Salve a tutti e benvenuti
nell’Internetturbino, il blog piacevole come trovare una zoccola nel letto…
… una zoccola come questa, intendo
Ben ritrovati a tutti: a chi è in
depressione post ferie, certo, ma anche a chi se la sta ridendo sotto i baffi
perché ha prenotato le vacanze a Settembre.
Tanto lo sapete che grandinerà,
pioveranno meduse velenose e gli alieni vi rapiranno sottoponendovi ad
umilianti esplorazioni rettali, vero?
Tempo di lettura: circa 6 minuti
Come forse saprete, nella rubrica - Vip e + Trip(advisor) (qui qualche
esempio), mi piace scovare qualche ristorante dalla dubbia fama... preso
spietatamente a peni in faccia da recensori incattiviti dalla vita (tanto
meglio, poi, se il titolare si accanisce a sua volta, intraprendendo una vera e
propria crociata per difendere l’indifendibile e tutelare il buon nome del suo
ristorante).
Nonostante questo mio personale
feticismo per le recensioni negative di Tripadvisor, devo ammettere che sono un
tipo all’antica.
Non scrivo recensioni: se mi
trovo bene in un ristorante, ci torno… altrimenti no.
Se poi becco un posto
veramente pessimo, al massimo ci scrivo sopra un post.
Ed ecco, dunque, perché ho deciso
di parlarvi della braceria Rosso di Sera a Martina Franca. A scanso di
equivoci, chiariamo subito che (per me inspiegabilmente) la braceria in
questione ha un ottimo 4.5 come voto medio su Tripadvisor ed un altrettanto buono 4.3
per quanto riguarda le recensioni su Google.
Certo, poi a leggere bene, ci si imbatte
in recensioni diametralmente opposte:
Dunque, sabato 25 agosto, si
decide con amici di andare a mangiare un po’ di carne e si opta per Rosso di
Sera a Martina Franca.
Premetto che la suddetta comitiva tende ad organizzarsi in stile orda
barbarica: si muove quasi esclusivamente in cerca di cibo, lasciando una
discreta scia di devastazione dietro di sé
Nonostante la drammatica mancanza
di organizzazione, si riesce ad arrivare a destinazione con un ritardo dignitoso
e, fortunatamente, il nostro tavolo era ancora lì ad aspettarci.
Bene.
Devo dire che il primo impatto è
stato un po’ contrastante: il cameriere che ci ha accolto era decisamente simpatico
(forse pure troppo), ma la diposizione dei tavoli era un po’ come dire…
...alla membro di canide
Il nostro tavolo, ad esempio, era
infrattato tra fioriere in simil cemento tipo fortino lungo la linea del
Piave (fortunatamente non c’erano austroungarici da respingere).
Tutto sommato, ci è andata pure
bene, dal momento che una famiglia arrivata dopo di noi è stata scaraventata in un
tavolo sotto un condizionatore…
... modello scrivania di Fantozzi, per intenderci
Vabbè, ma chi se ne frega
della comodità, direte voi… siamo a Martina Franca, sacra patria del Capocollo,
l’importante è mangiare bene!
Appunto.
Dando sfogo a tare culturali ed
antropologiche, mentre le ragazze della comitiva sono rimaste ai tavoli, noi
baldi e virili maschi del gruppo ci siamo recati al bancone per ordinare la
carne… salvo poi tornare col solito, angosciante, dubbio esistenziale:
“Ordinato troppa carne, o troppo poca?”
Come “antipasto”, abbiamo chiesto
le patate, su cui si tessevano lodi sperticate su Tripadvisor… del resto,
si sa che, da che mondo e mondo, la patata smuove il suddetto mondo.
E, lo ammetto, mi sono piaciute.
Ma si sa, io sono un estimatore della patata
Poi il dramma.
Anzi, I drammi.
Tralasciamo il fatto che un mio
amico ha inutilmente passato la serata a chiedere del peperoncino
per le suddette patate…
Tralasciamo il fatto che, dopo
che la prima bottiglia di vino rosso ordinata era bella fredda di frigo, ne
abbiamo chiesta un’altra a temperatura ambiente…
… che è prontamente arrivata anch’essa dalle profondità siderali dello spazio
Tralasciamo il fatto che alcuni
gnumareddi erano così crudi che, se ci accostavi l’orecchio, potevi sentirli
ancora belare…
Tralasciamo il fatto che abbiamo
avuto tutti l’impressione che fosse arrivata un po’ meno carne di quella
ordinata.
