batteria dell'auto ha deciso di suicidarsi (ovviamente la domenica pomeriggio) così, di botto, senza lasciare un biglietto strappalacrime con tanto di musichetta da servizio triste del Tg4.
Viaggio più che tranquillo: varcato il confine apulo lucano ho incrociato più pale eoliche che auto, ed arrivo a Satriano di Lucania.
A fare cosa?
A vedere i murales che decorano il centro storico la città. 
Dire il "centro storico della città" è un tantino anacronistico: Satriano di Lucania è praticamente tutta centro storico ed è così piccola che all'inizio, per non aver girato a destra, ho completamente mancato il paese e sono dovuto tornare indietro dopo essermi chiesto per una decina di minuti dove diavolo fosse sparita.
Belli i murales ed ottima l'idea di valorizzare la città in questo modo, ma la sensazione da "futura città fantasma nel giro dei prossimi anni" è stata abbastanza forte, purtroppo.
Per dire, ho incrociato più gatti che persone e ci sono molte case in vendita e molte altre in palese stato di abbandono.

Non trovo le foto dei murales e quindi vi beccate un "best of" di Google Immagini
 
Menzione di merito alla postina ed alla signora che alla domanda "C'è un bar aperto?", prima di rispondere, visto il caldo, ci hanno offerto dell'acqua in stile Protezione Civile.
Per un attimo, ho cambiato opinione sul genere umano.
Ma solo per un attimo, tranquilli.
Una decina di minuti di macchina e, nel primo pomeriggio, arriviamo a Brienza, scambiamo due chiacchiere con Rocchina, la squisita proprietaria del B&B La voce del fiume, che ci prenota il ristorante per la sera e, su nostra richiesta, inizia a pianificarci le attività dei giorni seguenti. 
Ci sistemiamo nella stanza, raccogliamo la mascella da terra per lo stupore...
 
...si tratta di una residenza storica recuperata con un pregevole restauro conservativo...
 
... godiamo dell'assoluto silenzio della zona (il corso d'acqua che da il nome al B&B è praticamente in secca causa siccità e, quindi, non c'è neanche quello come rumore), ci docciamo e ci concediamo un riposino rigenerante.
La sera si va Sant'Angelo le fratte (altra città dei murales insieme a Savoia di Lucania) al ristorante La Cantina, ma il navigatore decide di essere il vero protagonista di questo post ed inizia a darmi indicazioni a membro di canide. 
Non ci scoraggiamo, parcheggiamo nella prima strada utile e, con mia somma disperazione, diventiamo quello che più odio: i turisti che chiedono indicazioni ai residenti quando c'è Google Maps.

Scusatemi tanto, non avevo considerato il sadismo di
Google Maps
 
Grazie alle indicazioni arriviamo, finalmente, a destinazione.
A piedi.
Perchè, comunque, secondo il navigatore quando abbiamo lasciato l'auto eravamo vicini al ristorante.
Peccato fosse una spregevole menzogna e che le strade avevano una pendenza del, boh, 15% abbondante.
 
Credetemi, la foto non rende l'idea
 
Roba da usare l'ossigeno e farsi accompagnare dagli sherpa.
 
Non sono una sherpa, sono solo un'allucinazione e tu sei appena morto per la fatica

Arrivati ai ristorante, ordiniamo e veniamo colti da una seconda allucinazione:
 
Non sono Cannavacciuolo, sono un'allucinazione e tu sei appena stato stroncato da un avvelenamento da colesterolo

Il motivo è semplice e non sta tanto nella generosità delle dimensioni della mia tagliata, ma del piatto di pasta fresca con peperone crusco e mollica ordinato dalla mia compagna: una porzione da minimo 3 persone (golose) spacciata per porzione singola... per un prezzo di 4, dico 4€.
Scusate... a pensarci mi commuovo ancora.

