Salve
a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog divertente come la frase “Le faremo sapere”, alla fine di un colloquio di lavoro…
… mentre il responsable delle risorse umane da fuoco al vostro CV
Come
preannunciato, ecco il resoconto del weekend lucano di inizio settembre tra
città fantasma, escursioni a cavallo, opere teatrali e abbuffate spudorate.
Potete
leggere la scorsa avventura in terra lucana (Ponte alla Luna a Sasso di Castalda) qui.
Tempo di lettura: circa 12 minuti
Terza parte della Trilogia del
Peperone Crusco
In
otto, quattro coppie, si decide di partire alla volta della Basilicata per un
weekend bucolico.
Che
ve lo dico a fare, i propositi di partire alla buon’ora sono stati disattesi a
tempo record perché già facciamo fatica ad organizzarci in due, figuriamoci in
otto…
Poco
male, dal momento che, anche questa volta, sono riuscito a non prendere la mia
auto per la trasferta (ehi, non è colpa mia se, attualmente, ho l’auto più stagionata della
comitiva!).
In
realtà, a pensarci bene, forse avrei fatto meglio a prenderla l’auto, dal
momento che l’amico che mi ha gentilmente scorrazzato ha l’allegra abitudine di
interpretare liberamente i limiti di velocità, la segnaletica orizzontale e verticale…
… ed il buonsenso alla guida in generale
Prima tappa: Craco
Per
chi non la conoscesse, Craco è una pittoresca città fantasma in provincia di Matera
famosa per essere stata vittima, in ordine sparso, di frane, alluvioni e terremoti.
Da
qui il primato di “Città dell’ottimismo”.
Cristo
si sarà pure fermato ad Eboli (alcune scene del film sono state girate proprio nella
città fantasma)…
… ma arrivato a Craco, come minimo si
è grattato le balle
Armati
di caschetti gialli…
… che ci facevano sembrare tanti Minions
di Cattissimo Me…
… e
sotto un sole allucinante, abbiamo visitato il paese guidati da un volontario
dell’associazione che si fa il mazzo a tarallo
per occuparsi della gestione e della promozione turistica di Craco.
La visita è
stata molto interessante e ho imparato un sacco di cose, tra cui:
1)
Contrariamente a quello che pensavo, Craco non è stata vittima di una
catastrofe naturale… le frane sono state causate da una perdita idrica a lungo
ignorata e dalla criminale gestione dell’emergenza…
Tanto per intenderci, questo è un
terrazzamento che doveva rallentare la frana… franato pochi giorni dopo la sua inaugurazione…
Ingegner Cane, è lei?
Ingegner Cane, è lei?
2)
Craco, poi, ha il poco invidiabile record di città più sfigata della storia: non solo
è franata, alluvionata, terremotata e spopolata, ma è stata anche ripetutamente
saccheggiata (simpatici malandrini non solo hanno portato via arredi vari, ma
anche mezza chiesa cittadina, tant’è che, alla domanda di una turista: “Ma non
potete mettere delle videocamere di sicurezza?”, mi è venuto normale risponderle,
anticipando la guida: “Sì, così si fregano anche quelle!”). Inoltre, la città,
che si presta alla grande ad essere usata come set cinematografico, è anche
stata danneggiata in passato durante la realizzazione di alcuni film (una
troupe ha appiccato un vero incendio per “esigenze di copione”, tanto per
capirci). In realtà, Craco non è completamente disabitata. Si da il
fatto che sia saltuariamente frequentata… da quattro gatti? No, da un gregge di
capre che sale ovunque (tetti pericolanti compresi).
Insomma,
dopo aver visto Craco, non vi lamenterete più delle buche nelle strade della
vostra città…
… a meno che non siano dei canyon spaventosi,
ovviamente
Seconda tappa: B&B Caramola e
tentativo escursione a cavallo
Abbiamo
alloggiato al B&B Caramola, un’oasi di pace immersa nel verde.
Dopo
essere stati accolti da Cristina e Vincenzo si è subito presentato un “dilemma”: la scelta
delle camere. Il B&B, infatti, dispone di tre camere doppie e, di
conseguenza, una coppia avrebbe dovuto dormire in un letto a castello in una
delle doppie, o in mansarda.