Il vero, drammatico, problema è stato l’arrivo
della podolica ordinata che, fortunatamente per la nostra flora
gastrointestinale, è stato accompagnato da un odore… come definirlo… da scarpe
sottomarca dopo l’ora di educazione fisica.
… Lasciate a macerare nel bagagliaio di un’auto sotto il sole di
Ferragosto… accanto al cadavere in avanzato stato di decomposizione di una
puzzola dalla scarsa igiene personale…
Leggermente sorpresi, e
respingendo fermamente i tentativi di un nostro amico molto affamato (quello
del peperoncino, ancora lui) di mangiarla comunque, abbiamo richiamato
l’attenzione di un cameriere, avvisandolo del problema. Il ragazzo si è
ovviamente offerto di sostituire l’ordinazione e, quando il solito amico è
entrato nel locale, gli è stato confermato (anche dal proprietario) che la
carne, pur a suo dire acquistata in giornata, era “andata”.
E no, non era andata a compare le
sigarette, era proprio andata… passata a migliori vita, insomma… più di quanto
normalmente non faccia un pezzo di carne ricavato da un animale defunto, tanto
per capirci.
La domanda, se mai, è un’altra:
come diavolo hanno fatto a non accorgersene ed a servirla lo stesso?
Tutti raffreddati e con il naso tappato?
Da quel momento, leggermente
insospettiti, abbiamo iniziato a guardarci attorno con più attenzione… ed
abbiamo notato un certo clima da ultimo giorno di scuola.
Quando si prova quel misto tristezza nel dover salutare i vecchi amici
e di eccitazione per le sfide che il futuro ci riserverà?
No, quando a nessuno frega più
una beamata mazza di quello che gli succede intorno, tanto è l’ultimo giorno e
chi vi vedrà mai più brutti st***zi.
Abbiamo sentito più volte i
camerieri pronunciare frasi del tipo: “Riusciremo a
portare a casa la serata?”, che non sono esattamente quello che un cliente di
un locale vorrebbe sentire dallo staff.
Un po’ come sentire il proctologo
dire, mentre si infila i guanti dopo avervi fatto mettere a 90°, “È da
stamattina che mi tremano le mani”.
Oppure sentirlo esclamare, dopo
la visita: “Ehi, dov’è finita la mia fede?”
Mitico poi il cameriere che, ogni
volta che chiedevamo rucola e grana, faceva la faccia da cerbiatto in
tangenziale esclamando: “Ma come, non è ancora arrivata?”.
E che ti devo dire, se non lo sai
tu a cui lo abbiamo già chiesto una mezza dozzina di volte… forse rucola e
grana non si trovavano perché sono andate a cercare il peperoncino latitante da
inizio serata.
Arrivato il momento dell’amaro e
del limoncello (serviti in allegri bottiglioni da 12 litri circa, questo è
stato il vero punto a favore del locale!), il cameriere che ci ha portato le
damigiane al tavolo se n’è uscito con la frase: “Tiè, potete portarvi il resto
a casa”.
Ora, se ha notato il nostro
latente alcolismo, i miei più sinceri complimenti per il suo spirito di
osservazione.
Se era una battuta di spirito, mi
spiace per lui, ma ho assistito a funerali con tempi comici migliori.
Se, invece, era una critica per
aver fatto notare che la podolica sembrava spuntata fuori da una puntata di The Walking Dead, allora, mio caro, avresti dovuto piuttosto ringraziarci per non aver chiamato i NAS…
… ma forse, visto lo stato della carne, sarebbero stati meglio i RIS…
Insomma, fino alla fine ho davvero
sperato che uscisse fuori il
proprietario, se non per chiedere scusa dell’“incidente” della podolica, con in
mano il cartello “Siete su Scherzi a Parte!”… avrebbe avuto tutto più senso.
Mi sarebbero andati bene anche i
pagliacci che si tiravano le torte in faccia pedalando su mini tricicli.
Ma, visto
l’andazzo della serata, come pagliaccio sarebbe spuntato fuori lui...
Alla fine della serata, come
evento catartico, abbiamo mandato un vocale collettivo, lungo circa una dozzina
di minuti, all’amico di amici che ci aveva consigliato la braceria... maledicendo
lui, la sua stirpe ed i suoi animali domestici fino all’ottava generazione.
È tutto per oggi, alla prossima!
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