Salve a tutti e benvenuti nell’Internetturbino: il blog
atteso come l’ora di ginnastica a scuola…
… quando sei il ragazzino ciccione e nerd che nessuno vuole in squadra
Come avrete acutamente intuito
leggendo il titolo, in questo post vi parlerò dell’ultimo film che ho visto al
cinema: Monolith.
Tempo di lettura: circa 11 minuti
Prima di procedere con la mia
consueta analisi da esperto critico cinematografico da cineforum condominiale sfigato,
una piccola introduzione.
Sono venuto a conoscenza
dell’uscita di Monolith (in modo
completamente fortuito) mentre, comodamente seduto sul water, sfogliavo
l’ultimo albo di Dylan Dog.
Lo so, ho ammazzato tutta la
poesia… e, vi dirò, intendo infierire sul cadavere. Immediatamente, la notizia ha
catturato la mia attenzione:
Vuoi solo perché in copertina spiccavano il c**o della protagonista ed il muso di una macchina ignorantemente
aggressiva… donne e motori, un connubio perfetto
… parcheggi a parte, ovviamente
Battute idiote a parte, devo ammettere
che, sul momento, anche per via della peculiare (per non dire suicida?) data di
uscita al cinema (12 agosto), ho pensato che si trattasse di una specie di film
tv, trasmesso eccezionalmente al cinema per un’unica data… e, invece, no.
Come tutti saprete, Monolith è basato su un soggetto di
Roberto Recchioni (curatore di Dylan Dog)
e coprodotto dalla Sergio Bonelli Editore.
Per il sottoscritto, roba da tripla erezione carpiata
Nei giorni successivi, ho cercato
di carpire qualche informazione sul film evitando di beccarmi spoiler assassini
e mi sono imbattuto in una campagna pubblicitaria virale decisamente cazzuta:
menzione d’onore per un articolo su Quattroruote
e per il sito “fake” dove è possibile personalizzare ed acquistare il proprio
modello di Monolith, salvo poi essere
reindirizzati alla pagina Facebook del film una volta chiesto il preventivo.
Che dire? Una campagna pubblicitaria
non comune per i film italiani… che ben si addice ad un film fuori dal comune
come Monolith.
Peccato che, forse perché il
dominio “Monolith” era già stato preso e non valeva la pena spendere altri soldi
per far comparire il sito del film tra i primi risultati di Google, prima di trovarlo mi sono
imbattuto nei cessi Monolith…
… che, tra l’altro, non sono niente male
Chiusa la parentesi idiota, è ora
di parlare del film.
Cosa mi è piaciuto
L’idea stessa del film. Mi spiego: un film italiano, girato negli
USA con cast statunitense e in inglese, non fa mai male… non per scimmiottare
il cinema a stelle e strisce, ma per dimostrare che, quando vogliamo, siamo in
grado di sfornare produzioni un po’ più ambiziose della solita commedia degli
equivoci, di Centovetrine o del Fantabosco…
… con tutto rispetto per Lupo Lucio…
… anche esplorando generi
insoliti per il cinema italiano.
È anche così che, nel recente
passato, sono spuntate perle rare come Lo
chiamavano Jeeg Robot, Mine e The Lady.
Inoltre, è un film coprodotto
dalla Bonelli e (vista anche la collaborazione con Sky) se questo in futuro
porterà all’approdo sul grande e piccolo schermo di altri soggetti della casa
editrice, ne vedremo davvero delle belle.
Pensate ad una produzione della
qualità di Romanzo criminale con
protagonisti Tex o Dylan Dog tanto per dire…
Intrigante, poi, il fatto che
graphic novel (che cercherò di recuperare) e film siano nati come progetti
paralleli (ma indipendenti) da uno stesso soggetto.
Insomma, commistione cinema -
fumetto in una veste decisamente nuova rispetto, che so, al trito e ritrito
filone cinematografico supereroistico munto fino allo sfinimento negli USA.
Le possibili chiavi di lettura. Premessa doverosa: diversamente da
quanto può lasciar intuire il trailer (e questo confusione potrebbe essere dannosa,
creando false aspettative nello spettatore), Monolith non è né un film alla Supercar, né un film alla
Terminator… e non è neanche un film d’azione (avesse cercato di essere
unicamente quello, sarebbe stato probabilmente un fallimento perché non ha
palesemente i mezzi per esserlo…).
Cos’è, dunque, Monolith?
Beh, è un film (anche piuttosto
angosciante), con varie chiavi di lettura.