Essendo
la mia ragazza una feticista delle mansarde, il dilemma è stato risolto in 13
millesimi di secondo netti.
Non
ho niente contro le mansarde… se non fosse che sono alto 1.91 (ma
sorprendentemente sono tornato a casa senza nemmeno un trauma cranico!).
Dopo
aver abbandonato i bagagli, abbiamo immediatamente voluto fare un’escursione a
cavallo (sulla quale fantasticavamo da giorni).
Fortunatamente,
i cavalli presenti al B&B Caramola sono, non soltanto ben addestrati, ma
anche così buoni che si tagliano con un grissino… e meno male, dal momento che
il cavallerizzo più esperto della comitiva non montava a cavallo da 20 anni
circa.
Per quanto il sottoscritto, invece, io
di cavalli ne ho visti più nel mio piatto sotto forma di braciole che dal vivo…
madre natura non avrebbe dovuto farli così saporiti!
A
me è toccata la cavalla Jasmine (di cui vi parlerò meglio in seguito).
Gran
bell’animale.
Ora,
non che il sottoscritto non sia abituato ad avere una bestia possente tra le
gambe…
… capito la fine battuta?
…
ma devo dire che è stato veramente strano salire, per me era la prima volta, in
groppa ad un animale così maestoso.
Tempo
di fare qualche giro nel recinto e qualche “slalom” tra i birilli, ed è venuto
giù il diluvio universale.
Ci
è stato detto, allora, di dirigerci verso le stalle… Peccato che, vista la
nostra abilità da fantini delle domenica, nessuno ha avuto il coraggio di
spronare i cavalli per raggiungere più velocemente il riparo, preferendo arrivarci
con calma sani e salvi, ma bagnati fino alle mutande.
Poco
male, abbiamo colto l’occasione per fare due chiacchiere con Cristina e Vincenzo e mi è
venuta anche un'invidiabile camminata alla John Wayne, a causa di dolori
al bacino degni di un ultranovantenne con l’artrite.
Terza tappa: Magna Grecia – Il mito
delle origini
Dal
momento che, sotto questa dura scorza da fancazzista, si nasconde un animo
intellettuale e sensibile, in serata mi sono recato con la comitiva all’Arena
Sinni a Senise per assistere allo spettacolo “Magna
Grecia – Il mito delle origini”.
Prima, però, abbiamo goduto di un aperitivo offerto da
un amico del posto. Sì, ce lo ha spacciato come tale (e, su un altro tavolo, c’era altra
roba). Se ci avesse invitato a cena, sarebbe stata la fine...
Per
farla breve, lo spettacolo tratta della storia di un ecista greco alle prese
con la fondazione di una colonia in quella parte di Italia meridionale nota, non a caso, come Magna Grecia.
Se
non sapete cosa sia un ecista, potete fare un salto qui,
non prima di esservi vergognati per non aver frequentato il classico che, com’è
noto, fornisce una formazione completa…
… ed una discreta possibilità di
essere disoccupati e vivere sotto i pont
Più
che la storia in sé, quello che è stato davvero fenomenale è stata la messa in
scena dell’opera con giochi di luce, d’acqua e di fumo da mascella a terra.
Effetto "tunnel" creato con laser e fumo...
... e lotta con drago (roba che se avessi assistito allo spettacolo da bambino, sarei impazzito di gioia)
Qualche
appunto: il tutto, alla lunga, può forse risultare un po’ barocco e l’azione in
scena (su più livelli) un po’ dispersiva.
La
vera pecca, secondo me, consiste nel fatto che lo spettacolo si basa su una
commistione tra azione in scena con attori dal vivo e filmati su schermi
mobili, con la partecipazione non solo dello stesso Kusturica, che ha curato la
direzione artistica dello spettacolo, ma anche di attori del calibro di
Giancarlo Giannini e Claudio Santamaria… che
ha fatto bagnare le spettatrici più dei giochi d’acqua:
Accidenti, piove? No, un paio di
signore delle file superiori hanno appena squirtato…
Questo,
però, è andato a discapito dell’interazione tra pubblico ed attori in scena:
gli applausi, ad esempio, venivano ingenerosamente interrotti dall’inizio dei
filmati sugli schermi tanto e vero che, in breve, non ce ne sono stati
praticamente più fino alla fine dell’opera… e non certo per colpa degli attori.
