Salve
a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog simpatico come il burlone che
si mette a raccontare barzellette ad un funerale…
… al vostro funerale
Nella
Rassegna Stampa di oggi: "maniaco" con
motosega a Brescia; treno in anticipo di 20 secondi: scandalo in
Giappone; peni nel cielo.
Tempo di lettura: circa 4 minuti
"Maniaco" con motosega a
Brescia (link alla notizia)
Da amante dei film horror quale sono, la notizia mi
ha incuriosito non poco. Qualche giorno fa, Brescia è stata teatro delle azioni
di un “maniaco”…
… in
perfetto stile Non aprite quella porta
È mattina.
Immaginate l’aria immobile ed una nebbia lattiginosa
che rende il paesaggio spettrale.
La quiete mattutina amplifica ogni minimo rumore.
Mentre la città si risveglia, un uomo incappucciato
si aggira per le strade deserte.
Ha in mano un oggetto che raramente si vede per le
strade di una grande città… una motosega.
Una motosega accesa, con cui il misterioso uomo
aggredisce brutalmente…
… due
betulle
Ma che modo idiota di darsi al giardinaggio.
E se avesse dovuto potare il geranio sul balcone di
casa cosa usava?
Il
punteruolo di Basic Istinct? Con tanto di sexy accavallata di gambe?
Ma torniamo a noi.
Per la prima betulla, ahimè, non c’è stato niente da
fare… fortunatamente, però, la seconda è sopravvissuta all’aggressione perché
il maniaco si è dato alla fuga (un complice, infatti, lo aspettava in un pick
up) quando si è accorto che il suo folle gesto aveva attirato l’attenzione dei
residenti.
Strano che
i residenti si siano insospettiti sentendo il rumore di una motosega accesa
sotto casa alle 8.00-8.30 del mattino, no?
Treno giapponese in anticipo di 20 secondi, la
società si scusa per il disagio (link alla notizia)
Spesso
ci lamentiamo della concezione che hanno gli altri popoli di noi italiani:
Con i baffi alla Super Mario, cazzoni, gesticolatori, mangiatori di pasta e pizza, mafiosi, suonatori di
mandolino, eccetera…
Anche
noi, però, ragioniamo spesso per stereotipi… pensiamo, ad esempio, ai
giapponesi:
Lavoratori indefessi che muoiono sul posto di lavoro, fissati con
il karaoke e l’intimo femminile usato (acquistabile in appositi negozi),
maniaci della puntualità, eccetera…
Probabilmente
è tutto vero, ma concentriamoci sull’ultimo punto.
Tramite
un comunicato ufficiale, i dirigenti della società Metropolitan Intercity
Railway Company si sono scusati perché, il 14 novembre, un treno della
linea Tsukuba Express, il 5255 per la precisione, è partito dalla stazione
Minami-Nagareyama alle 9.44.20, invece che alle 9.44.40.
Cioè,
con 20 secondi di anticipo (non lasciando, comunque, nessun passeggero sulla
banchina, giungendo in orario alla stazione di arrivo e senza che ci fosse
alcun reclamo da parte dei passeggeri).
Ora,
il semplice fatto che, in Giappone, l’orario dei treni sia espresso al secondo,
fa scompisciare noi italiani.
No,
davvero: più di una volta, in stazione, ho sentito il messaggio “Il treno XY
arriverà con imprecisati minuti di ritardo”.
Imprecisati?
Accidenti,
da noi non solo i treni non arrivano in orario, ma non si sa neanche l’entità
del ritardo… così, per avere l’effetto sorpresa.
Tutt’altra
cosa in Giappone dove, per 20 secondi di anticipo, sono arrivate le scuse
ufficiali dei dirigenti…
… e, magari, è stato impedito loro di
compiere il seppuku (il suicidio rituale in uso dai samurai
… da noi, tanto per dirne una, devi
convincere Trenitalia a suon di reclami che situazioni del genere non sono
esattamente sinonimo di viaggio confortevole…
Personalmente,
non so quale potrebbe essere la mia reazione se il mio treno partisse con 20
secondi di anticipo ed arrivasse puntuale…
Commozione?
Ola da stadio?
Sacrifici umani per ringraziare gli
dei?
Peni nel cielo (link alla notizia)
Fin
da piccoli, i maschietti sono fissati con il pene… anche le ragazze lo sono, ma
più avanti con gli anni.
I
maschietti, infatti, passano buona parte del loro tempo armati di righello nei
bagni delle scuole e, soprattutto, considerano il pene come massima espressione
artistica:
Da qui l’abbondanza di murales a tema
fallico
Ma
non solo.
Nella
mia scuola, ad esempio, era consuetudine appropriarsi del diario di un amico e
disegnarci sopra più peni possibili prima di rimetterlo a posto.
Il
colpo perfetto, però, consisteva nel disegnare un unico enorme pene che partiva
da inizio anno e terminava all’ultima pagina, in modo da creare grande
imbarazzo ad ogni comunicazione scuola - famiglia da presentare sul diario.
Un
capolavoro.
Poi
si cresce e tutto cambia.
Beh,
più o meno.
Con
l’arrivo dell’età adulta (quando l’ambizione di avere il pene più lungo del
mondo si è ormai scontrata con la dura realtà), rimane sempre vivo il desiderio
di disegnare il pisello definitivo, visibile da tutti a chilometri di distanza.
Una
mattina, i residenti di Okanogan Country (USA), si sono svegliati così:
Le scie chimiche sporcaccione: il
sogno di ogni complottista erotomane
L’ambizione
di ogni uomo, scrivere nel cielo, realizzata da un bambino di 12 anni
ossessionato dalle minchie.
Naturalmente,
i vari testimoni hanno reagito in modi diversi: c’è stata la mamma
scandalizzata e preoccupata di dover spiegare al figlio cosa rappresentasse il
disegno e c’è chi, avendo assistito in diretta all’opera d’arte, dopo la
realizzazione dei “cerchi” ha capito dove si sarebbe andato a parare ed ha
iniziato a ridere divertendosi come un matto.
A
bravata conclusa, con non poco imbarazzo, i pezzi grossi dell’aereonautica
statunitense e della Federal Aviation Administration hanno avviato un’indagine
interna, riuscendo a risalire al responsabile: l’equipaggio di un Boeing EA-18G.
Alla
fine, le istituzioni militari hanno deciso di non intraprendere provvedimenti
disciplinari nei confronti dell’equipaggio incriminato in quanto l’atto, pur
immaturo ed inaccettabile per gli elevati standard dell’aviazione militare
statunitense, non ha rappresentato un rischio per la sicurezza.
Inaccettabile.
Totalmente
inaccettabile ed irrispettoso.
Io
avrei dato all’equipaggio ciò che meritava… una medaglia, ad esempio.
Forse non così tante, però: sembrano frigoriferi con tante calamite attaccate sopra...
È
tutto per oggi, alla prossima!
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