Salve
a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog sexy come un’esibizione di
lap dance…
… un’esibizione come questa,
ovviamente
Nella
Rassegna Stampa di oggi: Black Bloc
hypster e social addicted; photobomb
epico finito male; imbarcare lattina di birra come bagaglio in stiva.
Tempo di lettura: circa 10 minuti
Black
Bloc hypster e social addicted (link
alla notizia)
Avete
ragione: il titolo che ho dato alla notizia è un incubo
linguistico-grammaticale.
Roba da farsi prendere a colpi di Devoto-Oli sul glande dai membri dell’Accademia della Crusca.
Ma procediamo con ordine.
Quando, solitamente, le persone danno il peggio di sé?
Vediamo un po’… sicuramente in gruppo (la sindrome del branco), ma anche quando usano il cellulare (soprattutto per spararsi i selfie) e quando utilizzano i social (spesso per postare i selfie che si sono appena scattati, dopo aver applicato un milione di filtri per apparire decenti, ovviamente).
Teoricamente, questo è il peggio che l’umanità può offrire (più o meno).
Bene, shakerate il tutto ed avrete un’idea della notizia che sto per darvi.
Come saprete, dal 7 all’8 luglio si è svolto ad Amburgo il G20 dedicato a vari temi tra cui terrorismo, questione migranti, cambiamenti climatici e commercio.
Naturalmente, come accade praticamente sempre in questi casi, si sono verificati degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
Esatto, puntuali come lo stimolo della pipì appena ci si è messi a letto, gruppi più o meno organizzati e molesti (ora Black Bloc, ora antagonisti, ora dissidenti, ora rettiliani), pensano bene di esprimere il proprio dissenso armati di spranghe, dando fuoco ad auto e cassonetti ed mandando in frantumi le vetrine ed i testicoli dei residenti.
Per carità, esprimere il proprio dissenso è un diritto sacrosanto, ma se scendi a manifestare con il volto coperto e con una mazza in mano, sei solo un coglione che si da al vandalismo e che, non avendo le palle per ammetterlo, cerca una patetica scusa simil-ideologica.
Un po’ come quelli che, indignati per come va il mondo, urlano: “Ci vorrebbe una rivoluzione!”…
Roba da farsi prendere a colpi di Devoto-Oli sul glande dai membri dell’Accademia della Crusca.
Ma procediamo con ordine.
Quando, solitamente, le persone danno il peggio di sé?
Vediamo un po’… sicuramente in gruppo (la sindrome del branco), ma anche quando usano il cellulare (soprattutto per spararsi i selfie) e quando utilizzano i social (spesso per postare i selfie che si sono appena scattati, dopo aver applicato un milione di filtri per apparire decenti, ovviamente).
Teoricamente, questo è il peggio che l’umanità può offrire (più o meno).
Bene, shakerate il tutto ed avrete un’idea della notizia che sto per darvi.
Come saprete, dal 7 all’8 luglio si è svolto ad Amburgo il G20 dedicato a vari temi tra cui terrorismo, questione migranti, cambiamenti climatici e commercio.
Naturalmente, come accade praticamente sempre in questi casi, si sono verificati degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
Esatto, puntuali come lo stimolo della pipì appena ci si è messi a letto, gruppi più o meno organizzati e molesti (ora Black Bloc, ora antagonisti, ora dissidenti, ora rettiliani), pensano bene di esprimere il proprio dissenso armati di spranghe, dando fuoco ad auto e cassonetti ed mandando in frantumi le vetrine ed i testicoli dei residenti.
Per carità, esprimere il proprio dissenso è un diritto sacrosanto, ma se scendi a manifestare con il volto coperto e con una mazza in mano, sei solo un coglione che si da al vandalismo e che, non avendo le palle per ammetterlo, cerca una patetica scusa simil-ideologica.
Un po’ come quelli che, indignati per come va il mondo, urlano: “Ci vorrebbe una rivoluzione!”…
... seduti sul proprio divano a
mangiare patatine…
Poi,
col tempo, si cresce e l’istinto di contestazione si attenua (sostituito dal
senso di rassegnazione)…
… oppure ci si trasforma in un utenti
molesti di Twitter o di Facebook
Torniamo ad Amburgo, dove si è scatenata la tipologia più temibile di Black Bloc:
I Black Bloc bimbiminkia che si sono
fatti i selfie con le devastazioni da loro causate sullo sfondo (e sono sicuro
che, sotto quei cappucci e quelle bandane, hanno le labbra a culo di gallina)
Del
resto, è cosa risaputa che, durante i selfie, il cervello umano perda fino al
50% delle proprie capacità: solo così si spiega, infatti, la tendenza a
scattarsi i selfie mentre si commette un reato…
…Come i Black Bloc, appunto, o come
il tizio nella foto che, come si nota chiaramente dal riflesso degli occhiali,
si è fatto un selfie mentre guidava e, dopo averlo postato sui social, è stato
sgamato dalla polizia…
… o tutti quelli che, ahimè, ci restano secchi mentre cercano di realizzare il selfie della “vita” (come potete leggere qui).