Dalle mie parti con 4€ hai al massimo un "Buonasera, vi abbiamo sadicamente mentito sulla prenotazione e dovete aspettare mezz'ora se vi va bene, brutti stronzi"

Menzione d'onore al proprietario del ristorante che, al nostro capitolare davanti alla pasta, vedendo il piatto non sufficientemente vuoto (e ci credo) ci ha chiesto tutto preoccupato "Cos'è successo con questa pasta?".
Al nostro assicurarlo che era tutto buonissimo, ma troppo abbondante, ha ammesso "Sì, le porzioni sono un tantino abbondanti". 
Che è come dire che chi si infila la mascherina al gomito, sulla testa tipo frontiera e sotto il mento "è un po' coglione".
 
Un po' abbondante...
e il premio "Re dell'eufenismo" è stato assegnato anche quest'anno
 
II Giorno

Il secondo giorno si apre come si era chiuso il primo: all'insegna del cibo.
Ottima e abbondante la colazione al B&B (tutto fatto in casa dall'infaticabile Rocchina, dallo yogurt, alla ricotta, dalla spremuta, ai dolci passando per il pane con il peperone crusco e le confetture).
Tenente a mente però una cosa: la vecchia tattica dei vacanzieri "Mi abboffo a colazione, tanto pranzeremo al volo e poi se ne riparla a cena" semplicemente non esiste in Basilicata. 
Vi abbofferete sempre e comunque, volenti o nolenti.
Sbadigliate?
Vi ritroverete a sgranocchiare una tagliata di brontosauro così, dal nulla.
Meta della mattinata le Grotte di Pertosa Auletta che hanno l'intrigante caratteristica di essere attraversate dal fiume Negro: parte della visita è, quindi, a bordo di un battello manovrato attraverso dei cavi tesi da una lato all'altro della grotta tipo tram.
Altra felice caratteristica è il tasso di umidità da ascella sui mezzi pubblici all'ora di punta (85%). 
Visto che già mi si appannano gli occhiali con la mascherina in condizioni normali, con quell'umidità ho deciso di rischiare e farne a meno... degli occhiali, ovviamente, brutti negazionisti che non siete altro.
A rischio, ovviamente, di essere decapitato dalle lunghe stalattiti.
 
Bella l'illuminazione che consente, con un po' di culo, di portare a casa delle suggestive fotografie anche a degli incapaci come il sottoscritto
 
I curiosità: qui hanno girato alcune scene de Il Fantasma dell'Opera di Dario Argento (i sotterranei in cui viveva il Fantasma, appunto)
II curiosità: ci vivevano un sacco di pipistrelli ed è stato necessario spalare una quantità imbarazzante di guano.
III curiosità: non è un posto adatto ai bimbi piccoli. Come lo so? Un povero bambino ha pianto per tutta la visita con somma gioia dei presenti. Chi l'avrebbe mai detto che un bambino non avrebbe apprezzato caverne umide e buie? Mah, roba da servizi sociali... 
A pranzo, panino al volo al bar vicino alle grotte e via verso la seconda tappa: la Faggeta nei pressi di Sasso di Castalda nel (vano) tentativo di bruciare un po' delle calorie accumulate.
 
 Molto suggestivo... 
 
...a tratti mi sarei aspettato di veder sbucare fuori Robin Hood ed i suoi allegri compari 
 
La sera, abbuffata al ristorante Al Pergolato a Marsico Nuovo... tutto buonissimo, ma la chicca c'è stata al ritorno. 
Come tutti sapete, Google Maps consiglia sempre il percorso più veloce.
Il che è un bene... a meno che non abbia deciso di ucciderti. 
Per guadagnare un minuto sul tempo di percorrenza, infatti, mi sono ritrovato a percorrere per una ventina di minuti una stradina sperduta in mezzo al nulla. 
E no, non è un modo di dire... Avete presente i film horror in cui la famigliola americana media in vacanza prende, per vari motivi, una deviazione e viene brutalmente massacrata dai cattivi di turno? 
Ecco: la strada era così.
Solo un pò più spaventosa, buia ed isolata.
Se la mia preoccupazione era quella di investire un cane (c'è un discreto randagismo in Basilicata, almeno nelle zone che abbiamo visitato) e restare con l'auto sfasciata nel nulla cosmico, la mia ragazza mi ha poi confidato di essersi spaventata un sacco... temendo che saremmo stati vittima di un'imboscata di banditi armati di Kalashinokov.
Forse un tantino melodrammatico, ma rende l'idea della discreta strizza che ci ha accompagnato lungo il tragitto.