Personalmente, lo ritengo un film
su quanto possa essere pericoloso l’uso, non solo scorretto, ma
semplicemente leggero e non coscienzioso,
di tecnologie all’avanguardia.
Chi, usando i social, non ha mai
sbagliato a pubblicare un contenuto (con risultati non sempre alla Gué Pequeno,
grazie al cielo).
Beh, moltiplicate la gravità del
raspone del sig. Pequeno per un milione ed avrete un’idea del guaio in cui si è
cacciata la protagonista di Monolith.
E, seguendo questa lettura, vi
dirò che non lo ritengo neanche un film a un lieto fine. Mi spiego, il problema
su cui ruota la trama, nasce da una leggerezza della protagonista nell’uso
della tecnologia, questo è chiaro.
La soluzione finale, però, non
nasce tanto da una geniale intuizione della protagonista… bensì da una sua
mossa disperata che si rivela essere nient’altro che un altro uso sconsiderato
della tecnologia che, per puro caso, porta alla risoluzione del problema.
Infine, è sempre la tecnologia
(forse solo alla fine usata finalmente con coscienza), che porta la
protagonista e suo figlio in salvo.
Certo, Monolith è anche un film sulle difficoltà di una donna nel dover
scegliere tra carriera e famiglia e su come, il semplice fatto di dover fare
una scelta del genere, sia deleterio per la felicità e la realizzazione
individuale della donna.
Fotografia, location e resa di Monolith. Non sono un critico
cinematografico neanche per sbaglio, ve ne sarete accorti, ma i paesaggi del
film sono fenomenali.
La scelta delle location mi pare
ottima e buona fotografia.
Molto azzeccata la resa di Monolith (fedele alla controparte cartacea)
che dà l’impressione di una fortezza su quattro ruote neanche troppo
fantascientifica…
... roba che si potrebbe tranquillamente trovare in giro tra
qualche anno
Cosa non mi è piaciuto
Incongruenze…? Allora, premetto che forse non sono neanche tali e
che magari si tratta solo di un po’ di confusione che il film genera nello
spettatore, ma proviamo a fare chiarezza.
In un atto di stupidità colossale,
quanto comprensibile (chi non ha mai disabilitato l’antivirus per falsi
positivi e si è poi trovato il computer affetto da sifilide e gonorrea? Chi non
si è mai chiuso fuori di casa o dalla propria auto?) Sandra elimina i sistemi
di sicurezza di Monolith.
Ma cosa resta attivo, e cosa no,
dell’auto?
Attenzione, non è semplice
curiosità da nerd… anzi.
Per me è un punto importante dal
momento che, buona parte dell’angoscia generata dal film, deriva dal fatto che
la situazione in cui si trova la protagonista è (o sarà tra qualche anno) decisamente
plausibile.
Ecco, dunque, che non si dovrebbe
assolutamente ricorrere alla sospensione dell’incredulità per godere a pieno delle
atmosfere generate dal film.
Ritorniamo alla domanda: cosa è
in grado di fare l’auto prima e dopo l’infelice comando di Sandra? Cosa resta
attivo e cosa no su Monolith?
Forse, ad essere disabilitata, è solo
l’interfaccia vocale, dal momento che Lilith (l’intelligenza artificiale a
bordo di Monolith) rimane muta fino
alle ultime scene del film?
O, forse, tutti i sistemi
avanzati vengono disabilitati, tanto che il problema di Sandra, alla fine dei
conti, è quello di avere il figlio bloccato nell’equivalente di un blindato
inespugnabile in mezzo al deserto?
Oppure, una via di mezzo… forse
solo alcuni sistemi “passivi” di Monolith
restano attivi?
Il problema è che il film pare
optare per ognuna di queste tre opzioni a seconda di cosa faccia più comodo per
lo sviluppo della trama.
Sandra rimane bloccata in mezzo
al nulla: Monolith sembra un
“normale” mezzo blindato ed anche tecnologicamente arretrato... Non c’è neanche
una chiamata automatica di emergenza ad un numero di assistenza dopo l’impatto
con il cervo, tanto per dirne una.
Sandra prova col fumo a sbloccare
le chiusure di Monolith: l’auto
avverte che il fumo proviene dall’esterno e blocca le ventole d’areazione (per
preservare l’integrità dell’auto? Degli occupanti?). Allora qualche sistema è
ancora attivo.
