Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog piacevole come un ragno nella zuppa.
Un'enorme specie di ragno mutante, ovviamente…
Nella Rassegna Stampa di oggi: W lo sport e W la Beer Mile Race; lo
spietato mondo del lavoro; la vostra vita non sarà più la stessa con… Vajacula!
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Beer Mile Race (per saperne di più, cliccate qui)
Non so voi, ma ogni volta che le
Olimpiadi iniziano, mi rendo conto dei profondi abissi della psiche umana.
Avete ragione, non occorre certo aspettare
i Giochi Olimpici per rendersene conto… Mi riferisco, nella fattispecie, agli
sport strani e diversamente appassionanti che impazzeranno sullo schermo nei
prossimi giorni.
In quanto sportivo da divano, non
posso fare a meno di notare che alcuni sport sono molto validi… come alternativa alle lezioni del Consorzio
Nettuno nella lotta all’insonnia.
Puntualmente, durante le Olimpiadi,
compaiono sport assurdi e solo pochi risultano essere così strampalati da
diventare appassionanti come, per esempio, il curling (lo sport più amato delle
Olimpiadi Invernali).
Ammettetelo: giocare a bocce lanciando pietre sul ghiaccio, mentre i vostri compagni si slogano le spalle per scopare la pista ghiacciata
davanti a voi ha un qualcosa di epico
Per non parlare della nazionale femminile russa di curling (questa è Alexandra Saitova e no, non so perchè stia cavalcando un microfono...)
Va decisamente meno bene con il dressage
che è noioso solo a pronunciarlo…
… ed ancora di più in foto, immaginate a seguirlo in tv...
In
passato, comunque, è stato fatto di peggio. Per fare giusto qualche esempio, si
possono ricordare:
Il tiro al piccione (rigorosamente vivo…
almeno all’inizio della gara) nel 1900…
…e l’arrampicata sulla fune… l’incubo di ogni
studente nell’ora di educazione fisica (1896, 1904, 1906, 1924 e 1932)
Alla luce di ciò, uno sport
davvero emozionante da proporre al Comitato Olimpico sarebbe, sicuramente, la
Beer Mile Race: la gara in cui… si corre bevendo birra.
Come nelle migliori favole, la
Beer Mile Race ha umili origini, nascendo come semplice tradizione
fancazzista in Canada… ma si sa: l’alcool unisce i popoli e, nel 2015, si è
svolta la prima Beer Mile World Classic che ha visto qualcosa come 100.000
adesioni.
In pratica, la competizione consiste nel bere
quattro birre da circa 33 cl (con gradazione alcolica pari o superiore a 5%,
chi è sorpreso a bere birra analcolica, invece, viene abbattuto da appositi
cecchini appostati sugli spalti) e percorrere 400 metri.
Poi si beve di nuovo e si corre
per altri 400 metri.
Un atleta si allena in vista della Beer Mile World Classic
Non ho ancora ben capito se ci sia
una distanza esatta da percorrere, o se il vincitore venga semplicemente decretato
premiando l’ultimo superstite all’inevitabile sopraggiungere del coma etilico di massa.
Noto con stupore
l’assenza di atleti irlandesi…
Sarà perché gli irlandesi non hanno bisogno di stupide scuse per
abbandonarsi ai piacere dell’alcool
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Di quella
spietata lotta per la sopravvivenza che è il mondo del lavoro ho già parlato in
diverse occasioni (per esempio qui). Non so se lo sapete, ma sono un fan della
saga cinematografica (almeno dei primi film) e di quella letteraria di
Fantozzi.
Naturalmente,
trovo i film divertenti e mi fanno capovolgere dal ridere ogni volta che li
vedo (pur conoscendoli praticamente a memoria). La cosa che mi piace di più è
che sono film di una denuncia sociale e di un’attualità
senza precedenti.
La poltrona in pelle umana
(naturalmente di impiegato) nell’ufficio del megadirettore.
L’acquario dei dipendenti.
Le agghiaccianti iniziative
aziendali (dal cineforum con la Corazzata Kotiomkin alla Coppa Cobram).
Le angherie più
crudeli e becere dei dirigenti verso gli impiegati (ma anche degli impiegati
contro i loro colleghi).
Eccetera,
eccetera.