Il tipo in questione, però, le ha battute tutte:
Non
solo è stato così decerebrato da fotografarsi a volto scoperto (tant’è che
tutti, all’inizio, pensavano che la foto fosse un fake di proporzioni bibliche,
anche se la fotografia sembra proprio autentica) ma, ad un’attenta osservazione,
il tipo in questione si candida, vincendolo a mani basse, al premio di subumano
del millennio.
Dove
andremo mai a finire, infatti, se chi manifesta contro il sistema, il
capitalismo e la globalizzazione si spara i selfie con un iPhone e sfoggia una
barba da hypster che, mi perdoneranno i possessori di iPhone e barbe hypster,
sono due tra i simboli del conformismo più ipocrita spesso spacciati per status
symbol “alternativi”?
C’è
chi ha sostenuto di non aver visto il ragazzo compiere atti violenti, ma il suo
abbigliamento e, soprattutto, il fatto che i black bloc mascherati presenti nelle
immediate vicinanze non lo abbiano preso a sprangate sulle tibie, mi fa pensare
che non sia esattamente un turista finlandese passato lì per caso…
Che
dire?
Spero
che ti arrestino, dandoti il massimo della pena… con l’aggravante della
stupidità
Photobomb epico finito male (link
alla notizia)
Qual è l’arte più sublime che il genio umano abbia mai partorito?
L’arte del giardino tradizionale giapponese?
La meditazione zen?
Scoreggiare
silenziosamente incolpando gli altri?
No,
il photobombing.
Il
photobombing è quella sottile arte che consente, assumendo pose grottesche o
surreali magari acquattati sullo sfondo, di rovinare le fotografie di
conoscenti o sconosciuti (meglio ancora se in atteggiamenti romantici, o in
occasione di ricorrenze di una certa importanza).
Naturalmente,
il photobombing può essere anche involontario, ma non raccontiamoci balle:
quello con dolo è più divertente.
Eccovi
degli esempi:
Photobomb... a ovino!?
A volte, però, il karma si accanisce, anzi si incazza come una belva, su chi si macchia di photobombing… Il protagonista della notizia, infatti, voleva “disturbare” il video di sua moglie intenta a mostrare dei workout ai propri followers.
Essendo convinto di essere un maschio alpha scolpito nell’adamantio, il nostro eroe ha preteso troppo dal suo corpo (scolpito sì, ma nel marshmallow), cercando di eseguire un improbabile esercizio fisico in cucina alle spalle di sua moglie:
Che non sia un'idea geniale, si vede lontano un miglio...
Il risultato, naturalmente, è stato catastrofico e l’uomo si è schiantato per terra, picchiando la testa contro i cassetti (sul fatto che l’abbia già sbattuta da piccolo, ripetutamente, non ci sono dubbi…).
Prego notare l’espressione da
commozione cerebrale ed il conseguente accasciarsi al suolo dello sventurato
La moglie, spaventata, ha naturalmente soccorso il marito… ma poi, quando avrà rivisto il video (che da brava infame ha pubblicato su Instragram) si sarà accorta che il marito ha rischiato la vita soltanto per rovinarle il video e, da brava atleta, avrà probabilmente reagito così:
La cosa più incredibile è che, come si vede dai piedini paffuti che sbucano dall’inquadratura, la coppia ha un figlio/a… che stava per rimanere orfano/a di padre a causa di questa allegra bravata.
Qualcuno pensi ai bambini!
Imbarcare lattina di birra come
bagaglio in stiva (link alla notizia)
Qual è la cosa più terrificante che può capitare durante un volo aereo?
Subire un dirottamento in un Paese sub sahariano (magari indossando solo vestiti pesanti perché diretti a Courmayeur)?
Essere coinvolti in un atterraggio di emergenza (non avendo fatto attenzione alle indicazioni del personale di bordo prima della partenza)?
Spostiamoci
dunque in Australia, dove Dean Stinson, in viaggio da Melbourne a Perth, ha ben
pensato di comprarsi una birra che, però, non è riuscito a bere prima
dell’imbarco.
Quindi, armato di una buona dose di ironia (e stupideira) il nostro Stinson, non potendo portare a bordo l’amata bevanda, ha deciso di imbarcarla regolarmente come bagaglio in stiva.
Quindi, armato di una buona dose di ironia (e stupideira) il nostro Stinson, non potendo portare a bordo l’amata bevanda, ha deciso di imbarcarla regolarmente come bagaglio in stiva.
Dal momento che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo visto il programma più spaventoso della tv…
… vi sorprenderà sapere che Dean non è stato interrogato per ore, né bullizzato dagli operatori aeroportuali, né fatto oggetto di una scrupolosa perquisizione rettale.
Semplicemente, ha completato le pratiche di imbarco della sua birra, ed è salito a bordo.
La cosa veramente sorprendente, però, è che Dean, una volta arrivato a Perth, ha ritrovato la sua birra perfettamente intatta sul nastro trasportatore (con buona pace di chi, almeno una volta, ha visto il proprio bagaglio scomparire in un universo parallelo per non riapparire mai più).
O lo ha ritrovato, completamente
distrutto, perché magari ha subito un trattamento come questo
È tutto per oggi, alla prossima!
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