Poco
carino, inoltre, il fatto che, sul sito dello spettacolo, siano indicati solo
gli attori più importanti che appaiono nei filmati (Santamaria, Giannini e
compagnia) e non gli attori in scena che, invece, si sono fatti un discreto
mazzo.
Quarta tappa: Escursione a cavallo –
atto II
Il
giorno dopo, di buona mattina e complice una bella giornata di sole, ci siamo
fiondati nuovamente sui cavalli per una bellissima escursione tra strade e
sentieri.
Un
unico, enorme, “problema”.
La
“mia” cavalla Jasmine aveva una voglia di lavorare pari a quella di un
dipendente pubblico o, meglio ancora, pari a quelli di una scolaresca
all’arrivo di un supplente l’ultimo giorno di scuola.
Nonostante
fosse uno dai cavalli più veloci presenti, Jasmine, avendo intuito immediatamente
l’incapacità del sottoscritto, per tutta l’escursione se l’è presa non comoda, di più, facendosi
distanziare dai suoi colleghi equini e facendomi dannare come un matto.
Onestamente
un po’ mi si stringeva il culo ogni volta che, su incitamento di Vincenzo, ci davo (delicatamente)
di talloni per provare a farla accelerare.
Purtroppo, alla fine, il risultato è stato più o meno questo:
Purtroppo, alla fine, il risultato è stato più o meno questo:
In
pratica, non riuscendo a spronare Jasmine a dovere, ho passato metà mattinata
con i “rimproveri” di Cristina e Vincenzo nelle orecchie.
Ora, Cristina e Vincenzo sono toscanacci e, in
pratica, sembrava di bisticciare con Pieraccioni e Ceccherini…
E, comunque, vedete quanto era triste
Jasmine quando ci siamo salutati…
Dimenticavo, Vincenzo, mentre ci descriveva le caratteristiche dei vari cavalli, ci ha tenuto a sottolineare lo stile di vita sessualmente anrchico di Jasmine. Brava, Jasmine, brava...
Quinta tappa: Fontana del Tasso
Per
concludere degnamente il nostro weekend lucano, abbiamo deciso di pranzare alla
Fontana del Tasso, ristorante a due passi (letteralmente) dal B&B Caramola.
Dovete sapere che il menù fisso della domenica della Fontana del Tasso è una
specie di sfida ai limiti umani vista la sua abbondanza.
A
rincarare la dose, avendo nella comitiva persone dalle peculiari necessità
alimentari (come sono politically correct, oggi…), lo staff non si è limitato a
servire piatti alternativi per venire incontro alle esigenze di tutti (nonostante il preavviso nullo), ma ci ha portato
intere sperlunghe aggiuntive fuori menù (specialmente di primi).
E
a quel punto che fai, non assaggi?
Ad
accorrere in soccorso dei clienti alle prese con allucinazioni mistiche da
sazietà, ecco il misterioso (quanto provvidenziale) rosolio alle erbe caldo con
la sua funzione sgrassante.
Il
misterioso rosolio (parte delle erbe usate sono sconosciute e la ricetta è
segreta), all’inizio, è stato servito tra gli antipasti ed i primi, poi sempre
più spesso, dopo ogni primo e secondo, e, alla fine, anche su richiesta viste le
crescenti difficoltà ad ingurgitare cibo.
Peccato
che il rosolio fosse discretamente alcolico e, verso la fine del pranzo, la mia
comitiva ha fatto partire un’agghiacciante karaoke… ed un mio amico ha anche
fatto colpo su una vecchietta sessualmente arzilla.
Per
dovere di cronaca, io non ho partecipato al karaoke, non solo perché è una
delle cose che più mi irritano al mondo, ma perché ho preferito fare due passi
nel disperato tentativo di agevolare la digestione.
Pensate
solo che, alla fine, ho rifiutato perfino di leccare un cucchiaino pucciato nel
pur invitante gelato alla ricotta… per paura di sboccare?
No, di morire
È
tutto per oggi, alla prossima!
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