III Giorno
 
Sveglia, abbondante colazione (sì, abbiamo mangiato troppo e adesso ci siamo iscritti in palestra presi a ceffoni dai sensi di colpa) e visita alla Certosa di Padula...
Peccato che l'auto ha deciso di inserirsi a muso duro tra i protagonisti in negativo della vacanza (insieme al colesterolo ed a Google Maps) decidendo di non partire. 
Al terzo tentativo (ed al quindicesimo bestemmione) è partita, ma visto l'avventura della sera precedente, abbiamo deciso di farla controllare.
Deus ex machina, come sempre, la proprietaria del B&B che ci ha indicato il suo meccanico di fiducia (ma che, sono certo, ci avrebbe soccorso alla guida di una slitta trainata da cani San Bernardo se fossimo restati bloccati in qualche posto sperduto). 
Responso: motorino di avviamento agonizzante.
Devo dire che, sorprendendo anche la mia compagna (ma soprattutto me stesso), non ho dato in escandescenza maledicendo il creato ed i suoi abitanti in ordine alfabetico.

Lasciamo, quindi, l'auto in riparazione e decidiamo di trascorrere la giornata a Brienza
 
Dopo una breve visita della città, siamo andati a pranzo a L'Incrocio dei Sapori.
L'idea era quella di mangiare qualcosa al volo... peccato che la Sindrome dell'Invito a Pranzo dalla Nonna (riassumibile con la tipica frase "Mangia che ti vedo sciupato"), abbia colpito ancora:

Amici lucani, che problema avete con il cibo? Robe simili le ho viste solo a Madrid (dovrebbe esserci un post da qualche parte)
 
Fortunatamente l'auto ci è stata consegnata con largo anticipo rispetto al previsto e quindi, a metà pomeriggio, ci siamo diretti alla Certosa di Padula.
 

Posto la cui bellezza fa passare in secondo piano il nuovo tentativo di omicidio del navigatore che, per tornare a Brienza, mi ha consigliato di percorrere un torrente in secca.
La sera, cena all'Hotel Eden nei pressi di Brienza (così da potersi fermare a dormire in caso di coma ipercalorico).
 
III Giorno 
 
Sveglia di buon ora, colazione, saluti alla cara Rocchina e via sulla strada del ritorno con Gravina di Puglia come tappa intermedia.
Ora... a Gravina ci si va fondamentalmente per il Ponte Acquedotto. 
Peccato che le indicazioni stradali siano fatte con il culo.
 
Ma non quei culi scolpiti nel marmo e nella libido da spot della Chilly, ma piuttosto culi flaccidi e pelosi da impiegato sedentario agonizzante prossimo alla pensione
 
Dopo aver girato a lungo, sentendo scorrere rapidamente via il relax piacevolmente accumulato nei giorni precedenti, ho deciso di abbandonare l'auto in un punto randomico della città e seguire le indicazioni a piedi.
E qui il capolavoro: fogli A4 (attaccati con il nastro adesivo solo sulla parte superiore e che quindi, col vento, svolazzavano risultando tendenzialmente illeggibili) con le indicazioni per raggiungere il Ponte.
Indicazioni del tipo "Impostate il navigatore a questo indirizzo e poi scendete la prima scalinata a sinistra".
Giunti al ponte, ridendo e bestemmiando, ma soprattutto bestemmiando, mi accorgo con sommo cascamento di testicoli che l'adiacente area archeologica è sprovvista di una qualsiasi indicazione... il nulla cosmico.
Vabbè.
Mi spiace dirlo, ma allo stato attuale ci si va solo per fare un paio di foto dal ponte.
 
Bello, eh... ma un po' pochino
 
In conclusione, una bella vacanza, consigliata per chi odia visceralmente il prossimo e vuole  stare in beata solitudine e per chi vuole seguire una dieta ricostrtuente a base di pasti serviti in piatti grandi come dischi volanti. 
 
È tutto per oggi, alla prossima!

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