Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog simpatico
come un virus intestinale…
… un virus intestinale zombie, ovviamente
Nella Rassegna Stampa di oggi: antisemitismo e tentacoli
porno, fingersi ciechi per non parlare con la gente; manspreading.
Tempo di lettura: circa 11 minuti
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Antisemitismo e tentacoli porno (link alla notizia)
Questo è il tipo di storie che mi piace.
Inizia seriamente, poi ha
un’inaspettata svolta comica e, alla fine, precipita in un vortice di puro
delirio come nei migliori trip.
Kurt Eichenwald è un
collaboratore dell’arcinota rivista Vanity Fair che, dopo aver partecipato ad
un programma su Fox News, è stato oggetto di insulti anti semiti.
Tralascio il fatto che Kurt
Eichenwald non è ebreo, perché da chi si esibisce in questo genere di insulti
non mi aspetto un QI superiore a quello di una scatoletta di tonno
sottomarca vuota.
Stanco degli insulti ricevuti, il
buon Kuer se ne è lamentato su Twitter…
Peccato solo che, sullo schermo
del suo computer, sia visibile una finestra recante la scritta B-Chiku che è una serie hentai.
Facendo finta di credere che non
sappiate cosa siano, ve lo spiego io in parole povere: gli hentai sono i
fumetti ed i "cartoni animati" giapponesi zozzi.
Già sento l’indignazione
dall’altro lato del computer “Ma come è possibile eccitarsi con dei disegnini?”
Dicevamo?
Grazie di esistere, Milo…
Grazie di esistere, Milo…
Naturalmente, in men che non si
dica, gli utenti di Twitter si sono accaniti contro Kurt, facendogli notare la
leggerissima figura di merda che, per darmi un tono, chiamerò “gaffe”.
La risposta di Kurt, però, non si
è fatta attendere… ed è stata semplicemente fenomenale:
Così come le riposte di alcuni utenti:
Che dire? Ai miei tempi, la domanda più temuta a cui una
famiglia doveva far fronte era: “Come nascono i bambini?”, mentre adesso è:
“Esistono scene porno con protagonisti dei tentacoli birichini?”
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Finge di essere cieca per non parlare con la gente (link alla notizia)
So che lo avete fatto tutti almeno una volta nella vita…
Mettervi le dita nel naso al semaforo?
Appiccicare una caccola sotto la poltrona a casa di amici?
Annusarvi le mani dopo esservi fatti il bidet?
No… fingere di non vedere qualcuno per strada per non
doverci parlare.
A differenza delle prime tre deplorevoli azioni che vi ho
elencato, non c’è niente di cui vergognarsi nel fingere di non vedere i
conoscenti per strada.
Io lo faccio sempre, per esempio.
Perché sono una brutta persona?
Sicuramente…
Ma anche perché non mi va di
fermarmi a parlare con persone con cui, immancabilmente, avrò questo dialogo:
Variante A:
Come va?
Tutto ok. E tu?
Tutto ok
Segue silenzio
imbarazzato colmato dalle solite stronzate sul meteo e affini
Variante B:
Come va?
Tutto ok. E tu?
Eh, sapessi…
Seguono 45 minuti di
lamentele assortite con l’immancabile
voglia, da parte del malcapitato che stupidamente non ha cambiato strada, di tagliarsi orecchie e vene con coltello serie Miracle Blade dello chef
Tony
Personalmente, di recente ho evitato una coppia
di conoscenti tuffandomi in un vicolo buio neanche fossi in un film di azione.
Reazione esagerata?
Forse… ma solo qualche giorno
prima ero stato intercettato in pausa pranzo da un’amica che mi ha “amabilmente”
fatto compagnia per oltre mezz’ora mentre mangiavo.
Ora, dovete sapere che sono un po’ come un cane…
Tendo a fare la pipì in giro per
strada?
Amo annusare i culi dei mie i
simili?
Mi lecco i testicoli nel tempo
libero?
Sono solito accoppiarmi con le gambe
delle persone?
No… non ancora, almeno.
Bensì, non mi si devono rompere
le balle quando mangio (specie in pausa pranzo).
Ben venga, dunque, la possibilità
di darsi ad una discreta fuga.
La protagonista della notizia, tale Carmen Jiménez, ha per anni finto di
essere diventata cieca a causa di un incidente per non dover salutare le
persone che incontrava per strada.
Un tantino esagerato, dite?
Beh, forse avete ragione… dal momento che Carmen ha mentito
anche alla sua famiglia e, in questi anni, ha goduto dei sussidi statali
riservati ai non vedenti.
In realtà, la storia puzza di fake.
Fingersi ciechi ti permette
sicuramente di tirare dritto quando incroci persone che conosci, ma c’è un
pericoloso effetto collaterale: c’è il concreto rischio di finire vittima di attenzioni indesiderate dal momento che le persone per strada (realmente interessate o meno non
importa), potrebbero fermarti per informarsi sul tuo stato di salute in quanto non vedente.
