Salve
a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog utile come un medico durante
un’epidemia di peste bubbonica…
… un medico omeopata, naturalmente
Prima
di iniziare, un paio di precisazioni.
No,
non sono morto.
E
no, non ho abbandonato il blog... a cui continuo a volere bene come ad un
figlio.
Il
figlio che ti fa vergognare durante i colloqui a scuola,
ovviamente.
Adesso
che sono tornato, la programmazione tornerà regolare come prima?
Non
penso proprio, si vive alla giornata e, come si dice in questi casi…
Carpe diem
Tempo di lettura: circa 5 minuti
Bando
alle ciance, è tempo di tornare a dare un serio contributo alla società e, per
questo, voglio parlarvi di… mitologia.
Si
lo so: probabilmente la conoscenza che avete sull’argomento deriva da Pollon, Xena e da Hercules.
… il primo
testimonial della Pantene della storia
Se,
invece, il vostro unico contatto con la mitologia deriva dalla visione di Troy, beh…
… niente, lasciamo perdere, è meglio…
Non
fate quelle facce, vi posso assicurare che anche la mitologia è un argomento
che può fornire diversi spunti comici.
Forse
non sapete che moltissimi miti ruotano intorno all’irrefrenabile pulsione di
Zeus di copulare con qualsiasi essere gli capitasse a portata di pene
In
un’occasione, non riuscendo ad accontentare il suo ardente desiderio di
esplorare ogni orifizio della dea Cibele, si narra che, durante la più classica
delle polluzioni notturne, il prodotto della passione di Zeus fosse mestamente finito su
una roccia.
Dura
la vita degli spermatozoi del padre degli dei (e ci credo che era il padre
degli dei, stava sempre a riprodursi…)
Non
fu, comunque, un’eiaculazione a vuoto dal momento che, viste le portentose doti
dello sperma divino, Zeus riuscì ad ingravidare perfino la roccia generando, così, l’ermafrodito
Agdistis.
Con
Zeus latitante e senza una madre che gli facesse da guida…
…
Agdistis finì per diventare il più classico dei bulli, tormentando gli stessi
dei (che so, rubandoli i soldi della merenda, gettando i loroi astucci giù dall’Olimpo e così via). A mettere fine alle angherie di Agdistis non fu
un dio “guerriero”, coma Ares o Atena, bensì il dio dell’ebbrezza Dionisio che,
esasperato dal bullismo di Agdistis e reso intrattabile dai postumi della sbornia,
decise di giocargli uno scherzo crudele. Il dio, infatti, offrì al bullo del vino
e lo accompagnò a sbronzarsi in cima ad un alto albero di melograno (e
Agdistis, non esattamente un fine pensatore, ci salì pure... ed era ancora sobrio!). Quando
Agdistis si addormentò ubriaco, Dionisio gli lego lo scroto ad un ramo e, una
volta sceso per terra, scosse violentemente l’albero.
Agdistis,
svegliatosi di soprassalto, cadde dall’albero e si evirò, morendo dissanguato.
Scherzo
sublime, non c’è che dire…
Mai far incazzare un ubriaco...
In
un’altra occasione, invece, Zeus si invaghì di Alcmena rimanendo profondamente
colpito…
A: dalle sue bocce,
B: dalle sue bocce,
C: dalle sue bocce,
D: dalla sua smisurata fedeltà al marito Anfitrione
La
risposta esatta è, incredibilmente, la D.
Bravo
Zeus, la bellezza non è tutto! L’hai capito finalmente!
Dunque,
davanti a cotanta fedeltà coniugale, Zeus abbandonò i propri libidinosi
propositi riproduttivi…
Beh,
più o meno.
Prese
le sembianze di Anfitrione e copulò con l’ignara Alcmena per tre giorni di fila.
Da
questo accoppiamento poderoso nacque Eracle (e Alcmena camminò a gambe larghe
per una settimana).
Nonostante
Zeus le studiasse tutte per non farsi beccare da Era, sua moglie iniziò presto
ad essere un tantino sospettosa…
… ma giusto un tantino
Allora,
con grande dignità, decise di affrontare la situazione di petto.