Sandra prova a sfasciare Monolith in ogni modo: l’auto più sicura
del mondo si limita a far scattare un banale allarme. Niente chiamata alla
polizia con tanto di geolocalizzazione?
Ancora, Sandra tenta il tutto per
tutto facendo cadere Monolith dal
burrone: l’auto, registrando la mancanza di terreno sotto le ruote (ma quando
scivola all’indietro verso il burrone perché il freno a mano non è inserito non
succede niente ed è solo il caso, sotto forma di sasso, che evita che l’auto
precipiti), non solo pare raddrizzarsi durante la caduta dopo aver rinforzato
le sospensioni, ma sblocca anche le serrature per non far restare bloccati
nell’abitacolo i passeggeri, risolvendo la situazione.
Ottimo.
Peccato che per ¾ di film c’è un
bambino bloccato a bordo con temperature elevate nell’abitacolo e non è entrato
in funzione neanche un sistema di emergenza (e, come ci viene mostrato ad
inizio film, Monolith è in grado di
identificare la possibile presenza di bambini a bordo dal loro peso). Non dico
che l’auto avrebbe dovuto misurare i parametri vitali del bambino, ma capire
che rischiava di rimanerci secco calcolando semplicemente la sua presenza a
bordo e la temperatura interna nell’abitacolo…
L'espressione della protagonista quando si rende conto di aver speso un sacco di soldi per un SUV ipertecnologico di cui non sa usare neanche l'accendisigari
E poi, va bene che il marito di
Sandra non la chiami durante la notte (anche Sandra ricorda di avergli detto che
sarebbe andata a letto presto)… ma neanche il giorno dopo?
Che marito e padre amorevole (al
di là delle corna).
E che dire dei genitori del
marito che non si allarmano per il mancato arrivo di Sandra e del bambino?
Effetti speciali. Grazie al cielo, ce ne sono veramente in numero
esiguo… ma le pochissime scene in cui Monolithè resa in computer grafica sono piuttosto atroci.
Non roba da film dell’Asylum,
ovviamente, ma insomma…
Capisco il budget limitato, ma forse era meglio
realizzarne meno di queste scene ed usare qualche espediente del mestiere per
aggirare il problema anche perché, in fin dei conti, solo una di queste scene
in CGI è imprescindibile ai fini della trama.
È anche vero che, probabilmente
proprio per motivi di budget, è stato più conveniente ricorrere agli effetti
speciali che non girare scene dal vivo… ci sta.
Protagonista. Su Katrina Bowden la critica è stata piuttosto dura,
va detto.
Dura come un cazzotto in faccia
Bisogna ammettere, ad onor del
vero, che il ruolo di Sandra non è dei più facili e dubito che Katrina Bowden vincerà
mai un Oscar.
Del resto, guardando la sua filmografia
(sulla carta un po’ agghiacciante), la parte di Sandra in Monolith è forse la più
importante della sua carriera (che l’ha vista finora impegnata in film come Piranha 3D, American Pie: American Reunion, Scary Movie V e Comic Movie).
Il problema è che Monolith, per sua stessa natura, è un film che
si regge, in pratica, solo sulla bontà dell’idea di base, su location
mozzafiato e sulle doti recitative dell’unica protagonista… capisco che non
fosse possibile scritturare Charlize Theron (che avrebbe prosciugato il budget
del film in un nanosecondo), ma forse si poteva scegliere meglio, vista l’enorme
importanza del ruolo di Sandra nel film.
Comunque, chi dice che Katrina
Bowden è una cagna incompetente nel recitare, secondo me è un tantino in malafede...
In conclusione, ad avercene di
film così.
Monolith, con tutti i suoi difetti, è una pellicola che ha due
palle enormi e che si prende dei rischi mica da ridere (sbattendoci, a volte, violentemente
il muso contro). Ma è proprio per questo suo essere ambizioso e fuori del
comune per il cinema italiano che deve essere premiato… vuoi solo perché, chissà,
in futuro, sarà anche grazie a Monolith
che si avranno sempre più film italiani così fuori dal comune e coraggiosi (ed
anche migliori nella realizzazione, perché no).
Infine, se (come me), odiate i
SUV ed i loro proprietari, non potete perdervi Monolith ed alimentare, così, il vostro astio verso questi (inutili,
a meno di non vivere ai confini della civiltà) colossi della strada.
E poi, diciamocela tutta, chi mai
potrebbe fidarsi di un SUV ipertecnologico con la voce di Brooke di Beautiful?
È tutto per oggi, alla prossima!
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