Comunque, sono sempre possibili scenari alternativi come
questo:
Ehi, fai silenzio! C’è Carmen… meno male che è cieca che mi sta sulle
balle. Adesso mi muovo con passo felpato come un giaguaro ninja per superarla e
non doverle chiedere come sta… tanto è cieca, non penso sia guarita durante la
notte…
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Manspreading (link alla notizia)
Ehi tu… sì proprio tu che stai
leggendo questo post stravaccato sulla poltrona, sul divano… o sul wc.
Chiudi quelle gambe!
Esatto: tutti quelli che sono
abituati a sedersi a gambe aperte farebbero meglio a darsi una regolata: di
recente, infatti, sui mezzi pubblici di Madrid è vietato, per gli uomini, sedersi
a gambe aperte.
Se pensate che gli amici spagnoli
abbiano esagerato con la sangria, ho una brutta notizia per voi: questo divieto
esiste anche in alcune città degli USA, del Giappone e perfino della
democratica Turchia
Andiamo con ordine.
La tendenza degli uomini a
sedersi con le gambe aperte ha perfino un nome: “manspreading”.
Poi non dite che non vi imparo
insegno le cose!
Vien da sé che, sui mezzi, se
qualcuno si siede a gambe larghe finisce per occupare più spazio del dovuto
creando disagio al vicino… non ci vuole un premio Nobel per arrivarci e capisco
anche che occorre un’ordinanza comunale quando l’umano buon senso proprio non ci arriva…
Ma perché rivolgere
esplicitamente questo divieto agli uomini?
Beh, perché quella di sedersi a gambe larghe è un’abitudine prevalentemente
maschile (mentre è piuttosto difficile farlo indossando una gonna).
Il gruppo femminista promotore
dell’iniziativa Mujeres en lucha y madres
estresadas (Donne in lotta e madri
stressate, il nome è tutto un programma), prende il manspreading
dannatamente sul serio, ritenendolo non un semplice gesto da maleducati, ma un
esempio di becero sessismo: mentre le donne, fin da piccole, sono educate a
sedersi con le gambe chiuse, agli uomini viene trasmessa l’idea di gerarchia e
territorialità che li fa sentire legittimati ad occupare gli spazi altrui.
L’arte delle donne di rendere tragica
ogni ca***ta…
Sto scherzando,
ovviamente…
Naturalmente, è partita una
spietata guerra dei sessi. Molti uomini, sui social, hanno detto di sedersi con
le gambe aperte semplicemente perché preferirebbero non schiacciarsi tra le gambe il
proprio organo riproduttore, al che le donne hanno risposto che anche loro
hanno delle protuberanze (spero intendessero il seno), ma che non per questo occupano lo spazio altrui…
… questo, però, lo pensano solo le donne con il complesso del seno
piccolo
… gli uomini, poi, hanno ribattuto
postando foto come questa:
Che ritraggono donne che occupano lo spazio altrui da vere
professioniste
Insomma, il delirio.
Ora, io sono per l’uguaglianza totale tra
i sessi e non reputo le donne inferiori agli uomini da nessun punto di
vista, neanche quello fisico… anzi, ho visto uomini così deboli da non riuscire
a rompere una noce e donne così forti da riuscire a rompere una noce (di cocco)
con il clitoride.
Questo, però, mi sembra un
esempio di femminismo controproducente.
Per femminismo controproducente
intendo quel tipo di atteggiamento che genera l’effetto opposto a quello
sperato… un po’ come quando ho voglia di paté de foie gras di cucciolo
di foca ogni qualvolta che sento un vegetariano che prova a convertirmi dicendomi
cose del tipo:
“I nostri canini non
sono fatti per mangiare la carne: i nostri antenati erano fruttariani
(Quando, invece, già
i Neanderthal consumavano carne ed anzi, quelli prevalentemente carnivori
avevano un microbioma della bocca migliore di quelli prevalentemente vegetariani)
Donne, vi spiego io perché noi
uomini ci sediamo come se ci fossimo appena cagati addosso. Non è perché siamo
maschilisti o, peggio ancora, perché vi importuniamo (è stato sostenuto anche
questo)… a meno che qualche disagiato non ritenga sexy strusciare il proprio ginocchio
contro le tempie altrui, in questo caso andrebbe immediatamente gettato fuori
dal pullman… con le porte sono ancora chiuse, ovviamente.
Lo facciamo, semplicemente, per
trovare sollievo da un grave disagio che ci colpisce soprattutto in questo
periodo.
Non ne parliamo volentieri, per
noi è un tabù… un po’ come le mestruazioni per voi.
Sto parlando del
sottopalla sudato...
Ebbene sì: alle alte temperature estive
(ma anche all’interno dei mezzi pubblici), la zona inguinale dell’uomo e, in
particolar modo, quella zona definita tecnicamente “sottopalla”, raggiunge
temperature da camera magmatica.
Risultato?
Beh, come spiegarvelo… ah ecco: è
come avere della zuppa del casale bollente nelle mutande.
Da qui la ricerca di refrigerio
allargano le gambe.
Capisco che questo possa dar
fastidio al vicino, ma non c’è bisogno di dare in escandescenza.
A questo punto, per tutti quelli
che si stravaccano sui mezzi pubblici propongo:
L’esilio in Siberia
L’espropriazione dei
beni
L’interdizione dai
pubblici uffici dei figli e dei discendenti fino all’ottava generazione
È tutto per oggi, alla prossima!
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