Facendo
dormire Zeus sul divano?
Trascinandolo davanti agli avvocati per togliergli anche i peli del culo a colpi di richieste di alimenti?
Trascinandolo davanti agli avvocati per togliergli anche i peli del culo a colpi di richieste di alimenti?
Non
esattamente.
Per
vendicarsi di Zeus, che procreava in continuazione senza il suo aiuto, la dea decise
di rendergli pan per focaccia mettendo al mondo un figlio da sola (non
chiedetemi perché non si fece aiutare nel modo “tradizionale” da qualche
aitante giovanotto...).
Era,
con quell’amore smisurato che solo una madre può avere nei confronti del proprio
figlio, fissò intensamente Efesto…
…e lo scaraventò giù dall’Olimpo neanche fosse un sacchetto dell’umido
C’è
comunque da dire che, pur essendo spaventoso come una cartella esattoriale
dell’Agenzia delle Entrate nella cassetta delle lettere, Efesto era un fabbro
straordinario. Tra le sue più incredibili creazioni ci fu, sicuramente, Talo il
gigante di bronzo.
Il
suo compito era quello di proteggere Creta e, per perseguire il suo scopo, era
pronto a tutto: anche a gettarsi nel fuoco, arroventandosi, per poi scagliarsi
contro i nemici schiacciandoli e bruciandoli vivi.
Tanto
era indistruttibile, che gli fregava… tranne che per quel piccolo punto debole sulla
caviglia.
Morì
(secondo alcune versioni) sbattendo il suddetto punto debole contro una roccia.
Crepare dopo essersi polverizzato il mignolo
contro uno spigolo sarebbe stato più dignitoso…
Dal
punto di vista prettamente procreativo, non andò meglio ad Afrodite che, con la complicità
di Dionisio (o forse di Ermes, Adone, Ares o lo stesso Zeus… ci vorrebbe il
test del DNA vista la tendenza alla promiscuità della dea), diede alla luce Priapo.
Che è proprio l’omino attaccato a
quel pene gigantesco...
Oltre
ad avere ovvie difficoltà nella deambulazione, Priapo si ritrovò presto ad
affrontare un altro problema: ubriaco, provò ad abusare di Estia (con il serio
rischio di impalarla) e, insieme al suo smisurato pene, fu per questo espulso
dall’Olimpo. Si narra che perfino un asino, simbolo della lussuria, gli ragliò contro in segno di disapprovazione. Priapo, che era permaloso come una zitella mestruata, impose che gli venisse sacrificato un asino una volta l'anno.
E non vogliamo sapere cosa ne facesse Priapo dell'asino...
Infine, chiudiamo come
abbiamo iniziato: con l’amabile estirpatore di testicoli dedito all'alcool... Dionisio.
Secondo un interessante mito, Dionisio si recò nell’Ade per salvare sua madre Semele.
Secondo un interessante mito, Dionisio si recò nell’Ade per salvare sua madre Semele.
Un nobile intento, non c’è che dire.
Per raggiungere
l’ingresso dell’Ade al centro del sacro lago di Lerna (senza fondo e pericoloso
da navigare), il dio chiese l’aiuto del pastore Prosimmo (o Polimmo).
Dovete sapere che
Dionisio, quando non era intento a evirare le persone a tradimento, era una
personcina squisita: per sdebitarsi, infatti, decise di
accontentare qualsiasi richiesta avanzata dal pastore.
Immaginate la sua
sorpresa quando Prosimmo espresse il desiderio di possederlo alla maniera degli
ovini...
Dionisio non si scompose e, di ritorno dall’Ade, scoprì che il pastore
era morto.
Checulo fortuna, è?
Che
Ma si sa: ogni promessa è
debito e Dionisio si recò sulla tomba di Prosimmo e, dopo aver intagliato un
ramo di fico a forma di pene, ci si sedette sopra per onorare la sua promessa…
...che è tipo la cosa più romantica e al tempo stesso agghiacciante che abbia mai sentito
È tutto per oggi, alla
prossima!
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