Salve
a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog opportuno come un hooligan ad una processione religiosa.
Chi si è fregato i ceri per la processione?
Io non ne so niente!
Nuova
domenica, nuovo Post Veloce. Spazio
alla serie Internetturbino Vs Il Mondo,
oggi con un post su uno degli argomenti che hanno, giustamente, catalizzato
l’attenzione dei media durante la settimana appena trascorsa.
L’infuocato
dibattito sulle unioni civili?
Macché!
Sto
parlando di cose serie, io!
Mi riferisco, infatti, al piccolo Matteo ed alla sua invenzione del termine “petaloso”.
Cos’è
successo, in pratica? Durante un compito sugli aggettivi, viene richiesto agli
studenti di scrivere due aggettivi per ogni sostantivo proposto. Arrivato alla
parola “fiore”, il piccolo Matteo indica come aggettivo il tenerissimo
“petaloso”. La sensibile maestra Margherita Aurora, in fase di correzione,
decide di anteporre il buon senso alle fredde regole grammaticali e, pur
sottolineando “petaloso” come errore, aggiunge la postilla “Errore bello”.
Fosse finita qui, sarebbe un caso tenero, ma non eclatante... ma ecco l'incredibile svolta. L’insegnante, che
ha ormai preso a cuore la vicenda, contatta l’Accademia della Crusca per
chiedere che l’aggettivo “petaloso” venga riconosciuto ufficialmente dal
prestigioso ente. Nonostante i tanti impegni, l’Accademia della Crusca si rende
a sua volta protagonista di un bellissimo gesto, prendendo in seria
considerazione la richiesta. Dopo attenta analisi, la risposta (seppur
negativa), lascia uno spiraglio aperto. Se “petaloso” dovesse
diventare di uso comune, infatti, avrebbe ogni diritto di essere riconosciuto ed usato in quanto aggettivo valido.
La notizia fa il giro del web e gli utenti iniziano ad usare
l’hastag “#petaloso” a più non posso, sostenendo il piccolo Matteo e la sua battaglia che ha portato un raggio di sole nell’arido mondo della grammatica italiana.
Anche i media nazionali non sono da meno e la notizia viene rilanciata dai principali Tg.
Bene,
questa è la notizia come l’avrete letta/vissuta nei giorni scorsi. Adesso vi
racconto la versione dell’Internetturbino.
Compito sugli aggettivi. Il piccolo Matteo ha studiato
nei ritagli di tempo, preferendo distruggersi i tendini dei pollici su un joypad della
Playstation. Nonostante ciò, Matteo (avendo
probabilmente trafugato la traccia del compito), riesce a rispondere
correttamente a tutte le domande… fino al famigerato sostantivo “fiore”. A questo punto, il nostro eroe prova inutilmente a chiedere aiuto ai suoi compagni di classe che, da infami,
si rifiutano di suggerire la risposta.
Dopo l’ennesima disperata richiesta di aiuto lanciata da Matteo, la più secchione della classe gli sibila un tagliente “Ma tu sei palloso!”.
Con un fraintendimento da antologia, il piccolo Matteo capisce “Metti petaloso!”.
Arrivato il momento della correzione, l’insegnate per poco non si strozza dalle risate. Diventata ormai paonazza, ed in grave carenza di ossigeno, alla donna appare in visione il Manzoni che la invita a scrivere all’Accademia della Crusca chiedendo che al termine “petaloso” venga riconosciuta la giusta dignità. All’Accademia della Crusca, dove ci si annoia un mondo e le uniche mail che arrivano non sono altro che spam del tipo “allunga il tuo pene”, vanno tutti in brodo di giuggiole per essere stati tirati in causa e si spremono le meningi per non fare figure barbine. Leggendo uno spiraglio di speranza nella riposta dell'Accademia della Crusca, parte la mobilitazione del web (del resto, qualche anno fa è stata ufficialmente riconosciuta la parola “zoccolaggine”, peraltro già ampiamente diffusa da tempo… sono in attesa del riconoscimento di "pisellabile", nonché delle espressioni "scendi a pisciare il cane" e "te lo gioco io il bambino").
Dopo l’ennesima disperata richiesta di aiuto lanciata da Matteo, la più secchione della classe gli sibila un tagliente “Ma tu sei palloso!”.
Con un fraintendimento da antologia, il piccolo Matteo capisce “Metti petaloso!”.
Arrivato il momento della correzione, l’insegnate per poco non si strozza dalle risate. Diventata ormai paonazza, ed in grave carenza di ossigeno, alla donna appare in visione il Manzoni che la invita a scrivere all’Accademia della Crusca chiedendo che al termine “petaloso” venga riconosciuta la giusta dignità. All’Accademia della Crusca, dove ci si annoia un mondo e le uniche mail che arrivano non sono altro che spam del tipo “allunga il tuo pene”, vanno tutti in brodo di giuggiole per essere stati tirati in causa e si spremono le meningi per non fare figure barbine. Leggendo uno spiraglio di speranza nella riposta dell'Accademia della Crusca, parte la mobilitazione del web (del resto, qualche anno fa è stata ufficialmente riconosciuta la parola “zoccolaggine”, peraltro già ampiamente diffusa da tempo… sono in attesa del riconoscimento di "pisellabile", nonché delle espressioni "scendi a pisciare il cane" e "te lo gioco io il bambino").
E qui si scatena il paradosso: per dare dignità all’errore
di un bambino delle elementari, non solo ci si rivolge all’Accademia della
Crusca, ma si scatena una gara di solidarietà dal web che, com’è noto, è il covo
dei peggiori crimini contro la grammatica italiana. Ogni giorno, in rete, la
grammatica italiana viene sodomizzata (a secco e con la sabbia), uccisa,
riportata in vita tramite oscuri rituali voodoo e nuovamente sodomizzata.
Insomma, chiedere il sostegno del web per una questione
grammaticale è come se la buonanima di Umberto Eco avesse chiesto a Lapo Elkann
di correggergli le bozze… o come se, al posto di Benigni, ci fosse stato Luca
Giurato a leggere Dante.
L’argomento di oggi, dunque, non può essere che:
L’Importanza
della Crusca
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