Eppure, a volte,
la realtà supera la fantasia. Certo, negli ultimi tempi avevo già avuto un certo sentore…
Ecco un dipendente assenteista che timbra il
cartellino per poi svignarsela… e, naturalmente, si mette in testa una scatola
di cartone per non essere riconosciuto...
Ed ecco, quindi,
che capitano a fagiuolo queste due divertenti storie (divertenti se non siete
le vittime, ovviamente) sul mondo del lavoro.
Come spesso
accade, diverse aziende danno ai propri impiegati dei premi di produzione per incentivarli
a raggiungere determinati obiettivi.
Ottimo.
In Cina, invece,
c’è un azienda (la Leshang Decorations Corporation di Chongqing), che punisce gli impiegati che non raggiungono determinati
obiettivi produttivi… costringendo loro a mangiare in pubblico della zucca
amara (che, con questo nome, non deve essere particolarmente gustosa).
Ecco perché nel menù dei matrimoni, tra gli
immancabili sformatini, non compare mai quello di zucca amara...
... anche perché, oltre che amara, è anche brutta
... anche perché, oltre che amara, è anche brutta
Naturalmente, se
gli impiegati sono sorpresi a sputare il boccone, devono mandarne giù uno più
grande.
Risultato? Gli
impiegati più validi, stanchi di questo clima alla Mai dire Banzai, hanno
deciso di abbandonare l’azienda che, adesso, ha perso i suoi membri migliori…
gli impiegati mezze seghe, invece, non riuscendo a trovare un altro lavoro,
rimangono a mangiare zucca amara facendo crollare la produttività dell’azienda.
Per la rivincita
degli impiegati, invece, ci dobbiamo spostare
a New York dove un'impiegata ha vinto una considerevole somma di denaro alla lotteria.
Sentiamo un po’,
qual è la prima cosa da fare quando si vince un’enorme somma di denaro?
Volontariato?
No, sbagliato:
sbattere la vincita in faccia alle persone che più si odiano.
La nostra fortunata vincitrice lo ha fatto
in maniera… originale. Una bella mattina, infatti, si è presentata regolarmente in
ufficio ed ha aspettato pazientemente il proprio capo.
Ah,
un’importante premessa: alla donna il proprio lavoro faceva schifo ed il proprio
capo stava ferocemente sulle balle.
Dunque, quando
il boss è entrato, la nostra eroina si è calata i pantaloni ed ha defecato sulla sua scrivania.
Peccato che quest'ultima notizia sia una burla del The Valley Report (una sorta di Lercio californiano...)
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Vajacula (potete leggere la notizia qui)
Mmm… non so da dove iniziare.
Allora, pur essendo questa una notizia legata alla sfera sessuale femminile, mi
rivolgo ai maschietti alla lettura.
Oggi vi parlerò di Vajacula.
Un nome terrificante per una
pratica terrificante, ma andiamo con ordine.
Uomini! Vi piacerebbe che la
vagina della vostra donna, provata da anni di intensa attività (non
necessariamente con voi), ritorni ai fasti del passato?
Volete che la vostra donna riesca
a provare orgasmi travolgenti ai limiti dell’esperienza premorte
(indifferentemente dalle vostre doti amatorie)?
Scommetto di sì… già vi vedo tutti ingrifati come conigli mannari
È semplicissimo: con poche
sedute, praticamente indolori e della durata di circa mezz’ora l’una (il costo è di 720€ a seduta), la vostra
dama godrà di incredibili e duraturi benefici (fino a 18 mesi).
Dimenticate stucchevoli frasi
come “Ma facciamoci le coccole, piuttosto, sarà bellissimo lo stesso”, mentre
voi siete lì impalati come stronzi con un’erezione a quel punto utile al
massimo come appendiabiti.
Ma come può questo miracolo
diventare realtà?
Semplice!
Con l’infallibile metodo
Vajacula.
Con che cosa fa rima Vajacula?
Eiacula?
Sbagliato.
Fa rima con... Dracula
Ebbene sì. In pratica, questo
infallibile trattamento consiste nel prelevare sangue dalla donna ed iniettarlo
direttamente (e ripetutamente) in vagina, così da riattivare le cellule
staminali e donare alla paziente una nuova giovinezza dalla vita in giù (e dalle ginocchia
in sù).
Capito? Iniettare sangue in
vagina!
Grafico della mia libido dopo aver letto la
notizia
È tutto per oggi, alla prossima!
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